Condividi

Enrico Letta: “Essenziale evitare lo scontro tra Europa e Grecia”

LECTIO MAGISTRALIS DI ENRICO LETTA ALLA SIOI – “Il romanticismo con cui si è affrontata la situazione greca si trasformi in realismo: Europa e Tsipras sono due treni in rotta di collisione, bisogna evitare lo scontro” – “Continuità con Napolitano alla presidenza della Repubblica” – “Barriere e differenze tra i 28 frenano la competitività europea”.

Enrico Letta: “Essenziale evitare lo scontro tra Europa e Grecia”

Stamattina, nella storica sala della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI) a Piazza San Marco a Roma , è tornato sulla scena pubblica l’ex premier, Enrico Letta, che ha tenuto un’affollatissima Lectio Magistralis sugli scenari internazionali. Il tema doveva essere incentrato sulla capacità dell’Italia di attrarre gli investimenti esteri, ma i noti eventi della notte di ieri hanno necessariamente deviato il focus della discussione sulle nuove sfide – e rischi – poste all’Unione Europea dalla vittoria della sinistra radicale di Tsipras alle elezioni greche.

Nella sua introduzione il Presidente della SIOI Franco Frattini ha sottolineato quanto importante sia lo scenario greco per l’Italia che è terzo creditore del debito di Tsipras e ha ricordato le prossime scadenze elettorali europee, evidenziando come sia realistico che possa verificarsi una convergenza di sentimenti anti-euro in Olanda, Francia e Spagna, dove Podemos assomiglia non poco a Syriza.

Condizioni esterne

“All’indomani del voto greco  – ha esordito Letta – appare chiaro come sia necessario pesare le parole e le promesse del leader Tsipras e le relative risposte arrivate da Bruxelles. Queste parole hanno viaggiato come due treni in direzioni opposte, in chiara rotta di collisione”.  Ma l’obiettivo di tutti non può che essere quello di “evitare la terza crisi nel giro di sette anni” evitando troppe rigidità sia da parte di Tsipras che della Troika. “Il romanticismo con cui si è affrontata la situazione greca, soprattutto dagli organi di stampa, deve tramutarsi in realismo. L’Europa, ma anche la Grecia – ha ricordato Letta – deve innanzitutto ringraziare l’ex Premier Samaras, che ha traghettato il popolo greco fuori dal periodo peggiore della crisi”. Letta ha però descritto Tsipras come una persona “pragmatica”, che ha fatto le sue promesse per vincere le elezioni. “Ora bisogna trovare la giusta commistione tra le due anime della situazione: se le promesse di Tsipras saranno mantenute, la terza crisi in sette anni sarà inevitabile e ci si farà tutti molto male. Bisogna, perciò, fare ogni sforzo per tenere la Grecia in Europa, perché l’effetto domino sarebbe imprevedibile e catastrofico. In questo scenario l’Italia è chiamata a giocare un ruolo importante, ma tutte le parti devono fare passi avanti perché il programma di Syriza non è coniugabile con l’impegno durato quattro anni – e ancora in corso – dei creditori”. La stessa logica del dialogo piuttosto che dello scontro deve valere tra Europa, Russia e Ucraina.

Nel discorso di Letta c’è anche spazio per un commento sulle necessarie riforme all’attività delle istituzioni europee. “Bisogna interiorizzare la logica di un’Europa a due velocità: la zona euro deve diventare tutt’uno sia a livello finanziario che economico, che politico. La crescita è materia europea e non solo nazionale, e le ricette devono essere comuni. In primis – per Letta – occorre facilitare le cross-border fusions tra i grandi gruppi dei paesi europei, che ora sono pressoché inesistenti. Si pensi solo al settore della telefonia mobile: In America ci sono 4 operatori come in Cina, mentre in Europa ne abbiamo 70. Quelle 70 aziende non saranno mai in grado di competere a livello globale come potranno invece quelle quattro americane e cinesi. Occorre comprendere che le barriere e le differenze tra i 28 sono un netto limite e non un vantaggio per la competitività europea”.

Condizioni interne

Letta, analizzando le problematiche interne all’economia italiana, ricorda come il sistema economico internazionale è diviso in imprese che operano principalmente o esclusivamente sulla domanda interna e imprese orientate verso politiche commerciali di scala internazionale. Le prime sono in netta difficoltà, mentre le seconde crescono sempre più, riuscendo anche a far fronte delle problematiche risalenti alle perdite del commercio interno. “In quest’ottica – ha proseguito l’ex Presidente del Consiglio – deve essere chiaro che attrarre investimenti e adoperarsi per essere competitivi nell’export, è un discorso unico: le due azioni devono viaggiare di pari passo, come due facce della stessa medaglia”. Nello stesso discorso, Letta ha inserito anche il tema dell’emigrazione e dell’immigrazione, che devono tornare a essere un valore: “Bisogna sfruttarne tutti i benefici, affrontandone le inevitabili difficoltà”. Ricorda, a tal proposito, che la percentuale d’immigrazione in Italia è la più bassa d’Europa, al 6-7%, mentre l’impatto che le problematiche connesse ha sull’opinione pubblica è estremamente forte.

Tre Gap da colmare

Tenendo chiaro che l’obiettivo delle politiche commerciali italiane deve essere quello di internazionalizzare quanto più possibile il sistema economico, Letta ha spiegato cosa manca all’Italia per essere efficientemente competitiva. In primis, occorrono strumenti finanziari innovativi come il principale incentivo allo sviluppo verso l’internazionalizzazione. Tra questi, ovviamente, Minibond ed Eurobond. Il sistema finanziario deve diventare, in sostanza, meno bancocentrico.

L’ex Presidente ha sollevato poi il problema dimensionale delle imprese italiane. “Le piccole e medie imprese devono essere complementari alla consapevolezza che il troppo piccolo non funziona nel sistema internazionale globalizzato. Perciò la crescita dimensionale è fondamentale e strumentale all’internazionalizzazione”.

Infine, Enrico Letta ha individuato una grave mancanza nelle strategie commerciali italiane nella totale assenza dell’Italia nel settore del retail. Nel merito, ha citato alcuni esempi di grandi gruppi quali LeClerc, Auchan o Carrefour, denunciando come in Italia ci si è sempre preoccupati solamente di dove andassero posizionati negli scaffali del supermercato i prodotti made in Italy. “Ci si dovrebbe chiedere, piuttosto quanto importante sia che il made in Italy raggiunga mercati anche lontani e imponga un’offerta che poi veicolerà necessariamente anche la domanda”.

Non poteva mancare una battuta finale sul Quirinale. Letta non ha fatto nomi, ovviamente, ma espresso chiaramente gratitudine per i nove anni di servizio al Colle di Giorgio Napolitano indicando nella continuità con la sua presidenza la caratteristica imprescindibile per il nuovo capo dello Stato.

Pubblicato in: News

Commenta