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Google e l’immortalità: basteranno 200 pastiglie al giorno?

Ray Kurzweil, il chief futurist di Google, sta lavorando a un progetto per vincere la morte attraverso l’intelligenza artificiale: Bill Gates era entusiasta di lui mentre altri lo considerano un imbroglione – Ma resta un interrogativo cruciale: con l’uso estremo delle nuove tecnologie il nostro futuro sarà splendente o terrificante?

Google e l’immortalità: basteranno 200 pastiglie al giorno?

La colazione di Kurz 

Ray Kurzweil, il chief futurist di Google, dichiara di spendere “qualche decina di migliaia di dollari all’anno” per pillole dimagranti e per la sua dieta. Tutto parte da una buona colazione. Quella di Kurzweil prevede:

  • bacche (85 calorie per tazza)
  • cioccolato fondente infuso con caffè espresso (170 calorie per 30 grammi)
  • salmone affumicato e sgombro (100 calorie per una porzione da 90 grammi)
  • latte di soia alla vaniglia (100 calorie per tazza)
  • stevia (zero calorie) 
  • porridge (150-350 calorie per mezza tazza, a seconda degli ingredienti e del metodo di cottura)
  • tè verde (zero calorie) 

Kurzweil prende 100 pillole al giorno un po’ per tutto: dalla salute del cuore alla salute degli occhi, dalla salute sessuale alla salute del cervello. Sempre meno delle 250 di qualche anno fa, presumibilmente, grazie ai progressi della ricerca.

Per quanto riguarda la parte della colazione che contiene effettivamente del cibo, Kurzweil preferisce “carboidrati sani con meno calorie”. I “carboidrati sani” (al contrario dei “carboidrati insalubri”, che includono zucchero e carboidrati raffinati e pesantemente lavorati, come il pane bianco) sono tipicamente composti da cereali integrali, il che significa che contengono una parte preponderante di fibra, un componente degli alimenti aiuta il sistema digerente a lavorare senza intoppi. Quanto a “riempirsi di meno calorie”, i cibi più ricchi di proteine e fibre sono fondamentali per fare in modo che ciò accada.

Torniamo, quindi, alla colazione di Kurzweil. Le bacche e il porridge hanno un sacco di fibre, mentre il pesce affumicato e il latte di soia sono buone fonti di proteine.

Pollice su, signor Kurzweil!

Ma… La colazione non è, però, senza zucchero. Il latte di soia alla vaniglia ha 7 grammi di zucchero, quanti ne ha il cioccolato. E, anche se lo zucchero nelle bacche è naturale, ce ne sono ben 15 grammi. Se si aggiunge anche un paio di grammi del porridge, il primo pasto della giornata di Kurzweil include già oltre 30 grammi di zucchero.

Ciò si avvicina al massimo di 37,5 grammi che l’American Heart Association raccomanda agli uomini di ingerire al dì. Per le donne L’AHA consiglia di limitare l’assunzione di zucchero a circa 25 grammi al giorno.

In sostituzione di più zucchero Kurzweil sta usando la stevia, che non ha calorie. Anche se la stevia è senza zucchero e senza calorie, non abbiamo ancora abbastanza evidenze per affermare che la stevia (o altri sostituti dello zucchero senza calorie, come Splenda o Sweet-and-Low), siano completamente privi di conseguenze sulla salute. A questo punto, la prima domanda che sorge è, per chi già non lo conosca, “… ma chi è questo Kurzweil?”.

Chi è Ray Kurweil? 

Kurzweil aveva già spiegato, 10 anni fa tutti i dettagli delle sue scelte alimentari in un libro del 2009 dal significativo e programmatico titolo Transcend: Nine Steps To Living Well Forever (Trascendenza: nove passi per vivere in eterno).

Kurzweil, all’aspetto, sembra il gemello nerd di Woody Allen, scrive Caroline Daniel sul Financial Times in un lungo articolo sul supplemento del weekend dal titolo Breakfast with the FT: Ray Kurzweil.

Per certi versi Kurweil è una forza della natura come dimostra la sua biografia. Nella sua lunga carriera di inventore, una delle molte, ha inventato dei dispositivi importantissimi come la prima macchina di riconoscimento e lettura ad alta voce di testi stampati per i non vedenti, lo scanner piano con il primo OCR (riconoscimento ottico dei caratteri) e un sintetizzatore musicale in grado di riprodurre fedelmente il suono di un pianoforte.

Inoltre riflette e scrive sull’intelligenza artificiale (AI) da 50 anni. In The Age of Intelligent Machines (1990) ha predetto l’ubiquità di internet e l’ascesa dei dispositivi mobili. The Singularity is Near, il suo bestseller del 2005 incentrato sull’AI e sul futuro dell’umanità, ha avuto un’eco enorme, influenzando anche il nostro Gianroberto Casaleggio nella sua formazione di futurologo. Quando Kurzweil mostrò una bozza del libro a Larry Page, il co-fondatore di Google ne fu talmente impressionato da chiedere a Kurzweil di sviluppare le proprie ricerche in Google “Vieni qui — disse a Ray –, vieni a Google. Noi abbiamo le risorse, la potenza di calcolo, i dati e i talenti per sviluppare il tuo lavoro”.

Così nel 2012 è entrato a Google come direttore del gruppo di persone incaricate di sviluppare l’intelligenza delle macchine, con la denominazione di Chief Futurist (capo futurologo).

I sostenitori di Kurzweil lo chiamano “macchina del pensiero supremo” ed “erede legittimo di Thomas Edison”. Il co-fondatore di Microsoft, Bill Gates, lo ha definito “la persona migliore che conosca nel predire il futuro dell’intelligenza artificiale”. Per i suoi critici, invece, è “uno dei più grandi imbroglioni del nostro tempo”, e un “picchiatello narcisistico ossessionato dalla longevità”.

Dalla grande Vienna a New York 

Anche se appartiene alla seconda generazione, la storia di Kurzweil somiglia a quella di molti grandi intellettuali della grande Vienna, il cui contributo a modellare la contemporaneità non potrà mai essere sopravvalutato. Dopo l’Anschluss, nel marzo del 1938, i Kurzweil erano fuggiti dall’Austria per stabilirsi a New York, nel Bronx. Il padre di Ray, Fredric, era un pianista e direttore d’orchestra e la madre, Hannah, un’artista. Ray, nato nel 1948, è cresciuto in una famiglia ebraica borghese di artisti immigrati.

Di quegli anni Ray conserva ancora la collezione di libri di Tom Swift Jr, uno scrittore che l’ha ispirato a diventare un inventore. Un’altra influenza importante è stata la nonna, Lillian Bader, che ha scritto un libro di memorie, One Life is Not Enough (qualcosa che sembra fatto apposta per suo nipote) sulla sua vita in Austria. Quando Kurzweil aveva cinque anni, nel 1953, la nonna gli mostrò la sua macchina da scrivere meccanica la quale fece una grande impressione sul ragazzo:

“Sembrava una macchina magica. Si poteva prendere un pezzo di carta bianco e trasformarlo in qualcosa di simile alla pagina di un libro. Non era come gioco di prestigio, succedeva davvero, era tecnologia e la tecnologia è magia”.

Al liceo la sua prima grande invenzione fu programmare un computer per analizzare le melodie dei compositori e scrivere musica originale nello stesso stile. Con questa invenzione ha vinto vari concorsi nazionali, ha avuto una menzione da presidente Johnson ed è stato chiamato a prendere parte a un programma televisivo molto popolare, I’ve Got A Secret.

Nel 1970 si è laureato al MIT con una tesi su informatica e letteratura. Dopo la laurea sono seguite altre invenzioni. La più gratificante è stata la macchina da lettura per non vedenti a cui ha lavorato vari anni a partire dal 1973. “Il brivido di inventare — dice — è quando c’è un salto dalle formule aride tracciate su una lavagna ai cambiamenti importanti nella vita delle persone”. Il cantautore Stevie Wonder è diventato la prima persona a possedere la macchina da lettura Kurzweil.

L’avatar di Fredric Kurzweil 

Il legame con il padre è ancora fortissimo. Ray conserva centinaia di scatole piene di documenti di suo padre. Ci sono le lettere e anche pure le bollette della luce. Ci sono film da 8mm, fotografie e un sacco di dischi della sua musica. L’idea del figlio è quella è creare un avatar del padre basato su tutte le informazioni contenute in questi documenti che potrebbero essere indispensabili per ricostruirne la personalità. Per le persone che lo ricordano sarebbe un avatar indistinguibile dal vero Fredric Kurzweil. Addirittura questo avatar sarebbe più simile al padre di quanto sarebbe stato il padre stesso se fosse ancora in vita.

In futuro ci saranno microscopici nanobot in grado di modellare il cambiamento di qualsiasi cosa, persino congiungersi per formare schemi che imitano forme familiari di vita. Questa idea di creare un intero corpo virtuale con nanobot è però uno scenario del 2050. Ma entro il 2030 ci saranno milioni di nanobot nei nostri corpi per aumentare il nostro sistema immunitario, in grado di eliminare le malattie. Uno scienziato ha già curato il diabete di tipo I nei ratti con un dispositivo delle dimensioni di una cellula di sangue.

La sfida della morte 

L’interesse di Kurzweil per la salute è legato ancora al padre ed è di lunga data. Risale a quando aveva 15 anni e Fredric ebbe un infarto. Morì a 58 anni quando Ray aveva appena 22 anni. Kurzweil si rese conto che poteva avere ereditato le patologie di suo padre. A trent’anni, infatti, gli fu diagnosticato il diabete di tipo 2. Frustrato dai trattamenti convenzionali, si avvicinò a questa patologia con lo spirito dell’inventore. La sua convinzione era che si potesse superare la predisposizione genetica. Il senso comune dice che si tratta di geni all’80% e di stile di vita al 20%. Se si è diligenti, dice Kurzweil, è 90% stile di vita e 10% geni.

Anche se il 70enne Kurzweil ha un viso fresco (usa quotidianamente crema antiossidante per la pelle), sta invecchiando, anche se la sua età biologica potrebbe essere quella di un tardo quarantenne. Ma questo è niente rispetto all’obiettivo finale di Kurzweil che è quello di vivere per sempre. Ciò significa rimanere abbastanza in salute per arrivare a quello che chiama “Bridge Two, cioè il momento in cui la rivoluzione biotecnologica riprogrammerà la nostra biologia ereditaria” e poi al “Bridge Three”, il momento in cui la nanotecnologia molecolare consentirà di ricostruire il corpo umano.

L’estensione della vita oltre il limite biologico è stata una delle principali riflessioni di Kurzweil per decenni. Oggi questa missione fantascientifica di salvare l’umanità dalla morte è stata fatta propria dall’élite tecnologica della Silicon Valley. Miliardari come Peter Thiel, cofondatore di PayPal, definiscono la morte “il grande nemico”; la morte non è più vista come inevitabile ma come l’ultimo male da “distruggere”. Anche Google ha creato una società collegata, Calico, per combattere l’invecchiamento. Calico è nata proprio da un’iniziativa di Kurzweil che ha parlato della longevità al capo di Google Ventures. Adesso ne è un consulente.

L’uomo ha imparato ad accettare la morte, il ciclo della vita e tutto il resto, ma gli esseri umani hanno oggi l’opportunità di trascendere i limiti naturali. L’aspettativa di vita era 19 anni qualche millennio fa. Era di 37 anni nel 1800. L’estensione della vita è possibile. Se qualcuno trova una cura alla malattia è osannato, ma se qualcuno dice “preverrò la morte” è deriso, si lamenta Kurzweil. Nel 2009 uno scienziato della rivista “Newsweek” ha deriso Kurzweil, affermando che la sua è stata “la più pubblica crisi di mezza età mai vista prima”. Kurzweil afferma che l’errore fondamentale dei suoi critici è nel credere che il progresso sia lineare. La sua tesi chiave è che con la tecnologia il progresso può diventare esponenziale:

“La tecnologia dell’informazione è progredita esponenzialmente… 30 passi ti portano linearmente a 30. Uno, due, tre, quattro, cinque… 30. Con una crescita esponenziale, è uno, due, quattro, otto, sessantaquattro … un miliardo. Se il progresso della medicina nel passato è stato affidato al caso e alla fortuna, oggi stiamo iniziando a capire “il software della vita”. I dati del Progetto genoma umano consentiranno progressi esponenziali, non incrementali. Nei prossimi 20, 25 anni, supereremo quasi tutte le malattie e l’invecchiamento”.

L’Intelligenza artificiale 

Il suo progetto di “immortalità” è strettamente congiunto alla sua visione di intelligenza artificiale sul quale sta concentrando le sue energie intellettuali sia nel dibattito pubblico sia nella ricerca sul campo. 

Kurzweil, infatti, ritiene che entro il 2029 un computer raggiungerà i livelli umani di intelligenza. Realizzare questo avatar potrebbe dipendere dal suo lavoro a Google sulla comprensione del linguaggio naturale. Inoltre sempre entro il 2029, i computer avranno un’intelligenza emotiva e sapranno essere convincenti come le persone. Ciò implica che questi androidi avranno una propria volontà esattamente come le persone, non saranno soltanto giocattoli da spegnere e accendere. È una faccenda molto seria, non può essere solo sperimentazione. È qualcosa con cui non si può giocare. 

“Non sarà neppure noi contro loro  – precisa Kurzweil -. Abbiamo creato questi tool per superare i nostri limiti e ci siamo già integrati con loro. E non si tratta di qualche agenzia federale dell’intelligenza artificiale, ma di miliardi di persone che già interagiscono con dispositivi che sono nelle loro tasche”.

In un articolo del New Yorker del 2012 intitolato La nuova incerta teoria della mente di Kurzweil, Gary Marcus, un professore di psicologia presso la New York University, si è chiesto se la mente sia organizzata su un modello di riconoscimento gerarchico. Ha inoltre criticato Kurzweil per aver ignorato troppa psicologia umana e la teoria del comportamento irrazionale. 

Il compito di Kurzweil su Google è quella di spostare la ricerca dalle parole chiave verso modelli più complessi. Offre questo esempio di una possibile motivazione di questa ricerca. 

“Ieri sera ho incontrato una ragazza a una festa e abbiamo scambiato solo qualche parola, ma ho sentito un’attrazione immediata per lei. È realistico? Che cosa dice la letteratura psicologica su ciò? Il mio progetto a lungo termine  –  conclude  -  equivarrebbe ad avere da un sistema artificiale una risposta equivalente a quella data da una persona che, avendo revisionato tutta la letteratura sull’argomento, è in grado di fornire i giusti riferimenti e riassumere efficacemente le conclusioni”.

L’intelligenza artificiale è un campo di battaglia tra i tecnologi. Elon Musk, per esempio, ha definito l’AI “la più grande minaccia esistenziale dell’uomo”. Pur attento ai suoi pericoli, Kurzweil è frustrato dal modo in cui l’intelligenza artificiale viene presentata nei film, come una pericolosa forza separata dagli umani, un’invasione aliena di macchine intelligenti. Lui, invece, vede l’intelligenza artificiale uno strumento che consentirà a miliardi di uomini di migliorare le proprie capacità. Questi strumenti passeranno nelle nostre tasche direttamente nel nostro corpo e nel nostro cervello. 

Egli immagina il futuro come un progresso nella realtà virtuale. Dice: “Potremo consumare il nostro brunch all’interno del Taj Mahal o su una spiaggia del Mediterraneo e sentire l’aria calda e umida sul viso. Tutto sarebbe indistinguibile dall’esserci davvero. Questo succederà nei prossimi due decenni”. 

Da buon giocherellone cita la sua conferenza TED del 2001 dove, usando dei sensori, ha trasformato la sua voce in quella della cantante rock femminile Ramona e ha cantato White Rabbit dei Jefferson Airplane. “Ero una persona diversa, una giovane donna  – commenta Kurzweil -. Provavo un sentimento veramente liberatorio. Si può essere chiunque. Una coppia può invertire i ruoli”. Beh a voi la conclusione se il futuro potrà essere splendente o terrificante.

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