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Il caro-bollette e la stretta cinese sul lusso pesano sulle Borse

La crisi del gigante immobiliare cinese Evergrande spaventa i mercati con riflessi su tutta la finanza e sul lusso – Intanto, i prezzi delle materie prime volano -La Spagna addossa ai gestori il rincaro delle bollette e per Endesa (Enel) il conto è salato – Faro della Consob su Mediobanca/Generali – Bolloré verso la conquista di Canal Plus

Il caro-bollette e la stretta cinese sul lusso pesano sulle Borse

La crisi di Evergrande, l’immobiliare di Shenzhen gravata da più di 300 miliardi di debiti in dollari, ha ormai assunto dimensioni sistemiche. Il titolo (-8%) stamane vale un quarto di quello che valeva a inizio luglio e oggi i suoi bond sono stati sospesi dalla contrattazione. I timori di una ricaduta negativa su tutto il settore immobiliare e finanziario stanno penalizzando anche le banche e le società delle costruzioni, un settore che pesa per il 40% circa sul Pil cinese. Le conseguenze delle difficoltà di Pechino, per ora, si sono limitate ai listini asiatici, salvo l’importante eccezione del lusso. A distrarre i mercati ci pensa l’ascesa delle materie prime, segnale di ripresa ma anche miccia per innescare finalmente la svolta, probabilmente morbida, della Fed. “Il mercato – si legge in un report di Ig Markets – ha scontato in parte il fatto che Powell possa annunciare il tapering a novembre, ma molto dipenderà dal ritmo di diminuzione degli acquisti”.

LA SCURE DI XI ANCHE SUI CASINÒ DI MACAU

Quasi tutte le borse dell’area Asia Pacifico sono in calo. L’Hang Seng perde quasi il 2%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,7%. La stretta delle autorità colpisce ora anche i casinò di Macau.

Nikkei di Tokyo -0,8%. Kospi di Seul -0,6%. L’indice S&P ASX200 di Sidney, ricco di società legate al ciclo delle materie prime, è in rialzo dello 0,7%. La Borsa dell’India è sulla parità.

L’INDICE DELLE COMMODITY AL TOP. CORRE L’ALLUMINIO

L’indice Bloomberg Commodity ha toccato ieri sera i massimi dal 2015; stamattina è poco mosso, a 99,5. È ripartito il rally dell’alluminio, arrivato di nuovo in prossimità dei massimi degli ultimi sei anni. In rialzo di quasi il 2% il rame. Il future di riferimento del gas è su prezzi che non si vedevano dal 2013.

IL PETROLIO (+3%) DÀ LA CARICA A WALL STREET

Il petrolio WTI ha chiuso ieri in rialzo del 3%, a 72,8 dollari, massimo delle ultime sei settimane. L’ascesa del greggio ha sostenuto i listini Usa, tutti in rialzo: Dow Jones +0,65%, S&P +0,63%. Sale anche il Nasdaq (+0,85%), spinto dal buyback di Microsoft e dalla ripresa di Apple (+0,6%). I future di Wall Street sono in lieve ribasso. Ieri l’S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,85%. Treasury Note a dieci anni a 1,29%. Euro dollaro a 1,181.

AUSTRALIA-UK-USA, PATTO A TRE CONTRO PECHINO

Sul fronte geopolitico, da segnalare l’accordo in funzione anti Cina tra Usa, UK e Australia per allestire sommergibili nucleari.

CINA ED ENERGIA MANDANO L’EUROPA IN ROSSO

Ancora buone nuove dalla congiuntura dell’Eurozona. La produzione industriale è stata più forte del previsto a luglio, grazie all’aumento dei beni capitali e di consumo non durevoli. Secondo Eurostat, la produzione industriale nei 19 Paesi è aumentata dell’1,5% mese su mese a luglio, con una crescita del 7,7% su base annua, più di quanto stimato dagli economisti. Ma i numeri non sono stati sufficienti a compensare i timori per la frenata della Cina e la prospettiva della corsa dei prezzi dell’energia. Al proposito, arriva un amo interessato del portavoce del Cremlino Dimitri Peskov: “Un rapido avvio di Nord Stream 2, il gasdotto che collegherà la Russia alla Germania, bilancerebbe gli alti prezzi del gas in Europa”.

MILANO -1%: SOFFRE ANCORA LA MODA, MONCLER -5,1%

Utility e moda spingono al ribasso Piazza Affari (-1,02%) il listino peggiore, di nuovo sotto i 26 mila punti (25.740). Seduta in rosso anche per le altre Borse: Francoforte -0,66%, Parigi 1,04%, Madrid -1,69%, Londra, -0,23%.

Perdono ancora colpi le ammiraglie del lusso francesi: Lvmh e Kering cedono il 2,5% per i timori del calo degli acquisti cinesi. A Piazza Affari Moncler lascia sul terreno il 5,1%, Brunello Cucinelli il 2,8%, Tod’s il 3,5%. Giù anche i colossi dell’abbigliamento informale: Inditex (Zara) -3% dopo i conti in forte ripresa, H&M -1,6%.

Alla City crolla Just Eat (-4,6%) dopo la notizia dell’accordo tra Amazon e Deliveroo per la consegna gratis dei pasti a domicilio.

BOLLORÉ VERSO LA CONQUISTA DI CANAL PLUS

Ma la notizia del giorno è l’offensiva scagliata da Vincent Bolloré per diventare il patron assoluto dei media francesi. Il finanziere bretone, esaurita la lunga battaglia su Mediaset e forte dei 7 miliardi di euro che incasserà con la cessione di una quota di Universal da parte di Vivendi, ha avanzato un’offerta per il 18% del gruppo Lagardère, oggi nelle mani del fondo Amber. Se l’operazione andrà in porto (com’è facile, vista l’offerta di 24,10 euro per azione contro 19,40 sul mercato), con un assegno da 610 milioni di euro Bolloré salirà al 45% della società che controlla Canal Plus, le edizioni Editis ed il 54% di Hachette, l’etichetta più importante nella distribuzione dei libri. Non solo: conquisterà anche le redini di Europe 1, gruppo leader della radio francese. Il tutto in vista della necessaria Opa.

BTP IN ROSSO, SPREAD A 101

Seduta e in rosso anche per l’obbligazionario: il rendimento del Btp decennale sale leggermente a +0,7%, a fronte di un tasso del Bund che corregge al rialzo a -0,31%. Lo spread si porta a 101 punti base (+2,02%).

Bankitalia segnala che il debito pubblico italiano a luglio ha toccato il nuovo record di 2.725,9 miliardi, in rialzo di 29,7 miliardi sul mese di giugno.

TONFO DI ENEL, SALE LA BOLLETTA DI ENDESA

In forte flessione le utility, a partire dalla corazzata Enel, che lascia sul terreno più del 5% a fronte dell’emergenza “caro bollette”. Il gruppo paga, in attesa delle misure che verranno adottate dal governo italiano, le decisioni dell’esecutivo di Madrid, che ha già varato provvedimenti fiscali per ridurre l’impatto del costo dell’energia per le famiglie. Per la controllata iberica di Enel, Endesa, si prevede un salasso in termini di Ebitda nell’ordine di 150-200 milioni. In forte calo anche In calo anche A2a (-4,21%) e Terna (-2,09%).

Il governo è pronto a intervenire con uno stanziamento straordinario di almeno 3 miliardi per limitare gli aumenti delle bollette. Il provvedimento dovrebbe arrivare oggi in Consiglio dei ministri.

Chiude in rosso Mediaset (-1,68%) dopo l’avvio brillante in apertura sull’onda della raccolta pubblicitaria del semestre, in forte recupero di redditività.

GS PROMUOVE STELLANTIS, CNH VENDE CAMION ELETTRICI

Trova posto sul podio del Ftse Mib Stellantis (+2,29%), dopo la revisione al rialzo del target price da parte degli analisti di Goldman Sachs, che hanno confermato il giudizio “buy”.

Piatta Cnh. Nikola e Iveco consegneranno 25 camion elettrici al porto di Amburgo, uno dei più grandi d’Europa.

PIOGGIA DI PROMOZIONI PER STM

In vetta brilla anche Stm (+1,33%). Ridimensionato in parte l’effetto Apple (la Mela ha aperto in ribasso dopo la presentazione dei nuovi iPhone): il titolo è stato sostenuto dagli spunti emersi dalla presentazione tenuta dal ceo, Jean-Marc Chery, e della buona performance che sta vivendo il comparto auto: Equita Sim ha alzato del 10%, a 42 euro, il prezzo obiettivo sulla società di semiconduttori, ribadendo il rating hold con un target price a 42 euro. Credit Suisse (prezzo obiettivo da 41 a 46,5 euro) ha confermato la raccomandazione outperform.

Bene anche Poste Italiane (+0,9%): l’ad Matteo Del Frante ha annunciato che l’azienda punta nella logistica “a raddoppiare i nostri volumi rispetto a quelli del 2019” entro fine piano.

VOLANO TENARIS E SARAS

Corre Tenaris (+3,05%), salgono anche gli altri energetici: Eni +0,79%, Saipem +0,69%, Maire Tecnimont +0,61%, Saras +5,41%.

IL FARO DELLA CONSOB SU GENERALI/MEDIOBANCA

Dopo il confronto tra i consiglieri non esecutivi (8 a favore di Donnet, 4 per la coppia Caltagirone- Del Vecchio) salgono sia Generali (+1%) che Mediobanca (+1,6%).

Intanto, la Consob si muove sul dossier Generali, con una richiesta di informazioni per verificare l’effettiva indipendenza di certi consiglieri cruciali nell’iter di rinnovo del cda. L’Autorità dei mercati, ha ribadito il portavoce della Commissione, “segue sotto tutti i punti di vista e con grande attenzione” la sfida tra gli azionisti Caltagirone, Del Vecchio e Mediobanca su modi e nomi per il Cda triestino dal 2022.

Nel resto del comparto aumentano le vendite su Unicredit (-1,64%), mentre sono stabili Intesa Sanpaolo e Bper.

BRILLA SESA, SOFFRE AUTOGRILL

Brilla Sesa (+4,37%) dopo i conti. Equita e Intesa Sanpaolo hanno alzato il rating dopo i risultati oltre le attese del primo semestre.

Forti vendite su Autogrill (-2,9%): la società ha messo in cantiere

un maxi-rifinanziamento dell’ordine di un miliardo, strutturato metà in bond e metà in una revolving credit facility

ALL’AIM OPA DAGLI USA SU ENERGICA

A Piazza Affari è arrivata la 14esima Opa finalizzata al delisting del 2021. Ieri l’americana Ideanomics, produttore di veicoli elettrici, ha preannunciato un’offerta pubblica di acquisto totalitaria su Energica motor company, società modenese di moto elettriche di grossa cilindrata, dopo aver trovato un accordo con i suoi cinque fondatori.

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