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Francia in fiamme: violenze, saccheggi, arresti e feriti per le proteste per l’uccisione di Nahel

Scontri e disordini dilagano mentre le autorità lottano per ripristinare l’ordine pubblico. L’omicidio volontario di Nahel ad opera di un poliziotto è ufficiale

Francia in fiamme: violenze, saccheggi, arresti e feriti per le proteste per l’uccisione di Nahel

Negli ultimi giorni la Francia è stata scossa da violenti disordini in seguito alla protesta per l’uccisione di Nahel, un diciassettenne di Nanterre, da parte di un poliziotto. Più di 800 persone sono state fermate in tutto il paese, mentre nel centro di Parigi sono continuati i saccheggi per la terza notte consecutiva. Nella periferia del nord-ovest di Parigi, così come nel resto del paese si sono verificati scontri pesanti tra gruppi di giovani e forze dell’ordine. Centinaia di persone hanno lanciato fuochi d’artificio e sassi contro le forze dell’ordine, costringendo gli agenti a ritirarsi.

Le proteste durano ormai da tre giorni

Il ministero dell’Interno francese ha riportato che durante gli scontri della scorsa notte sono rimasti feriti 249 poliziotti e gendarmi. Il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che verranno dispiegate più forze dell’ordine per contenere la violenza e ha chiesto ai genitori di tenere i giovani a casa per evitare la diffusione delle proteste in tutto il Paese. Macron è tornato anticipatamente da Bruxelles, dove stava partecipando al Consiglio europeo.

La possibilità di dichiarare lo stato di emergenza in Francia a causa delle rivolte nelle banlieue non è più esclusa. Nella regione parigina, l’epicentro dei disordini, tutte le corse degli autobus e dei tram saranno interrotte entro le 21:00 ogni sera fino a nuovo avviso per garantire la sicurezza di agenti e passeggeri. Misure simili sono in vigore anche a Lione e Marsiglia.

La situazione degenera rapidamente, non solo a Parigi 

In tutta la zona di Parigi sono stati assaliti commissariati, municipi, scuole e palazzi, con incendi ovunque, auto distrutte e persino un attacco alla prigione di Fresnes. La situazione è quindi degenerata rapidamente, soprattutto a Nanterre, dove è stata data alle fiamme una filiale bancaria con gravi rischi per i palazzi adiacenti che sono stati evacuati. Nella regione di Lille, nel nord, sono state schierate truppe antisommossa insieme a poliziotti e gendarmi. A Marsiglia la situazione è diventata particolarmente difficile, con la polizia costretta ad evacuare l’intera zona del vecchio porto dopo gli scontri con i manifestanti.

I saccheggi e vandalismi sono continuati anche nel centro di Parigi. Decine di negozi, soprattutto di abbigliamento, sono stati assaltati. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha annunciato che “sono state date istruzioni sistematiche alle forze dell’ordine, che hanno già effettuato più di 100 arresti“.

Di fronte all’impotenza quasi totale della polizia di fronte a questi atti di violenza, il numero delle forze dell’ordine mobilitate è quadruplicato, con 40.000 poliziotti e gendarmi sul campo.

Aggiornamenti sul caso Nahel

Il poliziotto responsabile dell’uccisione di Nahel è stato ufficialmente accusato di omicidio volontario. Il suo avvocato ha dichiarato che l’uomo “chiede perdono alla famiglia” e ha sostenuto che ha sparato perché temeva di essere investito dall’auto, nonostante si trovasse di fianco al veicolo e non davanti. La madre di Nahel chiede giustizia e ha partecipato a una marcia in memoria del figlio, ma la presenza pacifica non ha impedito l’esplosione di violenza da parte dei black bloc, che hanno appiccato incendi e distrutto proprietà. 

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