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Gaetano Rago, l’Italia verde a Battipaglia già proiettata nel futuro

Una laurea in business administration alla Luiss e un master alla London School of economics: il giovane imprenditore studia la proiezione del gruppo Rago, leader europeo nella quarta gamma baby leaf, nel futuro ispirandosi ad Adriano Olivetti e Ferrero. I suoi principi: Supply Chain sostenibile, Corporate Social Responsability, Vertical Farming, SmarTrack.

Gaetano Rago, l’Italia verde a Battipaglia già proiettata nel futuro

Uno che parte da Battipaglia per laurearsi in business administration economia e management all’università Luiss Guido Carli di Roma, che  dopo un master alla London School of economics inizia a lavorare nel settore della consulenza e dei servizi finanziari a Roma e Milano può legittimamente aspirare a orizzonti finanziari internazionali, a grandi scenari al di qua e al di la dell’oceano.

Ma per Gaetano Rago, 26 anni, l’America era ed è qui, o meglio nella bellissima piana di Battipaglia ai margini settentrionali della Piana del Sele, patria della Mozzarella di Bufala ma soprattutto terra benedetta da un microclima particolare per cui qualsiasi cosa si coltivi ha intensità e sapore straordinario. Lo aveva già intuito nel 1858 Ferdinando di Borbone re delle Due Sicilie allorché avviò la bonifica per lo sfruttamento di questi terreni alluvionali della Piana del Sele, secondo i dettami del barone Giacomo Savarese un’autorità indiscussa nel campo delle bonifiche, facilitando l’arrivo di famiglie terremotate provenienti dalla Basilicata e dalla provincia di Principato Citeriore per le quali realizzò una serie di residenze agricole.

A distanza di 160 anni, laddove c’erano terreni alluvionali oggi si è formata una agro imprenditoria moderna e competitiva della filiera orticola di prima, seconda e terza gamma. Ma che eccelle soprattutto nella quarta gamma prodotti ortofrutticoli di pronto consumo. frutta e verdure fresche, lavate, asciugate, tagliate, confezionate in vaschette o in sacchetti di plastica in atmosfera controllata o modificata. un importante polo di produzione che esporta in tutto il mondo.

Gaetano Rago è la diretta emanazione di questa imprenditoria illuminata. Non solo perché viene da una famiglia proprietaria di una delle aziende modello più importanti di tutta l’area, e di tutta Italia, il Gruppo Rago, 250 ettari di coltivazioni con metodi avveniristici, un portfolio clienti prestigioso, al secondo posto in Europa per quantità di rucola esportata, un fatturato che rasenta i 40 milioni di euro,  ma perché incarna i presupposti culturali e imprenditoriali che hanno segnato in questi ultimi anni il successo di quest’area, dove accanto a grandi realtà imprenditoriali sono sorte circa 3mila aziende (agricole e di trasformazione) con un’occupazione di 9mila persone circa, che realizzano un fatturato annuo di 2, 5 miliardi (in crescita costante del 15% annuo), per il 30% all’estero.

Passare dunque dalla London School of economics a impegnarsi nell’azienda di famiglia a Battipaglia è tutt’altro che riduttivo, è esattamente il contrario, equivale ad accettare la sfida di una logica di sviluppo imprenditoriale di dimensioni internazionali che si dovrà misurare con scelte non solo economiche ma anche etiche e sociali.        .

“Sin da piccolo – ammette – ho sognato di fare l’imprenditore, non per forza imprenditore agricolo nell’azienda di famiglia, ma imprenditore in generale. Mi ha sempre affascinato il poter organizzare i fattori produttivi e ricavarne il più possibile, per generare qualcosa di importante”.  Il suo mito era Steve Jobs “figura emblematica e sensazionale di un precursore dell’epoca moderna e anche il giovane Gaetano coltivava un sogno “non solo di essere un imprenditore, ma un imprenditore che riesca a creare qualcosa di grande, per sé, ma soprattutto, per gli altri. Mi vengono in mente esempi come Adriano Olivetti, ma anche come Ferrero, realtà nostrane che hanno saputo creare intorno a sé un ecosistema che ha generato benessere all’impresa, ma anche a tutto l’indotto e le zone dove esse si sviluppavano”.

Non so a questo punto si è capito di che pasta sia fatto questo giovane che non si trincera dietro costruzioni lessicali economico-tecnologiche, che passa con naturalezza dall’italiano all’inglese e viceversa, che non fa pesare il suo status e la sua formazione. Insomma, dietro questo apparato di cultura imprenditoriale è un umano e all’umanità del prossimo fa sempre riferimento, non a caso cita spesso Olivetti, il grande Olivetti che andrebbe studiato a scuola per i suoi insegnamenti responsabili. ” Sogno – aggiunge –  di creare una catena del valore, una supply chain sostenibile, per l’ambiente, socialmente e anche ovviamente economicamente. Credo che ciò si possa fare, con gli strumenti non solo imprenditoriali, ma anche finanziari e con l’aiuto e il supporto delle istituzioni”.

Il ché si traduce in una filosofia imprenditoriale che punta ad un approccio innovativo nel fare business, che mette al centro le persone e l’ambiente. ”Si parla spesso di un nuovo Green Deal – prosegue – e dell’attenzione che ora si pone ai temi di ecosostenibilità. Per quanto concerne l’ambiente, parlo quindi di modi ecosostenibili di poter generare valore. La natura e l’ambiente nel complesso sono per noi un bene inestimabile e facendo l’imprenditore agricolo, ne ho ancor maggiore consapevolezza. Spesso si può pensare che noi non rispettiamo l’ambiente. Ritengo invece che l’agricoltura è la sua principale alleata, noi che con la natura ci viviamo ogni giorno a contatto, ad essa siamo grati, perché grazie ai suoi frutti possiamo creare impresa e generare valore, per noi e per le nostre famiglie”. Ma il rispetto riguarda anche i terzi nel discorso di Gaetano Rago. “In questi tempi così difficili possiamo apprezzare maggiormente le relazioni umane, specie perché da esse ne siamo stati privati dal periodo pandemico, che ci ha privato dei momenti con gli affetti più cari, ma anche di una semplice stretta di mano o un abbraccio di un amico. Sono le persone che creano le imprese, esse sono appunto fatte in primis dall’organizzazione del personale e successivamente dell’utilizzo di esso con gli altri fattori produttivi. Credo fermamente in una Corporate Social Responsability forte, sia interna che esterna”.

Gaetano Rago

In pratica secondo la sua filosofia che a dire la verità suona insolita per il mondo industriale tradizionale l’azienda deve prendersi cura dell’ambiente che circonda l’impresa ovvero l’habitat, le persone, ’l’ecosistema. Ma all’azienda spetta prendersi cura delle risorse intrinseche. E’ dalla ottimale coniugazione di queste due filosofie che può nascere un forte vantaggio competitivo, “ma anche un forte legame che rende l’impresa più resistente durante i momenti congiunturali negativi come quello che stiamo vivendo”.

Affermazioni illusorie, Utopia? No di certo, nel Gruppo Rago di Battipaglia questi principi hanno trovato ampia applicazione: tra il 2019 e inizio 2020 l’azienda ha fatto importanti investimenti in innovazione e automatizzazione dei processi produttivi. Sono stati acquistati scanner ottici e macchine detorsolatrici di ultima generazione, che hanno automatizzato, velocizzato e incrementato la qualità del processo. “A fronte di questi investimenti – sottolinea con soddisfazione il giovane Rago – nel 2020 si sarebbe potuta ridurre la manodopera di circa il 20%, generando così anche una forte riduzione di una importante voce di costo. Tuttavia, in azienda, noi della famiglia abbiamo preso una decisione, a tratti anche coraggiosa, di non voler ridurre in alcun modo la manodopera, anzi abbiamo addirittura registrato un piccolo incremento. Ciò è stato fatto in ottica di investimento, vero e proprio. Abbiamo deciso che nonostante gli investimenti già fatti, il momento tra i peggiori fin ora vissuti, era possibile trovare un modo per fare ciò anche in maniera economicamente sostenibile. Abbiamo quindi riorganizzato il personale, creando manodopera molto più specializzata e nuove funzioni precedentemente non presenti. In questo modo abbiamo mantenuto ogni singola persona e abbiamo incrementato le competenze e skills dei nostri lavoratori. Le dirò di più, i KPI (Key Performance Indicators) di produzione, ci danno pienamente ragione”.

Dall’approccio umano passiamo poi all’approccio industriale e qui invece che di parlare con un imprenditore dell’ortofrutta sembra di essere catapultati all’interno di un centro sperimentale della Nasa dove si studiano le possibilità di vita vegetale su Marte.

Fra i vari progetti realizzati in questi ultimi tempi per il miglioramento qualitativo responsabile del prodotto e dell’ambiente val la pena di ricordare un impianto molto innovativo di Vertical Farming con il quale sarà possibile a parità di m2 con il suolo di avere una resa maggiore, ma con un utilizzo nettamente inferiore dei mezzi di produzione. Per essere concreti si ottengono gli stessi risultati con circa il 90% in meno di terreno (vengono utilizzati principalmente substrati), risparmiando oltre il 95% di acqua. In aggiunta a ciò, il gruppo oggi può vantare di utilizzare energia completamente pulita, basata sull’energia verde al 100% e su un enorme impianto fotovoltaico di proprietà. E quando si parla di energia verde è bene ricordare che una recente indagine ha valutato che una conversione totale all’energia verde in italia farebbe risparmiare ben 6.500 euro all’anno per cittadino e consentirebbe di evitare 40mila morti premature causate dall’inquinamento incrementando, inoltre, l’occupazione con la creazione di oltre mezzo milione di nuovi posti di lavoro.

Come si è detto a Battipaglia si ragiona già sul futuro e Gaetano Rago è impegnato in prima persona in questo ramo di attività: “Stiamo svolgendo – afferma – prove varietali sia in campo che in Vertical Farm, alla ricerca di quella che nel mondo del business verrebbe definita “The next big thing” (termine utilizzato principalmente nel mondo delle c.d. Big Tech)”.

Parliamo di Red Aztec, verdura mesoamericana che richiama la quinoa che fornisce semi dolci e foglie commestibili ricche di clorofilla, di Purple Rain, un cavolo originario del sud della Cina e del sud-est asiatico le cui foglie dalla forma a cucchiaio, si presentano di un colore porpora ed hanno un sapore lieve, di Komatsuna una cultivar di rapa a coltivazione biennale diffusa in Giappone di Malachai. Nomi esotici con i quali siamo destinati a familiarizzare in futuro.

Ma il regno aziendale di Gaetano Rago è l’innovazione tecnologica la sperimentazione di nuovi mezzi e macchinari green, la digitalizzazione dei processi, l’ampliamento e l’ottimizzazione dell’utilizzo degli strumenti informatici come le centraline meteorologiche, le sonde automatiche, l’irrigazione automatizzata e il software gestionale SmarTrack.

Insomma, il capitolo baby leaf che oggi, specialmente in tempi di Covid ha avuto uno sviluppo di mercato eccezionale, riguarda il passato. A Battipaglia i Rago stanno già decidendo quello che mangeremo e come.

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