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Fonsai, débacle in Borsa: la Consob prende tempo sui prospetti, slittano gli aumenti

Dopo l’avvio pesante per il prezzo a forte sconto degli aumenti, nuova tegola sulla grande Unipol – Dalla Commissione non è ancora arrivato il provvedimento di autorizzazione per la pubblicazione dei prospetti – Paolo Ligresti attacca Mediobanca e Unicredit – il Pm Orsi incontra il custode del Trust di Premafin – Proto si candida a socio forte di Fonsai.

Fonsai, débacle in Borsa: la Consob prende tempo sui prospetti, slittano gli aumenti

È débacle in Borsa per il polo assicurativo. Fonsai è stata nuovamente sospesa per eccesso di ribasso al 19% e Milano Assicurazioni è tornata a scambiare, dopo l’asta di volatilità, in calo del 10%. Premafin cede il 6,4% mentre è ancora in corso il cda con all’ordine del giorno lo scioglimento del patto con Unicredit su Fonsai come richiesto dall’Antitrust. Crolla anche Unipol dell’8,4%. Le sospensioni al ribasso erano già iniziate in avvio di contrattazioni dopo che i cda di Fonsai e Unipol hanno comunicato i prezzi dell’aumento di capitale. Per Unipol lo sconto è stato del 27,2%  rispetto al prezzo teorico ex diritto delle azioni ordinarie e del 27,57% delle azioni privilegiate, calcolato sulla base del prezzo ufficiale di Borsa della giornata del 5 luglio 2012. Per Fonsai lo sconto è stato del  24,7% per le ordinarie e del 24,9% per le risparmio.

SLITTA L’AUMENTO DI FONSAI E UNIPOL

Dopo la conferma dell’esenzione all’Opa su Milano Assicurazione, arrivata in mattinata, nel pomeriggio si è registrato invece un nuovo e inatteso stop alla tabella di marcia, mentre il termine del 20 luglio quando scadrà l’esclusiva con Unipol si avvicina. Dalla Consob, che ha scelto la strada di maggiori approfondimenti, infatti non è arrivato il provvedimento di approvazione per la pubblicazione dei prospetti informativi. Lo hanno riferito le due società in una nota. Il calendario prevedeva l’avvio il prossimo lunedì 9 luglio ma era subordinato al rilascio, entro la mattinata di oggi, del provvedimento da parte della Consob. Che di sicuro non arriverà neanche nel pomeriggio di oggi. La Commissione, ha appreso Fonsai, “non provvederà, in data odierna, al rilascio del provvedimento di autorizzazione alla pubblicazione del prospetto informativo” e, quindi, l’odierna delibera, con cui il Consiglio di Amministrazione ha definito i termini dell’aumento di capitale non può ritenersi efficace”. Rimane così in fase di verifica, “di concerto con le banche del consorzio di garanzia in corso di costituzione”, l’aggiornamento della tempistica di esecuzione dell’aumento di capitale.

L’AFFONDO DI PAOLO LIGRESTI: DA MEDIOBANCA E UNICREDIT CONTINUE PRESSIONI

Tra ieri e oggi si sono poi registrate nuove mosse da parte degli attori in gioco nella partita. Ieri Sator e Palladio hanno fatto ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento con cui l’Isvap ha autorizzato Ugf e Finsoe ad acquisire il controllo di Premafin e delle sue controllate. Oggi l’affondo è arrivato da Salvatore Bragantini, amministratore indipendente eletto nella lista di Sator, e Paolo Ligresti che hanno votato contro la delibera assunta dal cda Fonsai sul prezzo dell’aumento sollevando dubbi sul consorzio di garanzia. Tra le motivazioni il fatto che ”non sono note le adesioni delle banche al Consorzio, che devono ancora essere formalizzate”, hanno sostenuto, ”esse potrebbero ancora chiedere rilevanti modificazioni ai termini del contratto” e che ”il contratto con il Consorzio di garanzia – in difformità dalla prassi di mercato – non dà sufficienti certezze in ordine all’effettivo ottenimento degli importi necessari ad eseguire l’aumento di capitale”.

Ma Paolo Ligresti, tramite il veicolo Limbo Invest, sferra un nuovo attacco anche contro il cda Premafin sostenendo, in una lettera, che Mediobanca e UniCredit hanno “travalicato i limiti di tutela dei loro diritti” e il Cda di Premafin ne ha “subito la forte influenza”. Di più, il figlio di Salvatore Ligresti sostiene  che ”l’operazione Unipol – come è evidente a tutti – è stata ideata, strutturata e, per quanto riguarda Premafin, di fatto imposta da Mediobanca e da UniCredit, principali istituti creditori della stessa Premafin e del gruppo Fonsai” e che ”le forti e continue pressioni effettuate negli ultimi mesi da dette banche, anche mediante pubbliche e private minacce di escussione dei pegni e di conseguente fallimento di Premafin (..), fondino il grave sospetto che le decisioni del Cda di Premafin”siano state in realtà assunte” dalla banche e che ”quindi il Cda non abbia adempiuto ai suoi doveri di indipendenza”. Nel frattempo, rimane in campo anche la magistratura e non si escludono nuove sorprese. Oggi il pm Luigi Orsi ha incontrato nella tarda mattinata il Custode dei trust offshore di Premafin, Alessandro Della Chà che ha chiesto la convocazione di un’assemblea per riesaminare ed eventualmente revocare l’aumento di capitale riservato a Unipol, chiedendo anche di sospenderne l’esecuzione fino all’assemblea. Premafin accogliendo la prima istanza ha però confermato la volontà di procedere nel frattempo comunque  all’aumento riservato a Unipol.

PROTO, IN FONSAI SAREMO SOCIO FORTE

Torna a farsi sentire anche il finanziere Alessandro Proto, ad di Proto Organization, che ha ribadito il proprio no all’offerta Sator –Palladio: “Sono settimane che diciamo che l’offerta Sator-Palladio non aveva i requisiti adatti per entrare nel progetto di sviluppo di Fonsai e finalmente se ne sono accorti anche i vari protagonisti di questa vicenda infinita che sembra arrivata al termine. Noi siamo pronti. Abbiamo 200 milioni di euro da investire nella compagnia assicurativa e vedremo a quanto ammonterà in termini di quote, un tale investimento”. Proto si candida così a essere un socio “forte e determinante ma, ha detto, sopratutto seguiremo la linea strategica impostata da Unipol con la quale abbiamo già avviato i primi contatti”.  Il finanziere ribadisce poi che dietro la Proto Organization ci sono “investitori esteri che credono nell’Italia e banche con le quale abbiamo fatto accordi sulla base di strategie di investimento a medio-lungo termine”.

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