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Il Fondo monetario internazionale: Italia vulnerabile ad aumento costi finanziamento debito

Il Fmi ricorda inoltre che nell’ultimo anno la banche straniere hanno ridotto la loro esposizione sul debito italiano e spagnolo. “Troppe turbolenze nel trading del debito, la situazione rischia di andare fuori controllo”.

Il Fondo monetario internazionale: Italia vulnerabile ad aumento costi finanziamento debito

Proprio nel giorno in cui tutti gli occhi sono puntati sulla Grecia, il Fondo monetario internazionale esprime grosse perplessità sulle prospettive di crescita italiane.

L’Fmi considera infatti l’Italia un Paese a forte rischio in caso di aumento dei costi di finanziamento e in tale contesto le aspettative diverse sui fondamentali del paese possono condizionare la valutazione sulla sostenibilità del suo debito.

Situazione aggravata dal fatto che, secondo i rilievi dell’Fmi contenuti nel Global Financial Stability Report, poichè il nostro Paese è nella posizione di grande debitore, è maggiormente esposto al rischio di una minore domanda da parte di banche e investitori nazionali per i sui titoli di Stato.

“Gli emittenti sovrani con grossi elementi di vulnerabilità sono soggetti a improvvise perdite di fiducia da parte degli investitori sulla sostenibilità dei loro debiti, in caso di marcato deterioramento dei fondamentali” scrive il Fondo, aggiungendo che il rapido mutamento delle aspettative “può rendere mercati obbligazionari normalmente liquidi più vulnerabili se market maker e investitori si allontanano dal rischio quando la volatilità sale”.

Il Fmi ricorda inoltre che nell’ultimo anno la banche straniere hanno ridotto la loro esposizione sul debito italiano e spagnolo, sebbene gli investitori esteri non bancari rimangano ancora compratori netti di carta italiana.

Dunque secondo il Fondo monetario internazionale l’Italia “è vulnerabile a una contrazione della domanda da parte delle banche e degli investitori istituzionali nazionali che già hanno un’esposizione al debito pubblico interno significativamente superiore a quello delle loro controparti della zona euro”.

“Le turbolenze di luglio e agosto nel trading del debito italiano – conclude il rapporto – illustrano come gli eccessi di volatilità, se lasciati senza controllo, possono potenzialmente erodere la base di investitori e portare ad un riprezzamento permanente del debito” prosegue il rapporto.

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