Condividi

Guerra dei dazi, la Cina reagisce: 128 prodotti Usa a rischio

Nonostante il crollo delle Borse proseguito a Tokyo e Shangai, la guerra dei dazi tra Cina e Usa continua – Pechino minaccia dazi su 128 prodotti con aliquote del 15% e del 25% – Nel mirino anche il settore agricolo, la prima voce dell’export americano verso la Cina, vale oltre 14 miliardi.

Guerra dei dazi, la Cina reagisce: 128 prodotti Usa a rischio

La Cina non ha intenzione di starsene con le mani in mano mentre Donald Trump colpisce al cuore l’import di beni cinesi e prepara una ritorsione in piena regola. Nel frattempo lo spauracchio “guerra commerciale” continua a imperare sulle borse: dopo il tonfo di Wall Street anche Tokyo e Shanghai reagiscono alle decisioni Usa chiudendo le contrattazioni in profondo rosso: -4,51% per il Nikkei, -3,39% per Shanghai e -4,49% per l’indice di Shenzhen.

In base a quanto annunciato dal ministero del Commercio cinese – che continua a sperare in un dietrofront dell’ultimo momento da parte degli Usa – Pechino potrebbe adottare misure sull’import di prodotti Usa da suddividere in due gruppi. La Cina preannuncia inoltre l’ipotesi di far ricorso ad azioni legali secondo quanto previsto dalle norme del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. Pechino “sollecita gli Usa a risolvere le preoccupazioni cinesi il prima possibile”, si legge nel comunicato postato sul sito del ministero competente.

In base alle indiscrezioni, la guerra dei dazi potrebbe colpire 128 prodotti statunitensi come carne di maiale, frutta, tubi di acciaio, scarti in alluminio, vino ed etanolo, per un valore complessivo stimato in circa 3 miliardi di dollari nel 2017.

Come spiega l’Ansa, i suddetti beni potrebbero essere suddivisi in due gruppi: sul primo peserebbero dei dazi del 15% – stessa percentuale stabilita dagli Usa sull’import di alluminio – sul secondo si imporrebbe un’aliquota del 25%, come per l’acciaio negli Stati Uniti.

Al momento, quelle di Pechino rimangono sollo parole, ma nel caso in cui Donald Trump decidesse di procedere con “la guerra”, la Cina potrebbe mettere nel mirino anche il settore agricolo, vale a dire la prima voce dell’export Usa verso il Paese asiatico: nel 2016 gli Usa hanno spedito semi di soia verso la Cina per 14,2 miliardi di dollari.

Ricordiamo che, nonostante non ci siano ancora conferme ufficiali, gli Stati Uniti avrebbero deciso di escludere l’Unione Europea dalla nuova ondata di Domani, 23 marzo, dovrebbero essere diffuse le conclusioni di Bruxelles sul tema del commercio.

La questione riguarda anche il Regno Unito che punta dritto verso un’esenzione permanente.”Abbiamo lavorato duro per un’esenzione temporanea dell’Ue dai dazi Usa che abbiamo ottenuto, stamattina discuteremo di come poter assicurare un’esenzione permanente e quindi di quali saranno i prossimi passi da fare”. Così la premier britannica Theresa May al suo arrivo alla sessione di lavoro sui dazi del vertice Ue a 28 che è stata spostata a stamattina. “Vogliamo assicurare ai nostri lavoratori della siderurgia il loro posto di lavoro”, ha aggiunto.

“Il protezionismo commerciale è il rischio a medio termine più grande ora, visto che ha effetti diretti e porta con sé la possibilità di ritorsioni e perdita di fiducia”. Queste le parole pronunciate ieri, 22 marzo, dal presidente della Bce, Mario Draghi, dopo l’annuncio di Donald Trump di voler predisporre misure per 50 miliardi di dollari nei confronti della Cina, accusata di “concorrenza sleale” e di furto di proprietà intellettuale.

Commenta