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Grecia, domenica si vota: Syriza resiste al ritorno di Nea Dimokratia

Domenica 20 settembre gli elettori greci tornano alle urne per eleggere il nuovo governo: il premier uscente è ancora in vantaggio nei sondaggi, anche se sente il fiato sul collo del principale partito di centro-destra – Indecisi al 10%.

Grecia, domenica si vota: Syriza resiste al ritorno di Nea Dimokratia

Per Alexis Tsipras si avvicina la prova del nove. L’ex premier greco, che si è dimesso lo scorso 20 agosto dopo aver incassato la prima tranche del terzo pacchetto di aiuti per far fronte alle scadenze del mese, chiede di nuovo la fiducia del popolo, che lo aveva eletto lo scorso gennaio con ampia maggioranza: la data fissata per le urne è domenica prossima, 20 settembre.

In meno di 9 mesi dal trionfo invernale è però cambiato tutto: Tsipras ha prima ingaggiato un lungo duello con le istituzioni europee, che sembrava aver portato a casa dopo che nel referendum indetto a luglio, nel quale aveva chiesto agli elettori di esprimersi sulla permanenza o meno della Grecia nel sistema dell’eurozona, la risposta era stata favorevole alla linea dettata dal premier con maggioranza del 60%. Poi però le cose sono cambiate: il braccio di ferro con l’Ue è stato perso, Atene ha dovuto accettare un nuovo piano di aiuti e lo stesso partito di maggioranza, Syriza, si è spaccato al suo interno.

Proprio per questo motivo, la riconferma di Tsipras non sembra così certa: i sondaggi indicano infatti una rilevante contrazione della popolarità di Alexis Tsipras, tanto che Syriza, tuttora favorita per la vittoria, rischia di esser sorpassata dai conservatori di Nea Dimokratia, il partito che più aveva sostenuto il “sì” all’ultimo referendum. Secondo un rilevamento Kapa Research pubblicato ieri dal quotidiano To Vima, Syriza è in lieve vantaggio con il 26,7%, ma il partito di sinistra è tallonato dal conservatore Nea Dimokratia con il 26,2%. Gli indecisi sono il 10,2%. Terza formazione sono i neonazisti dl Alba Dorata (7%), seguiti dai socialisti del Pasok (6,1%), i comunisti del Kke (5,9%), il partito centrista To Potami (5%), i ribelli di Syriza di Unione Popolare (4,2%) e l’Unione dei Centristi (3,6%). Il partito nazionalista dei Greci Indipendenti, che era al governo con Syriza, figura al 3,1% appena sopra la soglia minima del 3% necessaria per entrare in parlamento.

Secondo il rilevamento, il 36,7% degli elettori ritiene che Tsipras sia più adatto come primo ministro. Evangelos Meimarakis, ex presidente del gruppo parlamentare che in luglio ha assunto la guida ad interim di Nea Dimokratia sostituendo Antonis Samaras, arriva secondo con il 34,4% dei consensi. Ma nell’insieme l’elettorato è stanco, prostrato: il 63,3% ritiene che in Grecia le “cose vadano nella direzione sbagliata”, mentre solo il 24,4% vede un miglioramento.

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