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Fondi pensione: nel 2014 adesioni +5,4%, ma molti iscritti non versano

RELAZIONE ANNUALE COVIP – Il patrimonio delle forme pensionistiche complementari ha raggiunto 131 miliardi di euro, l’8,1% del Pil e il 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie – Il rendimento medio annuo negli ultimi 5 anni si è attestato al 4,8% per i fondi negoziali e al 5,2 per quelli aperti, contro il 2,4% del tasso di rivalutazione del Tfr.

Fondi pensione: nel 2014 adesioni +5,4%, ma molti iscritti non versano

Lo scorso anno il sistema dei fondi pensione è cresciuto del 5,4% rispetto al 2013 in termini di adesioni e del 12% in termini di patrimonio. Sono 6,5 milioni gli aderenti alle forme pensionistiche complementari, pari al 29,4% degli occupati. E’ quanto rileva la relazione annuale della Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione.

Sono cresciuti però anche gli iscritti che non versano contributi, pari a 1,6 milioni, con una prevalenza tra le adesioni individuali rispetto alle collettive e tra i lavoratori autonomi rispetto a quelli dipendenti. “Considerando gli iscritti al netto di coloro che hanno interrotto i versamenti contributivi, il tasso di adesione rispetto agli occupati è del 22,3%”, si legge nella relazione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione.

I fondi negoziali hanno 1,9 milioni di aderenti, gli aperti oltre un milione, quelli preesistenti 650mila. E’ continuata la crescita dei Pip, i piani individuali di previdenza, che hanno superato i 2,4 milioni di aderenti, e quella dei fondi aperti. La crescita degli aderenti al sistema, sottolinea la Covip, è il risultato dell’incremento delle adesioni individuali a Pip e fondi pensione aperti e ha riguardato tutte le categorie di lavoratori.

Il patrimonio delle forme pensionistiche complementari ha raggiunto 131 miliardi di euro, l’8,1% del Pil e il 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie. Nel corso del 2014 sono stati raccolti contributi per 13 miliardi di euro, 600 milioni in più rispetto al 2013. Dei contributi versati 5,3 miliardi di euro provengono da flussi di Tfr, di cui l’82% confluisce nei fondi pensione negoziali e preesistenti.

Covip fa sapere inoltre che lo scorso anno le forme pensionistiche hanno riportato “rendimenti positivi“, beneficiando del buon andamento dei mercati finanziari, sostenuti dalle politiche monetarie espansive e dalle migliorate condizioni dell’economia globale. 

I fondi negoziali e quelli aperti hanno ottenuto in media rendimenti pari rispettivamente al 7,3 e al 7,5%. I Pip (piani di previdenza individuale) nuovi (ramo III) Il ministero integra le comunicazioni del 25 maggio: 212.162 contratti di lavori in più in tutti i settori economici (incluso lavoro domestico e Pubblica amministrazione).

Il rendimento medio annuo negli ultimi 5 anni si è attestato al 4,8% per i fondi negoziali e al 5,2 per quelli aperti. Per i Pip è stato pari al 4,9% per i prodotti di ramo III e al 3,2% per le gestioni separate di ramo I. Nello stesso periodo, il tasso di rivalutazione del Tfr è stato del 2,4%. Rispetto al 2013 i costi medi sono rimasti stabili per tutte le forme di previdenza complementare. I Pip rimangono le forme più onerose, per le reti di collocamento e i relativi meccanismi di remunerazione.

“I fondi pensione e gli enti di previdenza privati – ha commentato Francesco Massicci, presidente della Covip – devono essere all’altezza della crescente rilevanza sociale che la loro attività sta assumendo. Il welfare integrativo rappresenta una fondamentale leva di governo per lo sviluppo di un più evoluto sistema di garanzie sociali e può offrire una risposta ai mutati bisogni della nostra società. Il momento attuale richiede un deciso salto di paradigma da parte dei fondi: nei processi organizzativi interni; nella capacità di gestire i rischi e di fronteggiare la concorrenza; nell’orientare le politiche di investimento verso un’allocazione più adeguata all’evoluzione del mercato; nella ricerca di dimensioni adeguate, che siano funzionali agli interessi degli iscritti”.

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