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Il portavoce del commissario Rehn: “L’Italia sarà monitorata anche se dovesse cambiare governo”

Lo dichiara Amadeu Altafaj, portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn: “L’Italia resterà osservata speciale per tre motivi: lo ha richiesto lei stessa, c’è da ridare credibilità al Paese e bisogna ridare fiducia alla comunità internazionale”. Bruxelles insomma chiede chiarezza, a prescindere dalla caduta o meno del governo Berlusconi

La missione di controllo e monitoraggio dell’Unione europea nei confronti dell’Italia continuerà anche se Silvio Berlusconi dovesse dimettersi. Lo ha annunciato Amadeu Altafaj, portavoce del commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, in conferenza stampa.

A chi chiedeva se in caso di nuovo scenario politico in Italia la missione Ue si potrebbe interrompere, Altafaj ha risposta secco: “No”. Ciò, ha spiegato, “per almeno tre ragioni: c’è stata un specifica richiesta dell’Italia, c’è da ridare credibilità all’Italia, e bisogna ridare fiducia, perchè quello che sta accadendo in Grecia e in Italia non è il frutto delle preoccupazioni dell’Ue ma delle preocuppazioni mondiali“.

Altafaj ha quindi sottolineato che uno stop al monitoraggio dell’Unione europea non è contemplabile in quanto “non si tratta di una missione politica”. Avanti con gli impegni assunti, dunque. Dall’Europa ma soprattutto dall’Italia. Al nostro paese l’esecutivo di Bruxelles chiede “chiarezza” su come intende dare attuazione alle misure contenute nella lettera consegnata all’Ue dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in occasione dell’ultimo consiglio europeo dello scorso 26 ottobre.

“All’Italia chiediamo di sapere di più sulle misure contenute nella lettera, sul maxi emendamento e sull’impatto che avranno le riforme promesse”, ha detto Altafaj. In tal senso, ha aggiunto, “abbiamo inviato a Roma un questionario per fare chiarezza”. Si tratta di una procedura “normale”, in quanto “le lettere sono troppo brevi per contenere in dettaglio la spiegazione di come prodecere”. Ad ogni modo, ha scandito il portavoce di Olli Rehn, “le riforme strutturali sono importanti quanto quelle fiscali, se non di più”.

Comunque, ha anticipato Altafaj, questi temi “saranno discussi oggi pomeriggio (nel corso della riunione dell’Eurogruppo, ndr) e chiederemo ragguagli a Tremonti“. Nel ricordare come la situazione greca e quella italiana siano “profondamente diverse” e quindi “non è possibile alcun paragone”, Altafaj ha quindi tenuto a sottolineare come il controllo dell’Italia da parte dell’Ue non sia affatto legata alla medesima attività del Fondo monetario internazionale. “L’Unione europea agisce in maniera autonoma ma parallela rispetto al Fmi”, ha concluso.

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