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Gualmini (Istituto Cattaneo): “Renzi è in luna di miele con il Paese, faccia subito le riforme”

INTERVISTA AD ELISABETTA GUALMINI, presidente dell’Istituto Cattaneo: nelle elezioni europee “il premier ha superato ogni problema di legittimazione e ora deve agire” facendo subito le riforme, “se vuole capitalizzare il patrimonio di voti ricevuto” – “La legislatura sarà più stabile e l’Italicum vale ancora” – “Il M5S finirà per non valere più del 12%”

Gualmini (Istituto Cattaneo): “Renzi è in luna di miele con il Paese, faccia subito le riforme”

“Matteo Renzi ha superato ogni problema di legittimazione e deve agire, se vuole capitalizzare il patrimonio di voti ricevuto, almeno finché è in luna di miele con il paese”. Così Elisabetta Gualmini, presidente dell’Istituto Cattaneo, il centro bolognese che in queste settimane ha dato un importante contributo di analisi sulle elezioni europee, prima e dopo il voto. Con Gualmini First online discute la fase politica attuale e le prospettive future. 

FIRSTonline – Lo storico risultato di Renzi alle Europee va considerato un evento eccezionale o è replicabile? 

Gualmini – In questo momento è difficile dirlo. Le europee sono elezioni particolari, molto diverse dalle politiche. In quest’occasione si è manifestata una massiccia astensione nell’area del centrodestra e del Movimento 5 stelle, ma sono voti che alle politiche si ripresenteranno. Molto dipende da come Renzi sfrutterà il suo trionfo. Oggi le aspettative nei suoi confronti sono altissime, gli elettori pensano che il premier manterrà le promesse fatte. Il governo dovrà essere conseguente e procedere con l’abolizione del Senato e il varo della riforma elettorale. Insomma bisogna attuare quelle politiche di cambiamento tanto attese. 

FIRSTonline – Sono questi i cambiamenti che gli elettori chiedono?

Gualmini – Forse no. Gli elettori sono preoccupati soprattutto per la crisi economica e sperano in condizioni migliori per il lavoro e le famiglie. La situazione è drammatica e il pensiero di tutti corre lì. Per migliorare l’economia però c’è bisogno di una politica più snella, di un legislatore più efficace, ecco perché le riforme istituzionali sono prioritarie. 

FIRSTonline – A quali condizioni il premier potrà mantenere le redini?

Gualmini – A condizione che mantenga le promesse e lo faccia subito. Il PD è l’unico partito di governo premiato in Europa. Quasi tutti gli altri sono stati puniti dagli euroscettici. Renzi invece ha ricevuto una grande apertura di credito, al punto di essersi mangiato gli alleati. Alfano è inconsistente, ha raggiunto il 4% per un pelo e Scelta Civica è stata completamente cannibalizzata dal PD. Sono condizioni ottimali per prendere in mano la legge elettorale e l’abolizione del Senato, subito dopo viene la riforma del lavoro.  

FIRSTonline – Il voto europeo ha indubbiamente cambiato la scena politica…

Gualmini – Sì, oggi non si pone più la questione della legittimazione di Renzi. I suoi alleati sono indeboliti e nessuno può più dire nulla. Non c’è spazio per i ricatti dei piccoli partiti e per i malumori della minoranza PD. Anzi, nel partito sono già tutti saliti sul carro del vincitore. Per questo le riforme si devono fare adesso, altrimenti quando? Renzi è nelle condizioni più rosee per attuare la strategia che aveva in testa. Ha sostituito Letta sperando in una vittoria alle europee, cercando una forte legittimazione e l’ha trovata.

FIRSTonline – Alla luce dei risultati l’Italicum è ancora attuale o la legge elettorale dovrà essere ripensata?

Gualmini – Se si guardano bene i dati, la proposta resta valida. I flussi ci dicono che una destra e una sinistra ci sono ancora e ben distinte. Le forze del centrodestra sommate arrivano al 30% e sono ampiamente oltre Grillo che esce ridimensionato da questo “esame”. C’è però una crisi, una debolezza del centrodestra dovuta a un problema di leadership.

FIRSTonline – All’indomani delle elezioni l’Istituto Cattaneo aveva ipotizzato che Renzi avesse fatto breccia anche in Forza Italia, non incarnando più il “pericolo comunista”. Come mai il giorno dopo avete cambiato idea?

Gualmini: Perché nell’immediato non avevamo dati veri. Quando abbiamo potuto analizzare tutti i dati elettorali e studiato i flussi abbiamo verificato che la crescita del PD non veniva da lì, ma dal travaso di voti di Scelta Civica e dal fatto che il suo elettorato si è mobilitato in massa, al contrario di quando accaduto nel centrodestra. 

FIRSTonline – Il risultato europeo fa pensare che la legislatura arriverà alla fine naturale. Renzi potrebbe accorciarla se non riuscisse a fare le riforme?

Gualmini – Secondo me arriverà alla fine, perché, si ha l’impressione che il premier voglia sfruttare questa legislatura e le condizioni attuali per attuare il suo programma. Altrimenti rischia di perdere la scommessa con il paese.

FIRSTonline – Come può pesare sul percorso della legislatura l’arrivo del semestre europeo a presidenza italiana? 

Gualmini – È un’ulteriore opportunità. L’Italia oggi è nelle condizioni di spingere l’Europa verso una politica un po’ più espansiva. 

FIRSTonline – In questo quadro è più probabile che il nuovo Presidente della Repubblica venga eletto da questo Parlamento o dal prossimo?

Gualmini – Napolitano ha sempre insistito sulle riforme e se queste si faranno credo che il Presidente si dimetterà. 

FIRSTonline – Grillo che cosa farà?

Gualmini – Niente. Il Movimento si sta assestando, è in una fase anche psicologica di sgonfiamento e la spinta rinnovatrice di Renzi gli ha rubato un po’ la scena. Non credo che sparirà immediatamente, ma nel lungo periodo si trasformerà in una forza di opposizione, che varrà il 10-12 per cento e farà da pungolo al sistema.

FIRSTonline – L’unità dei moderati e la riunificazione tra Berlusconi e Alfano sono più vicine o più lontane dopo il voto europeo? E l’autocandidatura di Corrado Passera a guidare il nuovo centrodestra ha qualche chance? 

Gualmini – È presto per ragionare sull’aggregazione del centrodestra. È una valutazione rimandata alle politiche, quando si cercherà di federare i moderati per avere una massa critica più significativa. Ci vogliono nuove persone, nuove idee e nuovi programmi. L’esperimento di Passera è interessante, perché contribuisce a fornire idee fresche. Ogni fermento per un’alternativa al “berlusconismo” ha delle chance, ma i tempi sono lunghi, perché quell’area si deve rafforzare e ricostruire. Anche il centrosinistra prima di Renzi ha vissuto molti travagli interni. Lo spazio per lavorare è ampio, oggi il centrodestra è una grande prateria da conquistare, visto che quell’elettorato è sempre stato maggioritario in Italia, bisogna solo avviare un cammino. 

FIRSTonline – È finita l’”era Berlusconi”?

Gualmini – L’era di Berlusconi è in una fase crepuscolare, sia per motivi anagrafici sia per motivi giudiziari.

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