Condividi

Effetto serra, dal Canada arrivano le vacche “amiche del clima”

L’allevamento Loewith ha già inseminato artificialmente 107 vacche con il primo seme di toro a bassa concentrazione di metano: “Emissioni da bestiame ridotte del 20-30% al 2050”. Ma alcuni esperti avvertono: potrebbe creare problemi digestivi agli animali

Effetto serra, dal Canada arrivano le vacche “amiche del clima”

Arriva dal Canada una possibile soluzione, parziale ma non trascurabile, alle emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale. Ad esserne oggetto sono le mucche, tra le maggiori responsabili, loro malgrado, del fenomeno. Nel mondo ci sono infatti 1,4 miliardi di vacche e tramite le loro flatulenze rilasciano ciascuna 500 litri di metano in media al giorno, il che contribuisce per quasi il 15% all’emissione globale di gas (il metano è il secondo principale, dietro al diossido di carbonio) che provocano l’effetto serra.

Nuovo tipo di vacca che produce bassa concentrazione di metano

Nello Stato dell’Ontario, però, l’allevamento Loewith ha già inseminato artificialmente 107 vacche con il primo seme di toro disponibile sul mercato a bassa concentrazione di metano: a produrlo, per ora in via sperimentale, è l’azienda Semex, che sta già iniziando a distribuirlo in una ottantina di Paesi del mondo, tra cui Usa e Regno Unito. Ma il mercato potrebbe ben presto allargarsi, visto che Paesi come ad esempio la Nuova Zelanda inizieranno a tassare gli allevamenti di bestiame a partire dal 2025, e che persino multinazionali spregiudicate come Nestlé e Restaurant Brands International (che controlla la rete di fast food Burger King) hanno intenzione di porre la questione alle loro catene di fornitura.

In Canada, con le nuove vacche emissioni ridotte dell’1,5% ogni anno

Al momento, non ci sono ancora risultati che certifichino che il metodo, rivoluzionario, sia efficace. Semex giura che il seme di toro “green” potrà ridurre le emissioni di metano in Canada dell’1,5% ogni anno e del 20-30% da qui al 2050, e il Dipartimento dell’Agricoltura canadese ha confermato che sebbene non siano state fatte valutazioni precise, sembra che la diminuzione delle emissioni sia “estremamente importante”. Anche Frank Mitloehner, professore di scienze animali all’Università della California, interpellato da Reuters ha dichiarato che allevare vacche con bassa concentrazione di metano avrà “un impatto profondo” a livello globale. Tuttavia, altri esperti ritengono il sistema a rischio. Juha Nousiainen, vicepresidente di Valio, azienda di latticini finlandesi, sostiene ad esempio che intervenire artificialmente sul bestiame potrebbe creare problemi digestivi agli animali.

Le “climate-friendly cows” a confronto con le vacche “tradizionali”

A collaborare con Semex in questo progetto è un’altra azienda canadese, Lactanet, che si sta occupando di mappare le emissioni generate dalle vacche “tradizionali” di 6 mila allevamenti nel Paese, pari cioè al 60% dei caseifici di tutto il Canada. I risultati serviranno poi a fare il confronto le vacche di nuova generazione, le “climate-friendly cows”, come si è divertita a chiamarle Reuters. Ad oggi, questa iniziativa è al 100% privata, frutto di innovazione e sinergia tra varie realtà: il governo canadese non mette a disposizione finanziamenti, anche se Ottawa sta valutando di introdurre un credito di compensazione per la riduzione delle emissioni di metano. “La mutazione genetica – ha commentato Michael Lohuis di Semex – non è l’unico strumento che gli allevatori possono usare, ma potrebbe diventare quello più semplice e meno costoso”.

Commenta