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GENNAIO SPRINT IN BORSA – Il Ftse Mib guadagna il 7%: petroliferi giù ma Popolari e moda sugli scudi

Inizio d’anno scintillante a Piazza Affari: 36 dei 40 titoli del Ftse Mib in netto rialzo e spesso sopra il 10% – Soffrono i petroliferi (Saipem -8,4%) ma volano le banche popolari (Bpm +31,1%) e il lusso (Tod’s +26,5% e Ferragamo +25,9%) – Corrono Fca e la galassia Benetton – Exploit di Banca Etruria, La Doria, Banca Finnat e Biesse – Eeems maglia nera.

GENNAIO SPRINT IN BORSA – Il Ftse Mib guadagna il 7%: petroliferi giù ma Popolari e moda sugli scudi

Gennaio è stato un mese di guadagni per le blue chip italiane. Dei quaranta titoli del Ftse Mib, solo quattro hanno chiuso il periodo in rosso. Non solo: dei trentasei titoli che hanno messo a segno rialzi, la maggior parte ha archiviato performance sopra il 10%. Un inizio di 2015 scoppiettante quindi per il Ftse Mib, che inaugura l’anno con un progresso di oltre il 7% (+7,18%) e rialzi trasversali nei vari settori. 

IL PETROLIO COLPISCE GLI ENERGETICI
BPM SUGLI SCUDI, RIFORMA DELLE POPOLARI IN ARRIVO

A condizionare gli umori dei mercati non sono mancate le tensioni internazionali. Primo fra tutti il calo del petrolio che proprio in settimana ha sfondato al ribasso la soglia di 44 dollari al barile (il Wti) deprimendo energetici e materie prime. Se da un lato nel medio termine si tratta di un fattore che potrebbe migliorare il potere d’acquisto delle persone e ridurre i costi di produzione aiutando il rafforzamento della ripresa, non mancano i contraccolpi di un assestamento tutt’altro che indolore per il comparto. Le Big Oil stanno infatti già iniziando ad accusare il colpo e non sorprende che sul fondo della classifica mensile si posizioni Saipem con un calo dell’8,49% mentre Tenaris si è riportato in territorio positivo in extremis nell’ultima seduta del mese chiudendo con un bilancio di +0,99%. Eni riesce a strappare un +2,28%.

Le banche hanno registrato un mese positivo. Miglior titolo è stato infatti Bpm +31,12% che beneficia della scossa impressa dal governo Renzi con la riforma delle Popolari: il Consiglio dei ministri ha varato un decreto che obbliga le prime dieci banche popolari per attivi a diventare Spa entro 18 mesi, abbandonando quindi l’elemento caratterizzante del voto capitario, un meccanismo per cui a una testa corrisponde un voto indipendentemente dalla quota di capitale posseduta. Le altre popolari del Ftse Mib reagiscono però con rialzi più contenuti, probabilmente in diretta proporzione al grado di “inefficienza” del sistema di governance e in vista delle possibili aggregazioni che potrebbero innescarsi (Bpm è l’istituto popolare che maggiormente si dibatte da tempo in un assetto di controllo che ha reso difficoltoso il cambiamento e la crescita dimensionale). Banco popolare sale dell’11,45, Bper dell’9,62% e Ubi Banca del 2,4%. In luce anche Mediobanca (+13,98%) e Intesa Sanpaolo (+6,58%) mentre Unicredit scivola in calo del 2,21%. Continua a precipitare invece Mps (-15,15%). 

Il risparmio gestito riflette in Borsa l’ottimo momento che sta vivendo la raccolta ormai da più di un anno: Mediolanum sale del 19,28% e Azimut del 14,76%.

GUADAGNI OLTRE IL 20% PER LUSSO E GALASSIA BENETTON

Se il mese ha registrato anche una raffica di mosse a sorpresa da parte delle Banche centrali mondiali (dalla banca centrale canadese a quella svizzera), protagonista è stato ancora una volta Mario Draghi che nel consiglio del 22 gennaio ha finalmente lanciato il Qe. Da questa mossa è chiaramente arrivato un deciso sostegno alle piazze finanziarie che è riuscita per a neutralizzare i timori per la deflazione e le tensioni sul fronte greco. Le elezioni greche del 25 gennaio hanno portato al governo il partito Syriza di Alexis Tsipras che, pur rassicurando sulla volontà della Grecia di non uscire dall’euro, ha confermato una linea dura in relazione agli impegni del governo con la Troika e con i creditori, confermando subito anche lo stop alle privatizzazioni di energia e porti. 

Mentre la Borsa greca è stata investita dalle vendite le altre Borse sono riuscite nel complesso a rimanere a galla. A Piazza Affari una ventina di titoli ha messo a segno una performance superiore al 10% (di cui sette sopra il 20%). Oltre a due finanziari, gli acquisti hanno interessato anche il lusso: Tod’s è il secondo miglior titolo del paniere con un rialzo del 26,55, seguito da Ferragamo (+25,91) e un po’ più a distanza da Moncler. In evidenza anche Finmeccanica (+24,93%), che ha varato il piano 2015-2018. Wdf +23,09% spinto dall’interesse di alcuni investitori stranieri e, rimanendo nella galassia Benetton. Atlantia si ferma sotto il 20% con un progresso del 17,72%.

Andamento a due velocità invece per la galassia Agnelli: mentre Fca corre del 21,22%, Cnh si ferma a +0,21%. Exor mantiene invece le posizioni con un rialzo pieno di oltre il 6,16%.

Allargando lo sguardo a tutti i titoli quotati, Miglior titolo è Banca dell’Etruria e Lazio con un rialzo del 35,65%, seguita a ruota da Bpm. Si segnalano le performance di LaDoria. che sale del 29,72%, Baca Finnat (+27,98%) e Biesse (+29,60). In fondo troviamo invece Eems (-26,38%).

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