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Fotografia, il Forte di Bard nelle immagini di Gianfranco Roselli

Le fotografie di Roselli percorrono i vent’anni del restauro architettonico che ha riconsegnato alla collettività il Forte di Bard, rendendolo un importante polo culturale e turistico della Valle d’Aosta

Fotografia, il Forte di Bard nelle immagini di Gianfranco Roselli

“Durante l’intera fase di ristrutturazione del Forte di Bard, alla principale attività di documentazione fotografica finalizzata a monitorare puntualmente gli aspetti tecnici e costruttivi del cantiere, ho affiancato una mia personale visione dello stesso luogo attraverso un percorso parallelo. Questo lavoro ha preso forma con il progetto editoriale “Storia di un’avventura”, di cui queste immagini sono un piccolo estratto”, scrive il fotografo torinese Gianfranco Roselli per presentare il suo ultimo lavoro durato vent’anni. 

Le fotografie che Gianfranco Roselli ha scattato nell’arco temporale di vent’anni sono confluite all’interno di una mostra fotografica che celebra l’anniversario dell’avvio dell’opera di recupero del Forte di Bard, in Valle d’Aosta. Attraverso una selezione di oltre sessanta immagini del fotografo torinese Gianfranco Roselli, l’esposizione che si intitola Storia di un’avventura – Forte di Bard 1999-2019, documenta il lungo e complesso restauro architettonico che ha riconsegnato alla collettività la fortezza, facendone un importante polo culturale e turistico.

Roselli ha scattato le sue fotografie sia prima sia durante i lavori di restauro, facendole diventare testimonianza della ricostruzione e rendendole capaci di offrire al visitatore un racconto fotografico costituito da immagini di architettura di interni ed esterni, delle varie fasi del cantiere, delle persone e delle maestranze al lavoro, le vedute e i paesaggi del Forte e dal Forte, le vie di comunicazione, i segni antichi e moderni sul territorio. “Ho avuto il privilegio di essere testimone di una fase in cui il Forte riprendeva vita, come un organismo in movimento che respira e si trasforma. L’idea di posare il mio sguardo su quei luoghi, attraverso il gesto fotografico, si tramutava in una forma di conoscenza, un approccio alla realtà più meditativo, un’osservazione più riflessiva sul mondo“, prosegue Roselli commentando il suo lavoro.

La mostra è ospitata dal 19 marzo al 17 novembre 2019, all’interno della più recente tra le sedi museali costruite, l’Opera Ferdinando, quella che accoglie il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere e all’interno della quale più delle altre sono conservati manufatti murari originali. I lavori custoditi nell’Opera Ferdinando permettono al visitatore una lettura degli interventi eseguiti, come ad esempio nel taglio delle solette o nel recupero degli intonaci.

“Man mano che procedevo con la documentazione fotografica mi rendevo conto che il mio lavoro era una vera e propria contemplazione, attraverso una lentezza dello sguardo riuscivo a comprendere e a vedere. A volte mi chiedevo se stavo facendo delle foto di architettura o dei ritratti, in cui facevo parlare le pietre, i mattoni, i muri, gli spazi luminosi o bui, e questa seconda ipotesi mi convinceva di più, anche perché dietro quei manufatti ci vedevo sempre la dignità dell’uomo stesso e del suo lavoro”, conclude il fotografo.

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