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Il petrolio inquieta i mercati ma le trimestrali sono da record

Il crollo del prezzo del greggio colpisce i titoli del settore e frena le Borse che però beneficiano dell’effetto Macron, in vantaggio nei sondaggi per l’Eliseo – Lvmh vale ormai più della Total – A Piazza Affari trimestrali sprint portano il FtseMib ai massimi da gennaio 2016

Il petrolio inquieta i mercati ma le trimestrali sono da record

Negli Usa, in attesa dei dati sull’occupazione di oggi, Donald Trump ha raccolto il suo primo, seppur parziale, successo politico: la Camera dei Rappresentanti ha approvato (217 sì contro 213 no) la sua riforma sanitaria che dovrebbe cancellare l’Obamacare. Il condizionale è d’obbligo perché al Senato le difficoltà saranno assai superiori e potrebbe passare un progetto completamente diverso. Dopo di che occorrerebbero mesi per conciliare i progetti e portare la legge alla firma, il che farebbe slittare inevitabilmente la riforma fiscale, assai più complessa, al 2018. Anche così si spiega la cautela di Wall Street alle prese con la discesa del petrolio, scivolato ai livelli del 28 novembre scorso.

CONTINUA IN ASIA LA FRANA DEL GREGGIO E DELLE COMMODITIES

Il Brent ha chiuso in calo del 4,7%, a 48,4 dollari il barile, ma nel corso della notte la discesa non si è fermata. Stamattina, sulle piazze asiatiche, il future di riferimento è trattato a 47 dollari il barile, in calo del 2,5%. La violenta caduta del prezzo del greggio è legata alle grandi manovre in vista del vertice Opec di fine mese. Sembra difficile un accordo su nuovi tagli alla produzione, anche perché il forte aumento delle estrazioni di shale oil in Usa ha vanificato gli sforzi del cartello. Le scorte di benzina, intanto, sono sui massimi a fronte di consumi in calo.

I timori di una flessione della domanda cinese stanno squilibrando tutto il mercato delle materie prime. Stamattina l’indice Bloomberg Commodities è in calo dello 0,5% e ieri ha perso l’1,8%. Le vendite colpiscono soprattutto i minerali ferrosi: il future di riferimento per questa grandezza è in calo del 7%, dopo aver chiuso ieri in ribasso del 5%. La Borsa di Hong Kong è in ribasso dell’1%, quella di Shanghai dello 0,7%. Scende anche il mercato azionario dell’India: indice BSE Sensex -0,4%. Ancora chiusa Tokyo.

SCENDONO I PETROLIFERI: LVMH VALE PIÙ DI TOTAL

Quasi piatti ieri sera i listini Usa. L’indice Dow Jones è sceso dello 0,03%, S&P +0,06%. Il Nasdaq (+0,05%) chiude a 6.075,34 punti. Il comparto energetico (-1,9%) è stato il peggiore con forti perdite per Exxon (-1,3%) e Chevron (-1,8%). Il tonfo serale ha risparmiato in parte l’Europa: Eni ha chiuso invariata, Saipem -1,2%, Tenaris -2,7%. Da segnalare però che ha Parigi c’è stato un sorpasso storico: la capitalizzazione di Total è stata superata da quella di Lvmh, il colosso del lusso.

Oggi usciranno i dati sul mercato del lavoro di aprile preceduti ieri da quello sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, scese di 19.000 unità a quota 238.000, il livello più basso da 17 anni. Sale intanto il costo unitario del lavoro (+3%).

Sul fronte societario capitombolo di Tesla (-5%), dopo la pubblicazione dei conti. La società che produce auto elettriche ha raddoppiato il fatturato ma ha riportato perdite superiori alle attese nel primo trimestre: 330,3 milioni di dollari contro i 283 milioni di un anno fa, pari a 1,33 dollari per azione, contro gli 81 centesimi anticipati dagli analisti. Le entrate sono tuttavia aumentate di oltre il 100% a 2,7 miliardi e hanno anche superato le previsioni, ferme a 2,61 miliardi. 

MILANO AI MASSIMI DA GENNAIO 2016, RECORD A FRANCOFORTE

Pioggia di record per i mercati europei che festeggiano il vantaggio di Emmanuel Macron nella corsa all’Eliseo. Guida la corsa Milano: l’indice Ftse Mib ha archiviato la seduta in rialzo dell’1,98%, a quota 21.170, ai massimi dal gennaio 2016. Positivi anche gli altri mercati: a Parigi il Cac 40 avanza dell’1,20%, mentre il Dax 30 di Francoforte (+0,82%) ha realizzato il nuovo massimo storico. Londra +0,17%.

Sale la fiducia dei direttori di acquisti italiani: l’indice ha raggiunto quota 56,2, oltre tre punti al di sopra del 52,9 di marzo. Si tratta del miglior risultato da agosto 2007. Il dollaro è tornato a indebolirsi nei confronti dell’euro, che è salito a 1,096, da 1,088 di ieri. 

BTP IN RIPRESA IN ATTESA DEL VERDETTO SUL RATING

Stasera, a Borse chiuse, S&P si pronuncerà sul rating Italia, due settimane dopo il downgrade ad opera di Fitch. Un esame delicato perché l’agenzia attribuisce attualmente una valutazione BBB- all’Italia, il livello più basso dell’investment grade, con outlook stabile ma che arriva in un momento propizio: l’economia tira, il ciclo elettorale dell’incertezza sta per terminare. È assai improbabile che S&P interrompa questo momento felice. Ma resta il fatto che, archiviate le elezioni francesi, l’Italia sta per riprendere lo scomodo ruolo di osservata speciale dell’Eurozona.

Chiusura in positivo per i Btp, in salita dopo una mattinata debole. Complici le vendite sui governativi tedeschi, lo spread Btp-Bund termina la seduta sui minimi di giornata, a 187 punti base, riavvicinandosi ai livelli toccati all’indomani della vittoria di Macron al primo turno.

Il mercato sconta già la vittoria del candidato di En Marche al ballottaggio delle presidenziali francesi di domenica prossima, aspettativa rafforzata dall’andamento del dibattito televisivo. Subito dopo il primo turno delle presidenziali francesi, il tasso decennale italiano era sceso fino a 2,15%, minimo dall’inizio di marzo, mentre questa settimana è risalito fino a 2,36%. Con un massimo di seduta a 0,40%, il tasso decennale tedesco si è riportato sui livelli più alti da fine marzo. A sua volta lo spread di rendimento tra decennali francesi e tedeschi scende a 37 punti base, ai minimi da quasi sei mesi.

TELECOM, OGGI LA CONFERMA DI RECCHI. IL TITOLO VOLA

Battaglia all’ultimo voto ieri all’assemblea Telecom Italia, +4,6% in Borsa grazie a risultati migliori del previsto. La lista di Vivendi, con 10 candidati, ha prevalso come lista di maggioranza ma con uno scarto minimo rispetto a quella presentata dai fondi: il 49,37% dei presenti contro il 49,005%.

Oggi il nuovo Cda, formato da dieci rappresentanti della lista Vivendi e da cinque per la minoranza dovrà scegliere il nuovo presidente: probabile la conferma di Giuseppe Recchi, ma non è escluso che il board prenda tempo in attesa della risposta di Bruxelles alla comunicazione di fine marzo con cui Vivendi aveva segnalato che, a seguito dell’assemblea, avrebbe potuto avere il controllo di fatto sul gruppo delle tlc come si è verificato. In tal caso la funzione dovrebbe essere assegnata al consigliere più anziano, ovvero Franco Bernabè. Meno probabile la nomina di Arnaud de Puyfontaine , dopo il voto di ieri. Nell’attesa Piazza Affari ha promosso i conti della gestione di Flavio Cattaneo, che in assemblea ha così illustrato la performance della società: “In un anno abbiamo restituito alla crescita tutti i principali parametri, sia in Italia sia in Brasile, accelerando sull’ultrabroadband, rinnovando la strategia commerciale e gestendo con disciplina i costi”.

TRIMESTRALI BOOM: LEONARDO E FERRARI IN RALLY

Le trimestrali hanno tenuto banco ieri sul listino. In grande spolvero Leonardo, salita del 7,2% dopo avere chiuso il primo trimestre con risultati leggermente migliori delle attese. I ricavi sono scesi del 2,4%, a 2,5 miliardi di euro. L’Ebita è salito del 14% a 330 milioni di euro. 

Balzo in avanti di Ferrari (+5,6%), che ha segnato un nuovo record storico dopo i risultati oltre le attese. I ricavi sono stati pari a 821 milioni di euro: il consensus degli analisti citato da Reuters era a 767 milioni di euro. La crescita è del 22%- L’Ebitda rettificato si è attestato a 242 milioni di euro, 20 milioni sopra il consensus.

Conti sopra le attese anche per Yoox (+4,9%). La società ha chiuso il primo trimestre 2017 con 515 milioni di euro di ricavi, in rialzo del 15,4% anno su anno. Le vendite in Nord America, l’area geografica più importante in termini di contributo al fatturato, sono salite del 21,2%.

Azimut corre in rialzo del 3,4% a 18,53 euro dopo avere annunciato i risultati del primo trimestre 2017, chiuso con il secondo migliore utile netto della storia della società a 73 milioni, in crescita del 259% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Tra le utilities, Snam (+2,1%) ha chiuso il primo trimestre con un utile netto salito del 19,8% a 254 milioni di euro. Terna +2,8%: Rbc ha tagliato la raccomandazione a Underperform da Sector Perform (equivale a Neutral), alzando però il target price a 4,75 euro da 4,5 euro. 

ENEL: BUY BACK DA 2 MILIARDI. I FONDI AL 54%

Da segnalare il rialzo di Enel (+2,2%). L’assemblea ha approvato ieri un buy back di 2 miliardi. Dal meeting è emerso che gli investitori istituzionali sono passati dal 41,9% del capitale di dicembre 2013 al 54% di fine 2016, un valore mai registrato nella storia del gruppo ha sottolineato la presidente Maria Patrizia Grieco, aggiungendo che in 3 anni il valore creato per gli azionisti è stato pari al 60%.

BANCO BPM GUIDA LA CORSA DEL CREDITO

Bancari positivi in tutta Europa sulla scia dei buoni risultati di Hsbc. L’indice delle banche italiane segna +2,92% contro il +1,48% di quello europeo. Avanza Unicredit (+3,5%), che rilascerà i risultati trimestrali il 10 maggio. Intesa +2,5%. Il maggior rialzo l’ha registrato Banco Bpm (+4,6%), seguito da Bper (+3,6%).

Tra gli industriali, Fca+1,5%, Stm -0,2%. Buzzi +3,5%.

PRESE DI BENEFICIO SU JUVENTUS

Prese di profitto su Rcs (-3,73%) e sulla Juventus, che, partita in forte rialzo, ha chiuso in calo dello 0,84% dopo la vittoria della nel turno di andata della semifinale Champions League contro il Monaco.

D’Amico ha chiuso in calo del 3,45% dopo la pubblicazione dei risultati, che hanno mostrato ricavi, margini e utile in calo. Balza del 15,79% Stefanel: l’accordo con le banche creditrici, informa una nota, sarà depositato entro fine mese.

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