Condividi

Il femminismo sedusse così il moderno liberalismo

E’ merito di Harriet Taylor, la moglie di John Stuart Mill, se il liberalismo moderno ha un’impronta chiaramente femminista: fu lei a influenzare il pensiero del marito inseminando temi come quelli legati ai diritti delle donne inizialmente estranei alla narrazione liberale

Il femminismo sedusse così il moderno liberalismo

Una femminista nella Londra vittoriana 

Nel 1869 John Stuart Mill, con il saggio La servitù delle donne, cooptava nella narrazione liberale l’uguaglianza tra i sessi e diritti politici delle donne. Questa importante inclusione, assente nella sua maggiore opera di filosofia politica pubblicata 10 anni prima, era senz’altro frutto del sodalizio con la moglie e musa Harriet Taylor Mill. 

Nel 1851 Mill aveva pubblicato a proprio nome un altro saggio di ispirazione chiaramente femminista The Enfranchisement of Women (trad. it. Sull’uguaglianza e l’emancipazione femminile, Einaudi, 2002) per ripubblicarlo più tardi sotto il nome della moglie, “Mrs Stuart Mill”. Oggi è ormai riconosciuto che il saggio sia stato effettivamente scritto dalla Harriet Taylor. A chi potrebbero appartenere diversamente queste parole sulla condizione delle donne nell’età vittoriana e non solo in quella:  

La questione reale è se sia giusto e opportuno che metà della razza umana attraversi la vita in uno stato di subordinazione forzata nei confronti dell’altra metà; se lo stato migliore della società umana sia quello di essere divisa in due parti, una di individui dotati di volontà e di un’esistenza indipendente, l’altra di umili compagne di questi, ciascuna attaccata a uno di essi allo scopo di crescere i suoi figli e rendere la casa piacevole per lui. Se questo è il ruolo assegnato alle donne, non è che una forma di gentilezza istruirle per esso e far loro credere che la più grande fortuna che possa loro capitare sia quella di essere scelte da un uomo per questo scopo e che ogni altra carriera che il mondo giudica felice e onorevole sia loro preclusa dalla legge, non dalla natura e dal destino.

Tuttavia, quando chiediamo perché l’esistenza di metà della specie dovrebbe essere meramente ancillare rispetto a quella dell’altra, perché ogni donna dovrebbe essere una mera appendice di un uomo, non autorizzata ad avere interessi propri in modo che nulla possa competere nella sua mente, con gli interessi e i piaceri di lui, l’unica ragione che ci può essere fornita è che agli uomini piace così. È gradevole per loro che essi vivano per se stessi e le donne per loro: ed essi sono riusciti per molto tempo a far sì che le loro sottoposte considerassero le qualità e la condotta che sono piacevoli per chi le governa le loro virtù appropriate. 

L’influsso sul pensiero di Mill 

La natura dell’influenza della moglie sul padre del liberalismo è stata spesso oggetto di discussioni tra gli studiosi del filosofo ed economista inglese, ma un recente lavoro di sintesi di Dale Miller per la Stanford Encyclopedia of Philosophy, ha appurato che l’ascendente della Taylor su Mill si è espresso principalmente nel portare l’attenzione del filosofo su tre temi che a lei stavano particolarmente a cuore: il socialismo, i diritti delle donne e la sua visione utopica sulla perfettibilità dell’umanità. 

Lo stesso Mill riconobbe l’importanza del contributo della moglie al suo pensiero e le tributò un credito considerevole nella stesura della sua opera più importante I principi dell’economia politica, che non esitò a definire «un lavoro a quattro mani». Quanto a Enfranchisement of Women riconobbe che il suo ruolo fu quello di mero revisore e scrivano. 

La dedica alla moglie della seconda edizione di Saggio sulla Libertà, pubblicata l’anno seguente alla scomparsa di lei, era un vero e propri tributo per Harriet: 

Tutto ciò che ho scritto per molti anni, appartiene a lei quanto a me… Se solamente fossi capace di trasmettere al mondo la metà dei grandi pensieri e dei nobili sentimenti che sono sepolti con lei, sarei il tramite di benefici maggiori di quanti potranno mai derivare da qualunque cosa io scriva, privo dello stimolo e del conforto della sua impareggiabile saggezza. 

L’impronta femminista sul liberalismo moderno 

Non c’è dubbio che Harriet Taylor, donna sofisticata, brillante e affascinante che Mill conobbe nel 1830 e che successivamente sposò, ebbe un’influenza importante sul suo pensiero ridefinendone alcuni aspetti e imprimendogli quei tratti di originalità che tutt’oggi lo caratterizzano. 

La nascita del liberalismo moderno porta quindi anche un’impronta femminile. È difficile definire quanto la Harriet Taylor possa essere considerata un co-autore, ma è certo che certi capitoli dei Principi di Economia politica come quello dedicato al futuro della classe lavoratrice non sarebbero esistiti senza il contributo di lei.  

La Taylor revisionò anche gli scritti del filosofo inglese depurandolo delle espressioni che oggi giudicheremmo sessiste, ma che per l’epoca non lo erano affatto. Harriet infatti sostituì “man” con “person” e “he” con “people”. Una revisione della lingua che Mill cercò di introdurre anche nel linguaggio legislativo e giuridico. 

Se Mill e Harriet vivessero i nostri tempi, non c’è dubbio che avrebbero sostenuto le cause femministe come il movimento #MeToo. Si sono battuti contro l’abuso di potere da parte degli uomini anche tra le mura domestiche. Tra la metà degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, la coppia ha co-scritto un cospicuo numero di articoli che denunciavano il modo in cui il sistema legale considerava la violenza domestica. 

L’avvicinamento al socialismo 

Sin da giovane Harriet Taylor (cognome da ragazza Hardy) si avvicinò ai circoli radicali per diventare attivista della chiesa unitariana molto tollerante verso le idee radicali e in favore della parità di diritti tra uomini e donne. Proprio frequentando il milieu della chiesa unitariana di Londra conobbe John Stuart Mill che la colpì con il suo atteggiamento a trattarla come un pari intellettuale al punto di affidarle la revisione di alcuni suoi scritti. 

Poco si sa della vita personale di questa femminista che rivendicava i diritti delle donne nella società vittoriana, anche se ci sono due fonti documentarie dirette. L’economista premio Nobel Friedrich von Hayek – che ha pubblicato parte della corrispondenza personale tra lei e Mill – ha sottolineato la portata della sua figura, le sue forti convinzioni contrarie alle stantie usanze dell’epoca, che relegavano le donne a un ruolo secondario nella vita sociale e familiare. Sembra che non avesse un’istruzione superiore, ma era una donna autodidatta e colta.  

Harriet Taylor ha pubblicato solo due brevi saggi e alcune poesie sciolte. Nel 1851 l’articolo The Liberation of Women che apparve su “The Westminster Review”, fondato dal filosofo radicale Jeremy Bentham, sul quale scrivevano donne eccezionali come Mary Shelley. Nell’articolo, la Taylor parla della istruzione come la via all’emancipazione della donna, difende il diritto di voto e di rappresentanza politica delle donne. Influenzata dal socialismo oweniano affronta questioni sociali come l’accesso al mercato del lavoro in condizioni di parità di trattamento e salariale con gli uomini. Nonostante la condizione delle donne fosse compassionevole nella Inghilterra vittoriana, era ottimista e sicura che nel futuro sarebbero arrivati la parità di diritti e libertà politiche e sociali per le donne. 

Le idee socialiste della Taylor influenzarono anche il pensiero di Mill che si distaccò dalla scuola classica per asserire la necessità di una distribuzione del reddito attraverso l’aumento dei salari dei lavoratori. A proposito dell’influsso della Taylor sullo sviluppo del pensiero di Mill, Maurice Dobb, storico del socialismo, scrive che «Mill cominciò ad essere semisocialista dopo il fatale incontro con Harriet Taylor, nel 1830». 

Anche se Harriet pubblicò pochissimo la sua importanza nella narrazione liberale non è secondaria, avendo utilizzato la sua ascendenza intellettuale su Mill per diffondere le idee che le stavano a cuore. E si può dire che la Harriet Taylor ha fatto un splendido lavoro inseminando il pensiero del padre del liberalismo con temi che altrimenti la narrazione liberale avrebbe incorporato solo molto più tardi. 

Commenta