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FOCUS BNL – Debito pubblico: alla fine della crisi sarà un po’ più italiano

Report di FOCUS (Servizio Studi Bnl) – Agli investitori esteri il debito del nostro Paese non piace: da dicembre 2010 i titoli del debito pubblico italiano detenuti da non residenti sono scesi da 806 a 780 miliardi di euro – Le imprese e le famiglie italiane hanno invece avuto la sensazione opposta e hanno comprato Bot e Btp per quasi 40 miliardi di euro.

FOCUS BNL – Debito pubblico: alla fine della crisi sarà un po’ più italiano

Per la prima volta negli ultimi quindici anni, nel 2011, gli investitori esteri hanno disinvestito parte del proprio portafoglio detenuto in attività finanziarie italiane. Le vendite hanno interessato prevalentemente titoli pubblici. Da dicembre 2010 a settembre 2011, i titoli del debito pubblico italiano detenuti da non residenti sono scesi da 806 a 780 miliardi di euro.

La minore domanda di titoli pubblici italiani da parte dei non residenti ha trovato compensazione in un maggior interesse da parte degli investitori italiani che, tra gennaio e novembre 2011, hanno disinvestito titoli obbligazionari esteri per un importo sostanzialmente uguale a quello del disinvestimento di titoli italiani da parte di investitori stranieri. I dati della Banca d’Italia mostrano come, nei primi nove mesi del 2011, le banche, le famiglie e le imprese abbiano accresciuto il valore dei titoli pubblici italiani in portafoglio per quasi 40 miliardi di euro.

Le recenti tensioni sui mercati finanziari stanno gradualmente favorendo la composizione di un nuovo equilibrio nel debito pubblico italiano: si riduce il peso degli stranieri, cresce l’importanza degli italiani. La quota dei titoli pubblici detenuti da non residenti sul totale dei titoli del debito pubblico italiano è scesa dal 52,1% di dicembre 2010 al 49% di settembre 2011. Una bassa quota di debito detenuto da operatori esteri viene giudicata positivamente nella valutazione del rischio sovrano, rendendo il paese meno esposto agli effetti negativi delle tensioni sui mercati.

 

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Allegati: Focus n. 05 – 03 febbraio 2012.pdf

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