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I venti di guerra in Siria e la frenata della Germania mandano in rosso le Borse: Milano -1,56%

I raid americani in Siria e la nuova frenata dell’economia tedesca mettono in crisi i mercati – Forti le perdite delle Borse europee: nuovo tonfo per Milano che cede l’1,56% – Anche Wall Street apre male – Bpm, Pirelli, Mediaset, Mediolanum e Prysmian i titoli più bersagliati – Yoox e Moncler, Autogrill, WdF e A2A in territorio positivo.

I venti di guerra in Siria e la frenata della Germania mandano in rosso le Borse: Milano -1,56%

Frena l’economia tedesca, si combatte in Siria. E le Borse, incalzate dalle cattive notizie, accentuano nel pomeriggio il ribasso. A Milano l’indice FtseMib scende dell’1,56% a quota 20.351 con cali diffusi su tutto il listino. La Borsa di Londra perde l’1,37%, Parigi -1,83%, Francoforte -1,43%. A Madrid l’Ibex scende dell’1,34%.

Sul fronte dello spread situazione tranquilla: la forbice tra Btp e Bund si mantiene sotto i 140 punti. Ma i titoli a lungo termine arretrano nel pomeriggio a fronte delle tensioni internazionali. 

Buon exploit per i titoli greci: il premier Samatras ha fatto sapere che Atene uscirà dal programma di aiuti prima del previsto

Gi scontri in Medio Oriente contribuiscono ad alzare l’ansia sui mercati finanziari, dopo i dati che segnalano il rallentamento dell’attività economica in Europa e soprattutto in Germania. 

In calo anche la Borsa americana: l’indice Dow Jones scende dello 0,3%, S&P500 -0,2%, Nasdaq -0,1%. Alibaba perde il 2%: prosegue l’assestamento in Borsa dopo l’esordio boom di venerdì (+38%).

Tra i singoli titoli sono in calo le società che per motivi fiscali hanno spostato la sede all’estero. Il segretario al Tesoro, Jack Lew, ha infatti annunciato una serie di misure tese a scoraggiare questa prassi, chiamata negli Stati Uniti “inversion”, rendendo il trasferimento molto meno vantaggioso dal punto di vista economico. 

La Big pharma AbbVie cede quasi il 2%. La decisione di Obama potrebbe mettere a rischio l’accordo in base al quale AbbVie dovrebbe rilevare per 55 miliardi di dollari Shire che a sua volta arretra di oltre due punti percentuali.

In forte ribasso a Piazza Affari il settore bancario. Cede Banca Popolare di Milano (-3,36%). Intesa perde l’1,8%, MontePaschi -1,8%, Ubi Banca -1,5%. 

Unicredit -2,36%: il Banco de Santander è favorito per l’acquisto del 50% di Pioneer, la società di asset management del gruppo. In gara per il 50% di Pioneer ci sono anche i due private equity Cvc (con il fondo di Singapore Gic) e Advent. Quest’ultima, secondo il Financial Times, sarebbe la più “vicina”.

Pioneer Investments è presente in 28 paesi, con un team globale di circa 2.076 professionisti, di cui 347 direttamente impegnati nella gestione degli investimenti. Al 30 giugno 2014 il patrimonio gestito risultava di circa 185,5 miliardi di euro. La valorizzazione corrisponde a circa 9-10 volte l’ebitda di 270 milioni di euro.

Arretrano i titoli dei comparti più legati al ciclo economico: Automotive -2,9%, Petroliferi -1,8%, Banche -1,3%. Fiat scende dell’1,6%, va peggio a Pirelli (-2,88%) su cui ha pesato il profit warning su Michelin.

Prysmian, uno dei leader mondiali dei cavi per il trasporto dell’energia elettrica, è scesa del 3%, a 14,37 euro: Citigroup ha tagliato il giudizio sul titolo a Neutral da Buy.

Telecom Italia chiude la seduta invariata a 0,888 euro. Tim Brasil si è accreditata oggi per presentare un’offerta per l’asta delle frequenze 4G nel paese sudamericano, in programma il 30 settembre. Oi non ha presentato domanda, alimentando le speculazioni di un prossimo takeover nel settore. Ma dai vertici di Telecom Italia si fa sapere che la società non prevede nulla in questa direzione, a causa dell’elevato debito di Oi. Il prossimo 25 settembre Telecom Italia ha fissato un cda che tratterà temi legati all’America Latina. 

In ripresa, invece, Yoox che dopo un lungo periodo negativo ha rialzato la testa mettendo a segno un +3,39% frutto anche delle indicazioni positive che stanno arrivando dal processo di quotazione della tedesca Zalando

La Juventus (+0,65%) ha chiuso l’esercizio 2013-14 con una perdita di 6,7 milioni, in netto miglioramento rispetto al rosso di 15,9 milioni dell’esercizio precedente. I ricavi sono cresciuti dell’11,3% a 315,8 milioni, mentre il risultato operativo è tornato in nero per 8,9 milioni dal rosso di 3,8 milioni di un anno prima, dice una nota. La campagna trasferimenti 2014-15, cominciata dopo il 30 giugno, ha prodotto plusvalenze nette da cessioni per 4,7 milioni. 

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