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Facebook: fake news e redditività pesano sul titolo

Nonostante gli ottimi dati trimestrali, gli investitori puniscono il titolo perché dalla società è arrivato un allarme su un’esplosione dei costi necessari per contrastare le fake news e i tentativi propagandistici come quelli legati al Russiagate.

Facebook pesa sul Nasdaq: i futures parlano di un’apertura in ribasso del 2%. Il gigante di Mark Zuckerberg ha chiuso per la prima volta un trimestre con ricavi trimestrali superiori ai 10 miliardi di dollari (+47% annuo) e ha realizzato utili in crescita del 79%, ma gli investitori puniscono il titolo.

Il motivo? Dalla società è arrivato un allarme su un’esplosione dei costi necessari per contrastare le fake news e i tentativi propagandistici come quelli che hanno visto arrivare sulla piattaforma inserzioni legate alla Russia. I costi dedicati alla sicurezza della piattaforma si aggiungeranno agli investimenti necessari per spingere sui contenuti video e sull’intelligenza artificiale. Tutto ciò andrà a pesare inevitabilmente sulla redditività del gruppo. “Proteggere la nostra comunità è più importante che massimizzare i nostri profitti”, ha detto Zuckerberg.

Il Ceo ha annunciato che il numero di dipendenti che lavoreranno sulla sicurezza di Facebook raddoppierà a 20mila entro fine 2018. Al 30 settembre, i dipendenti di Facebook erano 23.165, già in aumento del 47% su base annuale.

Il direttore finanziario ha fornito i numeri che hanno ulteriormente preoccupato gli investitori: nell’anno fiscale 2018 le spese operative balzeranno rispetto all’esercizio 2017 del 45-60%, un netto aumento dal +35-40% atteso per l’anno fiscale in corso. Questo boom è dovuto a tre fattori: prima di tutto, ha precisato il Cfo, gli investimenti “notevoli in persone e tecnologie per rafforzare il nostro sistema e prevenire gli abusi”; seguono quelli nei video e nelle “iniziative di lungo termine sulla realtà virtuale e aumentata, sull’intelligenza artificiale e sulla connettività”. A ciò si aggiungono gli investimenti nelle infrastrutture del gruppo per sostenere la crescita e migliorare i suoi prodotti. Dato che si aspetta una “continua decelerazione del tasso di crescita dei ricavi”, Facebook prevede che questi investimenti abbiano un impatto “netto negativo sui margini operativi”.

Il Cfo Wehner ha spiegato che a sostenere i ricavi da pubblicità sono i “prezzi delle inserzioni”, considerati un driver “sempre più importante” e un cambio di rotta rispetto al passato quando a fare da traino era la quantità in aumento delle inserzioni stesse. Lo stesso manager ha aggiunto che le spese per capitale nell’esercizio 2018 raddoppieranno sul 2017 a 7 miliardi di dollari. Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, ha spiegato che il gruppo vanta 6 milioni di “inserzionisti attivi” e che la sua app di condivisione di immagini Instagram ne ha due milioni.

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