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Il salva-Banche all’esame di Piazza Affari

Sotto i riflettori il credito: Intesa, Unicredit e Ubi anticipano 3,6 miliardi per salvare 4 banche commissariate – Prevista un’apertura piatta per le Borse europee – Oggi la cedola di Mediobanca, debutta il Gambero Rosso – Finmeccanica record – Wall Street al top sui 12 mesi – Obbligazioni Ue verso il tasso zero – Italia, al via le aste di fine mese.

Il salva-Banche all’esame di Piazza Affari

In una Bruxelles sotto assedio i ministri delle Finanze dell’Eurozona discuteranno oggi i giudizi della Commissione sui budget nazionali presentati nei giorni scorsi. Ma al centro del dibattito ci saranno le nuove esigenze della sicurezza. A Londra intanto David Cameron presenterà un incremento del bilancio della difesa del 30% per far fronte alla minaccia del terrorismo. In questa cornice, superato senza danni apparenti il primo impatto con il terrore, i mercati si preparano alle prossime mosse delle banche centrali. Si comincia il 3 dicembre con il direttorio della Bce, che adotterà misure per contrastare la frenata dell’inflazione. Seguirà, il giorno 16, l’aumento dei tassi Usa, il primo dal 2008. Ancor prima, lunedì 30, il Fondo Monetario ammetterà lo yuan nel club delle valute che compongono i diritti speciali di prelievo.

EUROPA, PREVISTA UN’APERTURA PIATTA

Poco mosse, in assenza di Tokyo (chiusa per festività) le Borse asiatiche: Shanghai -0,3%, Hong Kong in terreno negativo, Sidney +0,4%. Continua il calo dell’euro: la moneta unica è scambiata a 1,0605 sul dollaro.

E’prevista un’apertura quasi piatta rialzo per le Borse del Vecchio continente, in attesa dei dati Pmi (relativi agli ordinativi delle imprese) che saranno diffusi in mattinata. Ecco le previsioni di Ig Markets: Parigi + 2 punti a 4.912; Francoforte +5 pb a 11.124; Londra -25 pb a 6.309.

SALVA BANCHE, 3,6 MILIARDI ANTICIPATI DA INTESA, UNICREDIT E UBI 

Sotto i riflettori stamane il settore del credito. Ieri sera il governo ha varato, previo consenso della Commissione europea, il decreto che autorizza il pagamento differito delle imposte per gli istituti che parteciperanno al salvataggio di quattro banche commissariate (Banca Marche, Cassa di Ferrara e di Chieti, Popolare dell’Etruria). L’operazione prevede il trasferimento dei crediti a rischio (8 miliardi, già svalutato a 1,5 miliardi) in un’unica bad bank e la creazione di 4 banche-ponte “ripulite” e ricapitalizzate. A fornire i mezzi necessari (1,5 per la copertura delle perdite, 1,8 per i nuovi capitali e 140 milioni per la bad bank) sarà il neonato “Fondo di risoluzione nazionale”.

La liquidità necessaria è stata anticipata da Intesa, Unicredit e Ubi, cui è stato concesso in cambio il pagamento differito delle imposte. Il controllo dei quattro istituti salvati è nelle mani del Fondo, amministrato dall’autorità di risoluzione della Banca d’Italia. Ci saranno quattro distinti amministratori delegati ma un unico presidente nella persona di Roberto Nicastro, ex direttore generale di Unicredit. A pagare il conto con la svalutazione dei crediti e l’azzeramento del capitale saranno così i vecchi azionisti e i portatori delle obbligazioni senior. E’ stato scongiurato in extremis il ricorso al bail in (in vigore dal prossimo primo gennaio) che prevede il coinvolgimento degli altri obbligazionisti e dei conti correnti oltre i 100 mila euro.

OGGI LA CEDOLA DI MEDIOBANCA. DEBUTTA IL GAMBERO ROSSO

Pioggia di cedole in Piazza Affari. Staccano il dividendo Atlantia (0,4 euro, acconto), Mediobanca (0,25), Mediaset (0,16 acconto), Tenaris (0,15 acconto), Terna (0,07 acconto) e Sias (0,14 euro). Fa oggi il suo esordio all’Aim il Gambero Rosso (ricavi 2014 di quasi 15 milioni di euro, per un Ebitda di 3,4 milioni di euro). I proventi della quotazione sono destinati a rafforzare la parte Tv e digital della piattaforma dedicata al gusto. Al via infine l’aumento di capitale di Bonifiche Ferraresi: il prezzo di riferimento rettificato del titolo è stato fissato a 20,40 euro, quello dei diritti a 2,472 euro.

Ecco, infine, la sintesi di una settimana calda, vissuta in attesa delle scelte delle banche centrali. 

WALL STREET AL TOP DEI 12 MESI 

1) Le Borse Usa hanno festeggiato la prospettiva di un aumento del costo del denaro. Wall Street ha archiviato la settimana migliore degli ultimi 12 mesi. L’indice S&P 500 è salito del 3,3%, Dow Jones +3,4%. Guida la corsa il Nasdaq (+3,6%): i segnali di miglioramento dell’economia prevalgono sull’imminente maggior costo del denaro. In evidenza Nike (+5,46%) che ha lanciato un buy back di 12 miliardi di dollari e il frazionamento (2 per uno vecchio) dei titoli. Abercrombie & Fitch è salita del 25% dopo aver raddoppiato i profitti nel terzo trimestre.

L’EUROPA A PROVA DI PAURA. MILANO LA MENO BRILLANTE

2) Le Borse europee non si sono lasciate intimorire dagli attacchi terroristici che hanno scosso Parigi. Anzi, a dominare è stato l’entusiasmo. Il listino leader è stato il Dax di Francoforte con un guadagno del 4%. Buona performance per Parigi: il Cac ha guadagnato il 2,3%. Meno vivace Piazza Affari, frenata dall’andamento del comparto bancario: l’indice FtseMib ha guadagnato l’1,6%. 

FINMECCANICA RECORD, MALE LE BANCHE

3) Settimana da ricordare per Finmeccanica (+10,5%). Dalla Bce è arrivata la conferma che le spese per la sicurezza pubblica non verranno contabilizzate nel patto di Stabilità. Sul fronte finanziario, bene Azimut (+5,6%) che ha brindato al calo dei tassi europei. La geopolitica ha portato beneficio ai titoli del comparto petrolifero, soprattutto ai fornitori di infrastrutture come Tenaris (+4,6%) e Saipem, che beneficiano della ritrovata “amicizia” con la Russia. Forte rialzo anche per Eni (+ 3,7%). 

Male il comparto bancario: pesa la prospettiva del calo dei tassi, ma anche il rischio di aumenti di capitale. Banca Popolare dell’Emilia ha perso il 2,4% sullo spegnersi delle speculazioni su un suo coinvolgimento nel risiko delle popolari. Monte dei Paschi ha perso il 2% al pari di Unicredit. In calo anche Pop Milano (-1%). 

OBBLIGAZIONI UE VERSO IL TASSO ZERO

4) Il mercato europeo si è già allineato alle misure espansive previste per il vertice Bce. In particolare i rendimenti dei titoli a medio termine si stanno allineando sotto il livello di -0,3%, cioè il nuovo tasso negativo che sarà adottato dalla Bce per i depositi presso la Banca centrale. Lo schatz, il titolo tedesco a due anni, rende (si fa per dire) -0,39%. Ma sono sotto zero anche i titoli di pari durata di Olanda, Finlandia, Austria, Francia e Belgio.

ITALIA, AL VIA LE ASTE DI FINE MESE

5) Il Btp a due anni, intanto, registra un tasso zero. Sulle scadenze più lunghe il Btp a 10 anni ha chiuso sotto l’1,50%, sui minimi da inizio novembre. Stabile lo spread per il contemporaneo ribasso del Bund a 0,49%. La prossima settimana si terranno le aste di fine mese del Tesoro. Si comincia mercoledì con i Ctz (1-1,5 miliardi) e la riapertura di due Btpi (1 miliardo). Stasera sarà comunicato l’importo dei Bot in offerta giovedì 26.

LA CINA ALLEATA DI DRAGHI. E VENDE T BOND

6) In direzione opposta si sono mossi i tassi Usa, con il Treasury a 2 anni è salito dello 0,9%, top da maggio 2010. Sia il mercato Usa che quello dell’Eurozona, spiega Barry Eichengreen, sono ormai fortemente condizionati dalle scelte della Banca centrale cinese. Dopo la crisi di agosto, Pechino si è impegnata a frenare la svalutazione della moneta acquistando a piene mani yuan. Per sostenere lo sforzo ha venuto una parte dei T-bond accumulati negli ultimi dieci anni, frenando le quotazioni dei titoli Usa. Ancor più rilevante l’effetto sull’area euro: le vendite cinesi di Bund hanno fornito a Mario Draghi la materia prima per effettuare gli acquisti del Qe sulla carta tedesca.

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