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Il petrolio schiaccia le Borse e oggi nuova operazione Tltro della Bce

Il crollo del prezzo del petrolio sotto i 65 dollari e la paura della Grecia riportano l’Orso sui mercati che ora tentano il rimbalzo – Oggi nuova operazione Tltro della Bce: il risultato può accelerare il Qe – In Italia i prestiti bancari segnano il passo – Forse fisco british anche per la Ferrari – Per l’Eni il dividendo resta una priorità.

Il petrolio schiaccia le Borse e oggi nuova operazione Tltro della Bce

Piovono le vendite sul petrolio, ormai ai minimi dal 2009, e il Toro batte in ritirata su tutti i mercati. Sia Tokyo che Hong Kong accusano stamani perdite superiori al punto percentuale. Segna il passo, almeno per ora, anche Shanghai. Chiusura in ribasso anche a Wall Street: l’indice Dow Jones è sceso dell’1,51%, l’S&P 500 circa l’1,7% e il Nasdaq l’1,73%. Sale solo il Vix, l’indice della paura, che ha fatto un balzo del 20%. S’indebolisce anche il dollaro portandosi in mattinata a 1,2456 sull’euro.

Giornata triste, ieri, anche per i listini europei: Parigi -0,84%, Madrid -0,62%, Londra -0,45%. Solo Francoforte +0,06% chiude con un modesto rialzo. A condizionare i mercati ha contribuito anche ieri la debolezza di Atene (-1,01%). Anche a Piazza Affari, terza seduta consecutiva al ribasso, pesa la debolezza dei petroliferi: l’indice Ftse Mib ha archiviato la seduta con un calo dello 0,89%.

PETROLIO, ARABIA: “PERCHE’ DOVREMMO PRODURRE MENO?”

Il prezzo del petrolio è scivolato sotto i 65 dollari, ai minimi da cinque anni. Il Brent -4,9% tratta a 63,56 dollari al barile. Intanto l’Opec avverte che, secondo le sue previsioni, i consumi di greggio nel 2015 scenderanno ai minimi da 12 anni a 28,9 milioni di barili al giorno. 

Il rapporto del cartello dei paesi produttori sottolinea la grande abbondanza di offerta di shale oil, il greggio Usa prodotto dalle fratturazioni del sottosuolo. Intanto il ministro del petrolio saudita Al Naimi, intervistato su un possibile taglio alla produzione, ha risposto così: “Perché mai dovremmo tagliare la produzione, perché?”. 

La guerra dei prezzi, insomma, continua. E il bollettino delle perdite si allunga. L’indice S&P del settore energia è sceso a Wall Street del 4,5%, in ribasso per la quinta seduta consecutiva. Exxon ha perduto il 2,6%, Chevron il 3%, ConocoPhillips il 2,5%, Schlumberger -3% .

DESCALZI (ENI) : IL DIVIDENDO RESTA UNA PRIORITA’

Identico il copione a Piazza Affari: Eni è in calo dell’1,4% a 14,47 euro, terzo giorno consecutivo di ribasso e minimo degli ultimi tre anni. L’amministratore delegato Claudio Descalzi ha dichiarato di non temere il calo del prezzo del greggio: “Non viviamo con panico o preoccupazione l’attuale fase di calo deli prezzi del petrolio, la società ha la flessibilità per affrontarla”. Per ogni dollaro di calo del prezzo, ha commentato il manager, l’Eni perde tra i 90 e i 1oo milioni di ricavi. Ma, nonostante questo, anche nel nuovo piano industriale la priorità sarà il dividendo.

Saipem perde un altro 5% arrivando sui minimi da fine 2004 dopo il cda del pomeriggio. La società ha comunicato di aver avviato l’analisi di “alcune ipotesi preliminari relative alle attività 2015, alla luce dei nuovi possibili scenari di mercato”. La nuova guidance 2015 è prevista per il prossimo febbraio. Tenaris -2,3%

ASTA BOT : RISALGONO I RENDIMENTI 

Il governatore della Banca centrale della Nuova Zelanda Graeme Wheeler prevede che, vista la frenata dell’economia globale, “il 2015 sarà un anno all’insegna dei Quantitative Easing: probabilmente andrà così in Giappone, di sicuro in Europa. Nell’attesa che si concretizzi la profezia oggi i riflettori saranno puntati sulla seconda delle otto operazioni Tltro previste dalla Bce per aumentare l’afflusso di credito all’economia reale: le richieste delle banche dovrebbero raggiungere, secondo le previsioni, i 150 miliardi di euro, poco meno del doppio della prima operazione (87 miliardi) . Un risultato inferiore potrebbe spingere la Bce ad anticipare l’acquisto diretto di titoli governativi. 

Nel frattempo il rendimento del Btp è salito di 3 punti base al 2,06% dopo aver toccato in mattinata quota 2,10%. Il Tesoro ha collocato ieri 5,5 miliardi di euro di Bot a 1 anno al rendimento dello 0,418%, in aumento dallo 0,335% della precedente asta, siamo tornati sui livelli di giugno. E’ ancora alito intanto il rendimento del decennale della Grecia +0,3% all’8,24%, anche se Atene, in mattinata, è riuscita a raccogliere le risorse che le permettono di coprire il mancato pagamento dell’ultima rata del programma di aiuti L’Agenzia del debito ha infatti emesso 2,92 miliardi di euro di bond di due diverse scadenze (3 e 6 mesi), il bond a 6 mesi è stato emesso al 2,15% dal 2% della precedente asta. 

BANCHE, GLI IMPIEGHI SEGNANO ANCORA IL PASSO 

Dal mondo delle banche arrivano intanto nuovi segnali negativi: i dati di Banca d’Italia sui bilanci delle banche di ottobre mostrano una perdurante debolezza nelle erogazioni di prestito (impieghi -1,5%) ed un incremento delle sofferenze lorde dell’1,4%. Chiudono in rosso i titoli del settore: Unicredit -0,6%, Ubi Banca -2,7%, Intesa -0,5%, Banco Popolare -1,9% e Mediobanca -2%.

Fa eccezione Monte dei Paschi (+0,09%). Dalle ultime rilevazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti è emerso che lo scorso 9 luglio, a seguito dell’aumento di capitale da 5 miliardi di euro, Axa ha aumentato la sua quota nell’istituto senese dal 2,052% al 3,17%. Tra le compagnie assicurative, Generali -0,5% e UnipolSai +1,3%.

BRILLA SOLO PRYSMIAN, BENE LUXOTTICA 

Pochi titoli sfuggono alla ritirata generale: Prysmian segna un rialzo del 2,7%. La società dei cavi è stata promossa da Goldman Sachs ed ha ricevuto una commessa rilevante nelle Filippine. Inoltre, la sua consociata cinese è sbarcata con successo alla Borsa di Hong Kong.

Avanza ancora Mediaset +1%, premiata dai buoni dati della raccolta pubblicitaria di novembre. Correnti di acquisti anche su Luxottica +1,7% e Yoox +3%, in ripresa dopo le vendite di inizio settimana. 

In calo invece Telecom Italia -0,7%.Da rilevare Gtech -0,84%. Il diritto di recesso connesso alla fusione transfrontaliera per incorporazione della società in Georgia Worldwide è stato esercitato per l’11,3%: del capitale: 19,8 milioni di azioni rilevate al valore unitario di 19,174 euro, superiore ai 17,77 euro della chiusura di ieri. L’ammontare complessivo dell’operazione è di 379,6 milioni di euro. 

FCA FRENA. FISCO BRITISH (FORSE) ANCHE PER LA FERRARI

Brusca retromarcia, infine, della scuderia Exor. Fiat Chrysler lascia sul terreno il 6,4%. Si tratta del terzo ribasso consecutivo per il titolo automotive che arriva da una serie di nuovi record di periodo e da una performance positiva del 13% accumulata nell’arco del mese di novembre.

Intanto Bloomberg ha rivelato che anche Ferrari potrebbe subire una riorganizzazione sul modelle Fca: la sede fiscale della società di maranello potrebbe essere spstata a Londra. No comennt dal quartier generale del gruppo. CNH Industrial perde il 2,2%.

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