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Export italiano: il rilancio parte da alimentare e macchinari

Se l’export Made in Italy verso i mercati UE sta perseguendo su tassi di crescita positivi che hanno portato la Bilancia Commerciale a superare quota 8 mld, spiccano performance e opportunità che arrivano da macchinari e alimentare.

Export italiano: il rilancio parte da alimentare e macchinari

Dallo scorso febbraio, l’export Made in Italy verso i mercati UE sta perseguendo, su base tendenziale, tassi di crescita positivi (+5,7% a luglio, superando per la seconda volta in assoluto i 22 miliardi di euro). Come già riportato nel Bollettino Export del MiSE, segnali favorevoli giungono anche dalle importazioni: nello stesso periodo dell’anno gli acquisti italiani sono incrementati, rispetto al corrispondente mese del 2014, dell’8,9%. Complessivamente, nei primi sette mesi di quest’anno, il nostro Paese ha totalizzato un surplus della bilancia commerciale di 7,6 mld, tuttavia in contrazione, a causa di un aumento delle esportazioni del 4,1% e di un maggiore incremento dell’import del 7,6%, di 3,7 mld rispetto all’analogo periodo 2014. Una situazione analoga all’UE si riscontra andando ad analizzare i dati del commercio internazionale. A luglio, così come accade da febbraio, le nostre esportazioni hanno registrato un tasso di crescita tendenziale positivo. In particolare, rispetto al corrispondente mese del 2014, le vendite di prodotti italiani nei mercati esteri hanno conosciuto un aumento del 6,3%, totalizzando il flusso record di 41,1 mld. Dall’elaborazione dei dati diffusi dall’Istat, inoltre, si rileva che a luglio la Bilancia Commerciale, per la prima volta in assoluto, ha superato la soglia degli 8 mld, grazie ad un incremento dell’export più marcato delle importazioni (4,2%). Infine, tra gennaio e luglio di quest’anno, le esportazioni italiane a livello internazionale sono cresciute del 5,2% mentre le importazioni sono incrementate del 4,7%. La principale conseguenza è stata allora quella di realizzare un avanzo record del saldo commerciale, pari a +26,5 mld.

Scendendo nel dettaglio, si rileva che ben 24 dei 28 Paesi comunitari hanno conosciuto incrementi positivi, di cui particolarmente considerevoli quelli di Cipro (+24,5%), Irlanda (+21,9%) e Croazia (+11,6%). In termini assoluti, la Germania detiene sempre la posizione di leader a livello europeo: tra gennaio e luglio ha visto, infatti, aumentare l’export del 6,9%, passato dai 657,9 mld, dei primi sette mesi 2014, agli attuali 703,5 mld (+45,6 mld di incremento). Tutti i principali partner europei, oltre al mercato tedesco, hanno realizzato performance favorevoli. Tra questi l’incremento relativo più ampio è stato totalizzato dal Regno Unito (+9,6%) seguito proprio dall’Italia con un +5,2%.

In particolare, come riportato dal focus SACE, la percezione del Made in Italy è ancora fortemente legata ai prodotti del settore agroalimentare. In realtà, questa parte dell’export nostrano, seppure importante, vale il 7% del nostro export: una percentuale maggiore viene rappresentata dai macchinari, per un valore pari a 74 mld, quasi tre volte tanto. Quello che emerge, tuttavia, è che negli ultimi dieci anni l’export di prodotti alimentari è cresciuto molto di più rispetto a quello di macchinari; negli ultimi tre addirittura due volte tanto, a vantaggio di tedeschi, americani e nuovi concorrenti. Secondo le previsioni pubblicate, l’export di macchinari italiani crescerà del 5% l’anno fino al 2018, raggiungendo i 90 mld. Se si promuovessero queste industrie come si sta facendo per i prodotti a valle, come appunto alimentari e bevande, si potrebbero ottenere nei prossimi 4 anni 12 mld di export in più. I mercati da approcciare sono molto eterogenei: dai principali importatori come USA, Cina, Germania, Regno Unito e Francia, verso i Paesi in forte espansione come Messico, Thailandia, Turchia, Arabia Saudita e Polonia.

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