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Export: l’agroalimentare resiste al Covid (+9,3%)

Nei primi sei mesi 2020 i prodotti agricoli sono tra i pochi in segno positivo (+1,1%), insieme ad alimentari e farmaceutica – Tra i principali mercati di destinazione si segnalano Germania (+11,5%), Usa (+9%) e Francia (+20%)

Export: l’agroalimentare resiste al Covid (+9,3%)

SACE evidenzia come anche a giugno le esportazioni italiane di beni siano state in crescita rispetto al mese precedente (+14,4%), mentre l’impatto della pandemia ha colpito soprattutto l’interscambio con India (-33,1% rispetto a giugno 2019), Mercosur (-32,7%), Africa settentrionale (-25,9%) e USA (-22,4%). Il bilancio tendenziale tra gennaio e giugno registra -15,3%, risultato condizionato dalla forte contrazione dell’export di autoveicoli (-32%), tessile e abbigliamento (-26,2%), altri mezzi di trasporto (-22%) e meccanica strumentale (-20%).

Alcune destinazioni nel primo semestre mostrano una domanda più forte della media complessiva, in particolare il Belgio (+3,3% rispetto allo stesso periodo del 2019), mentre trovano più in difficoltà le merci italiane dirette verso India (-33,8%), Spagna (-21,8%), Regno Unito (-19,8%) e Cina (-18,6%). La prima metà dell’anno ha confermato la resilienza internazionale di alimentari e bevande, soprattutto in Germania (+5,5%), Regno Unito (+4,1%) e Turchia (+1,1%). Performance molto positive anche per i prodotti agricoli verso Ankara (+10,7%) e Berlino (+10,5%), mentre a Londra le vendite di questi beni registrano un -1,3%, meglio quindi della media verso il Paese. In particolare volano i prodotti in metallo (+14,9%), che invece soffrono sia in Germania (-19,7%) che in Turchia (-9,7%). In forte caduta i mezzi di trasporto verso tutte e tre le destinazioni.

Osservando i raggruppamenti principali di industrie, si nota che nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni di beni di consumo hanno registrato la contrazione meno significativa (-10,1% rispetto allo stesso periodo 2019), nonostante il dato dei beni durevoli (-23,9%). Sempre negativa, ma migliore della media, la dinamica dei beni intermedi (-13,6%), grazie a prodotti chimici e articoli in gomma. Non si arresta la caduta dei beni strumentali (-21,2%), fortemente condizionati dall’incertezza globale, che tuttavia nel mese di giugno crescono del 23,6% rispetto a maggio. Il dettaglio settoriale mostra che i prodotti agricoli sono tra i pochi in segno positivo, insieme ad alimentari e farmaceutica, sostenuti dalla domanda francese, olandese, ceca, svizzera, cinese, giapponese, oltre che tedesca e turca. In territorio negativo, tra gli altri, apparecchi elettronici e macchinari, con questi ultimi però molto più penalizzati. Infatti, mentre per i primi ci sono geografie che mostrano una crescita (USA, Russia, Polonia, Rep. Ceca, Giappone, Regno Unito, Romania, Paesi Bassi e Belgio), per i secondi la domanda presenta un calo in tutte le principali destinazioni.

Secondo i dati pubblicati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo, il 2019 è stato un anno record per le esportazioni italiane di prodotti alimentari, raggiungendo quota 43 miliardi di euro, in crescita del +3,7% rispetto all’anno precedente. Da sottolineare inoltre le performance dei distretti agroalimentari, che hanno fatto registrare nel 2019 performance ancora migliori, con più di 19 miliardi di fatturato estero (+4,4% su base annua).

E proprio per quanto riguarda l’agroalimentare, nel periodo gennaio-marzo 2020 questa tendenza positiva del comparto ha registrato un ulteriore balzo in avanti, complice l’entrata in vigore delle misure di lockdown prima in Italia e poi in tutta Europa, modificando radicalmente le abitudini di acquisto dei consumatori. Infatti, nei primi tre mesi dell’anno i distretti agroalimentari hanno totalizzato un ammontare di 5,1 miliardi di esportazioni, in crescita del +9,3%, chiudendo così il miglior trimestre invernale di sempre. Tra i comparti che hanno trainato maggiormente l’agroalimentare italiano nel primo trimestre 2020 si evidenziano il vitivinicolo, che mantiene il suo primato con oltre 1,3 miliardi in crescita del +6,1% su base annua, mentre spiccano le filiere della pasta e dei dolci, che superano quota un miliardo di vendite estere, in aumento del +27,6% su base tendenziale. Da evidenziare anche le vendite di carni e salumi (+10,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e riso (+12,3% tendenziale). Vanno bene anche le performance di conserve (+5%), prodotti del lattiero-caseario (+4,6%) e olio (+3,6%). L’unica filiera in rallentamento è quella dei prodotti ittici, da ascrivere a una minore domanda da parte del canale ho.re.ca.

Gli analisti evidenziano come tutti i principali mercati di destinazione registrano nei primi tre mesi del 2020 alti tassi di crescita in termini di esportazione di prodotti alimentari, in particolare Germania (in aumento del +11,5%), USA (+9%) e Francia (+20%). L’unica eccezione riguarda il Regno Unito, che nei primi tre mesi del 2020 rallenta del -3,8%, anche a causa delle implicazioni derivanti dalla Brexit e dallo scenario di un possibile “no deal”.

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