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Ikea: addio Cina, viva il made in Italy

Il gigante svedese dell’arredamento ha deciso di trasferire alcuni centri di produzione dalla Cina e dalla Malesia all’Italia (in particolare in Piemonte) – “Attualmente è il terzo Paese in ordine di importanza per la nostra produzione e rappresenta una parte importante per il nostro sviluppo”, ha detto l’ad Lars Petersson.

Ikea: addio Cina, viva il made in Italy

Proprio nell’era della Cina mangia-tutto, in cui molte fabbriche (comprese quelle italiane) scelgono Pechino e dintorni per abbassare i costi di produzione e aprirsi nuovi mercati, la svedese Ikea inverte la rotta.

Ripercorrendo al contrario la rotta di Marco Polo, il gruppo dell’arredamento ha infatti deciso di abbandonare molti centri produttivi in Cina e in Malesia e di puntare sempre di più sull’Italia.

Lo hanno annunciato gli stessi vertici di Ikea presentando il report “Ambiente, sociale, risorse umane”, riferito al 2011 ma con ampie prospettive relative all’esercizio 2012: “Attualmente l’Italia e’ il terzo Paese in ordine di importanza per la nostra produzione e rappresenta una parte importante per il nostro sviluppo”, ha dichiarato l’amministratore delegato Lars Petersson.

Sempre più prodotti verranno dunque realizzati in Italia, in particolare in provincia di Verbania, dove verranno prodotti i rubinetti (finora realizzati in stabilimenti cinesi) e in provincia di Novara, dove la fabbricazione di alcuni giocattoli è stata trasferita dalla Malesia.

Per il made in Italy del gigante dell’arredamento si tratta di una vera e propria inversione di tendenza: negli anni ’90 produceva solo il 4% dei suoi articoli, adesso invece l’8% del catalogo Ikea proverrà dal territorio italiano.

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