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I PIANI DEL GOVERNO – Banda ultralarga e piano per il Sud: ecco i fondi in arrivo

Renzi ha spiegato che il progetto per la copertura totale del Paese con la banda ultralarga vale in tutto 12 miliardi, 5 privati e 7 pubblici, di cui 2,2 sono già stati stanziati dal Cipe – Il piano per il Sud prevede di sbloccare quasi 100 miliardi tra vecchi e nuovi programmi Ue, ma anche un meccanismo premiale per le amministrazioni che sanno spendere.

I PIANI DEL GOVERNO – Banda ultralarga e piano per il Sud: ecco i fondi in arrivo

Un piano per la copertura totale dell’Italia con la banda ultralarga e uno per rilanciare il Sud. Questi i prossimi due interventi nell’agenda del governo Renzi. 

LA BANDA ULTRALARGA 

Il primo vale in tutto 12 miliardi: 5 privati e 7 pubblici, di cui 4,9 vengono da iniziative dell’Esecutivo e 2,1 dai Fondi strutturali Regionali. I primi 2,2 miliardi sono già stati stanziati dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica.

“E’ un’autentica novità per il nostro Paese – ha detto ieri il premier Matteo Renzi dopo il Consiglio dei ministri -, oggi deliberiamo i finanziamenti e in autunno partiranno i primi interventi. Abbiamo staccato il primo assegno: agli operatori di telefonia non rimane altro che mettersi in gioco. L’obiettivo è la copertura totale del Paese. Ingraniamo la quinta, la sesta marciando a tutta velocità verso la banda ultralarga. Questo è il futuro del Paese: se oggi siamo l’ultima ruota del carro, nel giro di un triennio saremo leader in Europa”.

Il presidente del Consiglio ha anche sottolineato l’importanza dell’accordo di ieri fra Tre e Wind e l’investimento di 750 milioni annunciato da Telecom per il Centro-Sud: “A quelli che dicono ‘ma che state facendo al sud?’, risposte migliori di queste non ci possono essere. Mentre qualcuno piange, altri fanno”.

IL SUD

E proprio in tema di Mezzogiorno, il nuovo piano – che sarà annunciato oggi da Renzi alla direzione del Pd – prevede di sbloccare quasi 100 miliardi tra vecchi e nuovi programmi Ue, svincolando dal patto di stabilità i cofinanziamenti ai fondi europei per 4 miliardi l’anno nel periodo 2014-2020 (quindi 28 miliardi in 7 anni) e introducendo un meccanismo che concede più soldi a chi sa spenderli, meno a chi arranca e zero a chi si ferma.

Nel dettaglio, le risorse comunitarie da destinare alle Regioni del Sud sono così divise: 9-10 miliardi di vecchi fondi europei sono da rendicontare entro il 31 dicembre (altrimenti andranno persi), 50 miliardi di fondi Ue della programmazione 2014-2020 e altri 54 miliardi del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) da utilizzare sempre entro il 2020, di cui 43 destinati al Meridione (l’80%). 

Ma come spendere i soldi a disposizione? Le intenzioni di Renzi sono di frazionare il programma in almeno quattro settori: industria e Pmi, cultura e turismo, scuola e ambiente, piccole e grandi opere pubbliche.

C’è poi il problema ancora irrisolto della cabina di regia: Graziano Delrio e Claudio De Vincenti si sono passati il testimone nel ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ma la delega ai fondi Ue è rimasta nelle mani del Premier. 

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