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I big del Web fatturano quanto il Pil Italia ma hanno evitato 50 miliardi di tasse. Amazon regina, boom delle cinesi

Studio Mediobanca: forte crescita dei giganti del software e web nel 2023, trainata da e-commerce, pubblicità e cloud. Microsoft, Alphabet e Amazon sono le prime tre per fatturato, ma le cinesi PDD e DiDi hanno i tassi di crescita più elevati. Enormi risparmi fiscali grazie ai Paesi a fiscalità agevolata

I big del Web fatturano quanto il Pil Italia ma hanno evitato 50 miliardi di tasse. Amazon regina, boom delle cinesi

Tornano a crescere i ricavi dei maggiori operatori mondiali del Software & Web. Nei primi nove mesi del 2023, i principali operatori mondiali nel settore del WebSoft hanno registrato un’inversione di tendenza rispetto al 2022, con un aumento del 10,6% nel loro fatturato aggregato.

Le performance più significative sono state osservate nei servizi innovativi per la mobilità, come Ride-hailing e Sharing Mobility (+23,8%), nelle attività di vendita di viaggi online (+20,4%) e nelle prestazioni di consegna a domicilio (+19,3%), con questo settore che sta sperimentando un notevole consolidamento. Nonostante la crescita del fatturato abbia coinvolto tutti i settori, le aree con maggiore impatto rimangono l’e-commerce (31%), la pubblicità (23%) e il cloud (16%).

È quanto emerge dall’indagine annuale sui maggiori gruppi mondiali Software & Web realizzata dall’Area Studi Mediobanca.

Lo studio analizza i dati dei primi nove mesi 2023 e del triennio 2019-2022 delle 25 maggiori WebSoft internazionali nel campo delle tecnologie web e software, di cui 11 hanno sede negli Stati Uniti, 10 in Cina, due in Germania e una in Giappone e Corea del Sud. Viene fornito, inoltre, un approfondimento sulle relative filiali italiane.

WebSoft: volano utili e redditività

Nei primi nove mesi del 2023, i giganti del settore WebSoft hanno evidenziato un solido miglioramento dei propri margini. La redditività operativa (MON) è aumentata del 31,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre gli utili netti hanno registrato un’accelerazione del 46,4%, raggiungendo livelli record. In media, ciascun operatore ha generato un profitto netto giornaliero superiore a 30 milioni di euro rispetto ai 21 milioni del 2022 e ai 27 milioni del 2021.

Nel 2022, il giro d’affari combinato delle principali 25 aziende WebSoft a livello mondiale ha raggiunto i 1.792 miliardi di euro, equivalente al 90% del PIL italiano. Un contesto dominato dagli Stati Uniti (70%) e dalla Cina (26%). Solo un esiguo 4% dei ricavi appartiene ai gruppi di altre nazioni

Le prime tre principali aziende sono Amazon, Alphabet e Microsoft, che rappresentano oltre la metà dei ricavi totali. L’azienda di Jeff Bezos, al primo posto dal 2014, contribuisce da sola con oltre un quarto del totale (481,9 miliardi di euro, di cui il 46,5% generato dal retail).

I tassi d’interesse non fermano i giganti

Nonostante l’aumento dei tassi di interesse, i giganti del settore WebSoft mostrano una crescita della liquidità dell’11,6%, portando l’incidenza sul totale attivo al 24,2% a fine settembre 2023 (rispetto al 23,5% di dicembre 2022, superiore all’11,4% della grande manifattura).

Oltre la metà dei fondi è investita in titoli a breve termine: 360,5 miliardi di euro, ovvero circa il 13% del totale attivo. Questo aumento della liquidità suggerisce la possibilità di futuri movimenti di fusioni e acquisizioni, oltre a preservare il potere della valuta in un contesto di inflazione diffusa.

Boom delle cinesi PDD e DiDi, bene Booking

Nei primi nove mesi del 2023, si registra un notevole aumento dei ricavi per diversi gruppi. In particolare, la cinese PDD (PinDuoDuo e Temu) ha mostrato un incremento del 75,0%, seguita dalla connazionale DiDi (+31,2%) e dalla statunitense Booking (+27,1%).

Per quanto riguarda la redditività industriale, Microsoft guida la classifica per l’ebit margin con il 44,4%, seguita da Oracle (43,7%), Adobe (34,2%), Meta (32,0%) e Booking (31,5%). Il valore medio del settore si attesta all’18,4%.

Il 2022 anno anomalo

Nel 2022, i giganti del settore WebSoft hanno sperimentato un anno anomalo con la crescita più bassa dei ricavi degli ultimi quattro anni, registrando solo un +9,6%. Questo risultato è significativamente inferiore ai tassi a doppia cifra dei periodi precedenti (+20,9% nel 2020 rispetto al 2019 e +24% nel 2021 rispetto al 2020). La redditività è diminuita, con un ebit margin del 14,7%, posizionando le multinazionali WebSoft al 5° posto rispetto ad altri settori.

Tuttavia, se si esclude l’e-commerce e si focalizza sull’aspetto digitale, l’ebit margin delle WebSoft raggiunge il 23,9%, piazzandosi al secondo posto solo dopo le case farmaceutiche.

Alla fine dello scorso anno la forza lavoro delle WebSoft contava quasi quattro milioni di persone in tutto il mondo, in aumento di un milione e mezzo di unità sul 2019, di cui +743mila assunti dalla sola Amazon, regina indiscussa per numero di occupati: 1.541mila a fine 2022.

Le 25 aziende WebSoft: capitalizzazione totale di oltre 8 mila miliardi

Dopo il calo nel 2022 che aveva portato le principali 25 aziende del settore indietro di due anni in termini di capitalizzazione di Borsa, il 2023 sembra segnare il ritorno della fiducia nei mercati azionari. Al 30 novembre 2023, i giganti del WebSoft hanno raggiunto una capitalizzazione di 8.767 miliardi di euro, evidenziando un aumento del 47,5% rispetto a dicembre 2022. Una crescita evidente anche in termini di rappresentanza sulle borse mondiali, passando dal 6,9% del valore complessivo delle borse mondiali a fine 2022 al 9,5% alla fine di novembre 2023.

Nel confronto con Piazza Affari, nonostante la buona performance della Borsa italiana nei primi nove mesi del 2023, le aziende WebSoft restano inarrivabili valendo complessivamente oltre dieci volte l’intera Borsa italiana.

Al 30 novembre 2023, il podio delle capitalizzazioni è occupato da Microsoft (2.581 miliardi di euro), Alphabet (1.528 miliardi) e Amazon (1.384 miliardi). Le migliori performance, tra dicembre 2022 e novembre 2023, sono, invece, state messe a segno da Meta (+165,9%) e Uber (+123,0%).

Le WebSoft e il fisco

Nel 2022, circa un terzo dell’utile ante imposte delle principali aziende WebSoft mondiali è soggetto a tassazione in paesi a fiscalità agevolata, generando un risparmio fiscale di 13,6 miliardi di euro nell’anno e accumulando 50,7 miliardi nei quattro anni dal 2019 al 2022.

L’aliquota media effettiva si attesta al 15,1%, inferiore alla teorica del 21,9%. Nel periodo 2019-2022, Tencent, Microsoft e Alphabet hanno beneficiato di risparmi fiscali rispettivamente di 19,2 miliardi, 12,3 miliardi e 7,1 miliardi a causa della tassazione agevolata.

A partire dal 2024, dovrebbe entrare in vigore in Italia la Global Minimum Tax, che imporrà un’aliquota del 15% sugli utili realizzati dalle multinazionali con un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro.

Le WebSoft in Italia

Le aziende del settore hanno una presenza significativa in Italia attraverso filiali controllate, prevalentemente situate nel Nord, specialmente a Milano e provincia. Nel 2022, il fatturato combinato delle filiali italiane ha raggiunto i 9,3 miliardi di euro, con un totale di circa 26,4 mila dipendenti. Rispetto al 2019, si registra un aumento di circa 11 mila lavoratori, principalmente grazie alle assunzioni effettuate dal gruppo Amazon, che detiene il maggior numero di occupati nel Paese con 16.250 unità nel 2022.

Per quanto riguarda la contribuzione fiscale in Italia, nel 2022 le filiali delle grandi aziende WebSoft hanno versato 162 milioni al fisco italiano, risultando in un tasso di imposizione effettivo del 28,3%. Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, il tasso di imposizione salirebbe al 36,0%.

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