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Il crollo della lira turca apre incognite anche su Unicredit

La caduta verticale della moneta di Istanbul, che rischia di andare incontro al default, apre seri problemi per le banche più esposte: Bnp Paribas, Bbva e Unicredit – Sotto tiro anche il rublo – Forte calo del petrolio

Il crollo della lira turca apre incognite anche su Unicredit

Corre aria di temporali sui mercati, già alle prese con la guerra dei dazi e le incertezze della manovra italiana. Qualcosa di più serio di un acquazzone di metà estate, anche perché riguarda aree di grande importanza per il Bel Paese. A partire dalla Turchia, alle prese con il lungo divorzio tra Erdogan e l’Occidente, che rischia di destabilizzare il quadro della finanza internazionale.

Ieri la valuta di Ankara ha perduto il 4% a 5,49 sul dollaro (-31% da inizio anno), dopo il fallimento della missione a Washington dei collaboratori di Erdogan per rimuovere le sanzioni alzate dagli Usa. Il ministero dell’economia ha rivisto al ribasso, le stime sulla crescita del Pil del 2018, da +5,5% a +4% in vista di una stretta, pur in contrasto con il volere di Erdogan. Il rischio di un default intanto sale: l’esposizione sul dollaro ammonta a 148 miliardi (4 volte tanto il 2006), più 110 miliardi sull’euro. Oggi il crollo della lira prosegue e si aggrava, portando la valuta a nuovi minimi storici.

IL MONITOR DELLA BCE ANCHE SU BNP E BBVA

E gli effetti si fanno sentire. Il Financial Times rivela stamane che il Single Supervisory Mechanism, il braccio della Bce che vigila sull’attività delle grandi banche sistemiche, ha già acceso un faro sull’esposizione di Unicredit (che oggi crolla in Borsa del 4%), la francese Bnp Paribas e la spagnola Bbva. La banca italiana vanta crediti per 17 miliardi di euro, meno dei francesi (38,3 miliardi) e, soprattutto, del gruppo spagnolo, che vanta crediti per 83,3 miliardi. Unicredit ha già valutato la sua quota in Yapi Kredit (controllata al 40,9%) a 1,15 miliardi di euro da 2,5.

SOTTO TIRO IL RUBLO, FORTE CALO PER IL PETROLIO

Non meno turbolento il fonte russo. Soffre il rublo, a 66,03 su dollaro. Il cross è sui massimi degli ultimi due anni, dopo l’arrivo delle sanzioni degli Stati Uniti sulla Russia, ritenuta responsabile dell’attacco con gas nervino all’ex spia russa Sergei Skripal. Ma in questo caso la posta in gioco per l’Italia è assai più modesto: Recordati -0,4% e Buzzi -0,9% sono le società quotate a a Piazza Affari più esposte alla Russia.

In questo quadro si inserisce il forte calo del petrolio Brent -3,2%, a 71,9 dollari il barile, minimo delle ultime tre settimane. Ieri sera a Wall Strrt i petroliferi hanno perduto lo 0,9%. Occidental Petroleum-4,2%.

Facile prevedere che il calo si estenderà oggi in Piazza Affari. Ieri Eni-0,7%. Tenaris +0,8%, Saipem +2,5%, la migliore del paniere.

TOKYO DEBOLE MA SALE IL PIL

I mercati si avviano così ad un fine settimana dominati dalla cautela, nonostante segnali confortanti dalle economie, a partire dall’Asia.

La Borsa di Tokyo -0,5% è in calo stamattina, nonostante l’indice macro abbia battuto le stime: nel periodo aprile-giugno, la crescita è stata dell’1,9%. Nei primi tre mesi del 2018 si era registrata una contrazione dell0 o,9%. Il consensus si aspettava +1,3%. Lo yen si rafforza su dollaro: il cross dollaro yen è in calo dello 0,3% a 110,7.

Deboli le altre piazze. La Borsa di Hong Kong è in calo dello 0,8%, quella della Corea del Sud dello 0,9%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,3%.

A NEW YORK SALE SOLO IL NASDAQ, BITCOIN IN RIPRESA

A Wall Street l’avanzata di Apple +0,8% e di Amazon +0,6% ad un nuovo record assoluto ha permesso di compensarla frenata dell’energia e del settore chips, dopo il downgrade di Morgan Stanley.

L’indice Dow Jones ha chiuso in calo dello 0,29%, S&P 500 – 0,14%, Nasdaq+0,04%. Il bitcoin, sceso nelle ultime quattro sedute di oltre il 15%, rimbalza e sale del 3%, da inizio anno la perdita è del 52%.

MILANO -0,7% SALE SOLO FRANCOFORTE

L’economia della Zona Euro, seppure solida, necessita ancora di stimoli monetari da parte della Banca Centrale Europea, che non nasconde le proprie preoccupazione per i possibili effetti delle politiche protezionistiche, le più pericolose degli ultimi 50 anni. Il giudizio del Bollettino economico della Bce sintetizza bene l’attuale fase dei listini del Vecchio Continente: la congiuntura tiene, l’euro è solido ma le preoccupazioni (dazi e manovra italiana in testa) frenano gli animal spirits. Pictet Asset Management scrive di non aver assunto una posizione più aggressiva sull’equity, nonostante i segnali positivi sui fronti della crescita economica globale e degli utili aziendali, perché la guerra dei dazi continua a preoccupare.

Milano (-0,7% a 21.634,25 punti) è stato il listino più debole della giornata. Debole anche Londra -0,4%. Piatto il il Cac 40 di Parigi e l’Ibex 35 di Madrid. L’unico mercato positivo è il Dax di Francoforte +0,3%. Vola Adidas +9,4% sull’onda della trimestrale che confermano il boom di vendite nel periodo dei mondiali di calcio.

SPREAD STABILE SOPRA 250

Lo spread Btp/Bund resta sopra la soglia dei 250 punti. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il pari scadenza tedesco ha infatti chiuso gli scambi a 252 punti base, poco sopra i 251 punti della vigilia ma sotto i massimi di giornata. Poco mosso anche il rendimento del BTp benchmark decennale che si attesta al 2,90%, stesso livello della vigilia.

BAMCHE SOTTO TIRO, TIENE MEDIOBANCA

A frenare il listino è stato il settore bancario., il più sensibile ai segnali di tensione sulla finanza pubblica: il comparto italiano è arretrato dell’1,17%. In pratica invariato -0,08% l’indice europeo.

Bper Banca (-1,13%) ha perso ulteriore terreno dopo le perdite della vigilia. In ribasso Intesa (-1,06%) e Ubi (-1,04%).

Fa ancor peggio Unicredit-1,9%, mentre sale Mediobanca +0,41%. Crescono intanto le voci su una possibile disdetta anticipata del patto di piazzetta Cuccia da parte di Unicredit, a fronte dei dissidi tra Jean-Pierre Mustier e Alberto Nagel.

Debole il resto del settore: Credem -2,25%, Banca MPS in flessione dell’1,57%. In controtendenza Creval (+0,98%). La collaborazione con il Crédit Agricole “potrebbe sfociare in una partnership potenziale complessiva’ ha detto l’amministratore delegato Mauro Selvetti.

OGGI I CONTI DEL PIANETA UNIPOL

Riflettori accesi oggi su Unipol -2% e Unipolsai -0,19%, nell’attesa dei conti del primo semestre. Intanto il mercato si interroga su un possibile riassetto del gruppo, anche se l’ad, Carlo Cimbri, ha più volte allontanato l’ipotesi dell’accorpamento delle due società, definendola non necessaria e comunque non sul tavolo, almeno fino a quando Unipol Banca snon convolerà a nozze con un altro istituto (ovvero Bper).

NUOVO CEO PER CNH, RECUPERA FERRAGAMO GUCCI LOOK

Giornata negativa per la galassia Agnelli: Fca ha perso l’1%. Ferrari lo 0,4%. Il calo anche Cnh Industrial -1,6% ha registrato un calo dell’1,6%, nel giorno della nomina del nuovo ceo, Hubertus M. Muehlhaeuser, in carica dal 17 settembre.

Prosegue il recupero di Ferragamo +0,45% che dal 3 agosto, dopo la nomina di Micaela Le Divelec (ex Gucci) alla guida del gruppo ha guadagnato oltre il 5%. Positiva anche Moncler (+0,48%).

Male Aedes (-4,27%) dopo l’approvazione del progetto di scissione finalizzato a separare le attività tipiche della Siiq da quelle immobiliari di trading.

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