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Gli occhi dei mercati sulla Grecia: Borse, banche, titoli di Stato e spread in fermento

Draghi sulla Grecia: “Abbiamo tutti gli strumenti per gestire la situazione al meglio” ma con Grexit “entreremmo in acque inesplorate” – Botta e risposta tra Atene e Bruxelles sui punti della contesa – Le fibrillazioni di Borse, banche, bond e spread – Domani summit Fed sui tassi – Il FtseMib danza pericolosamente attorno al supporto dei 23mila punti base.

Gli occhi dei mercati sulla Grecia: Borse, banche, titoli di Stato e spread in fermento

A Milano l’indice FtseMib ha chiuso ieri in calo del 2,4%, poco sopra il supporto dei 22.300 (a quota 22.328 punti), dopo aver toccato un minimo di seduta a 22.295. Parigi ha perso l’1,5%, Francoforte -1,6%. Madrid -1,7%. La Borsa di Atene ha lasciato sul terreno il 4,68.

Ancora più rilevanti le tensioni sui titoli di Stato. Il rendimento del Bund decennale ha chiuso in calo allo 0,83%, sfruttando l’effetto fuga dal rischio. Sono saliti al contrario i rendimenti dei titoli di Stato periferici: il Btp decennale ha chiuso al 2,32% dal 2,21% di venerdì sera. 

Lo spread è salito a 151 punti base, dopo aver toccato un massimo a 163. Peggio ha fatto la Spagna, con il costo di finanziamento del Bono al 2,39% e il differenziale a 156 pb. In zona default i bond ellenici: il rendimento del biennale ha superato il 28% e quello del decennale è al 12,54%, per uno spread rispetto al Bund di 1.150 punti. 

DRAGHI

Una volta tanto l’intervento di Mario Draghi, ieri al cospetto del Parlamento europeo, non ha sortito effetti speciali sui mercati. I listini sono rimasti in negativo anche dopo il discorso del Presidente della Bce, sottoposto ad un fuoco di fila di domande quasi solo sulla Grecia. 

Il banchiere ha detto che la liquidità fornita alle banche elleniche ammonta a oltre 118 miliardi di euro. Per acquisti di titoli greci nell’ambito del quantitative easing, ha ribadito, serve un accordo con i creditori internazionali. La situazione economica in Grecia è drammatica, ma “non è responsabilità degli altri paesi dell’Eurozona o delle istituzioni europee”, ha continuato Draghi, ricordando le cifre: i 223 miliardi di prestiti bi- e multilaterali, più l’Ela, più i soldi del Fmi, più l’haircut del 53,3%.

L’Fmi è convinto che siano necessari ulteriori finanziamenti per la Grecia e il giudizio è condiviso da altre istituzioni. “Non voglio speculare su un possibile mancato pagamento” dei prestiti dovuti da parte della Grecia “perché abbiamo avuto la parola delle autorità greche che questi saranno fatti”. In caso di default della Grecia, ha detto ancora Draghi “abbiamo tutti gli strumenti per gestire la situazione al meglio”. Tuttavia, ha concluso, “entreremmo in acque inesplorate”.

BRUXELLES

La giornata ha registrato un continuo botta e risposta tra Atene e Bruxelles. Da Atene è arrivata l’accusa alla Ue di non aver tenuto degli sforzi greci per allineare il budget alle richieste dei creditori. “Ci chiedono – ha tuonato Yanis Varoufakis – di tagliare le pensioni, cosa che non faremo mai, dopo i sacrifici già imposti in questi anni”. “Stiamo portando sulle nostre spalle la dignità di un popolo – ha detto Tsipras – ma anche le speranze dei popoli dell’Europa…. Non è una questione di testardaggine ideologica, è una questione di democrazia”. 

Per tutta risposta Bruxelles ha presentato l’elenco delle richieste:

1) Sulle pensioni, la richiesta europea è che la Grecia avvii una riforma per realizzare risparmi pari a 1,8 miliardi di euro l’anno, pari all’1% del Pil. Atene offre risparmi pari allo 0,04% del Pil. 

2) Sugli stipendi pubblici, la richiesta della Commissione è che siano allineati alla produttività. 

3) La terza richiesta europea è che la Grecia migliori la riscossione dell’Iva, che attualmente è molto frammentata.

FED 

Alla vigilia della due giorni del comitato monetario della Fed dall’economia Usa sono arrivati segnali contrastanti. L’indice Empire State Manufacturing è sceso a -1,98 punti dai 3,09 di maggio, ben al di sotto del consenso; l’indice Nahb si è attestato a 59 punti a giugno, in rialzo rispetto al dato di maggio a quota 54 (consenso 56 punti).

Gli investitori attendono il meeting del Fomc di mercoledì e le eventuali indicazioni che emergeranno sul primo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Giovedì ci sarà poi l’Eurogruppo mentre venerdì sono in programma le scadenze tecniche. Il 19 è infatti il terzo venerdì del mese di giugno, in cui cadono le ‘tre streghe’ (scadenze trimestrali di opzioni e future su titoli e indici).

BANCHE

Le vendite hanno colpito ieri il settore bancario europeo (Eurostoxx Banks -2,5%) per le incertezze legate alla questione greca. Hanno fatto peggio gli istituti di credito italiani, penalizzati dall’allargamento dello spread dell’Italia. Guida i ribassi Ubi Banca (-4,83%),seguita dal Banco Popolare (-4,52%). Tra i Big Unicredit -3,82%, Mediobanca -3.24% e Intesa -3,24%. Bpm -3,15%.

Banca Monte Paschi (-4,12%) non festeggia la fine dell’aumento di capitale. A sottoscrivere l’aumento, oltre ai soci del patto Fondazione Mps, Fintech e Btg che ormai controllano soltanto il 5,48% della Banca, sono stati anche Axa (3,1%) e il socio privato Alessandro Falciai, che detiene poco meno del 2%. Mps ha provveduto a rimborsare i residui 1,071 miliardi di euro di nuovi strumenti finanziari (i cosiddetti Monti bond) pagando al ministero dell’Economia un corrispettivo di 1,116 miliardi, come previsto dagli accordi.

La stragrande maggioranza delle risorse è arrivata però dal mercato attraverso investitori istituzionali e fondi hedge. Nei prossimi giorni, dopo le comunicazioni a Consob, si saprà come è cambiato il quadro dei soci rilevanti. Il presidente Alessandro Profumo ha confermato che le sue “dimissioni arriveranno a breve”.

FINMECCANICA

Tonfo di Finmeccanica (ieri -2,7%). Il calo coincide, per paradosso, con una buona notizia: Atr, joint venture tra Finmeccanica e Airbus, ha annunciato ieri di avere ottenuto la firma per 46 ordini e 35 opzioni all’air show di Parigi, per un totale di 1,98 miliardi di dollari. Japan Air Commuter, che fa parte di Japan Airlines, ha siglato una commessa per otto ATR42-600, più una opzione e 14 diritti d’acquisto, valutati 496 milioni di dollari. 

Stm è scesa dell’1% a 7,25 euro, una performance migliore dell’indice FtseMib dopo aver staccato il dividendo trimestrale di 0,10 dollari per azione. La cedola annua è pari a 0,40 dollari ovvero circa 0,36 euro per azione pari a un rendimento lordo (yield) che sfiora il 5%.

OVS/YOOX

Ovs ha chiuso ieri in guadagno dello 0,8%, a 5,22 euro, in controtendenza. Venerdì il titolo ha segnato il massimo dalla quotazione a 5,445 euro. 

Yoox (-0,55%) ha resistito bene ai cali del listino grazie alle buone vendite di Net A Porter (+22%). JPMorgan (overweight) ha evidenziato che la fusione con la società inglese dovrebbe diventare effettiva tra la fine di settembre e l’inizio di novembre 2015 e che i conti trimestrali di Nap sono stati molto solidi.

Sul resto del listino si segnala Reply (+1,58% a 89,9 euro). Il management ha confermato la volontà della società di crescere all’estero, non solo in Germania e Gran Bretagna, ma anche in Brasile e negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda le operazioni in corso, Aedes perde il13,33%, mentre i diritti lasciano sul terreno il 17,65%. 

I Grandi Viaggi, anch’esso sotto aumento, guadagna il 19,96%, mentre i diritti cedono il 29,12%. Class Editori, infine, ha perso oltre il 9% nel giorno del raggruppamento delle azioni, nel rapporto di tre a uno.

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