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Effetto Renzi su Borsa e spread

Apertura boom per Piazza Affari, che guadagna oltre il 3% dopo il risultato delle elezioni europee che ha visto il partito del presidente del Consiglio trionfare e abbattere la concorrenza di Grillo e Berlusconi – L’affermazione di Renzi giova anche a rendimento Btp e spread, che aprono in forte calo – A Piazza Affari in evidenza le banche.

Effetto Renzi su Borsa e spread

Apertura in forte progresso per la Borsa di Milano all’indomani delle elezioni europee: l’effetto Pd fa immediatamente volare l’indice Ftse Mib oltre il +3% a 21.422,87 punti. In evidenza le banche, con Ubi banca (+5,2%), Bper (+5,12%) e Bpm (+4,83%) tra le migliori del comparto. Più timidi invece i rialzi delle altre Borse europee, con Francoforte che parte con il +0,6%, Parigi con il +0,2% dopo il trionfo della Le Pen, Madrid +0,4%.

Effetto Renzi anche sullo spread che, dopo aver aperto intorno ai 180 punti base, è immediatamente precipitato sotto la soglia dei 170 punti, con rendimento del Btp decennale di nuovo vicino al 3%, intorno al 3,07%.

Chiusi stamane i listini di Londra e New York, i mercati dell’eurozona affrontano da soli il test del dopo voto, senza la pressione della speculazione internazionale. A suonar la campanella d’avvio è un testimone d’eccezione: Mario Draghi. Il presidente della Bce ha fissato per stamane, ore 9 di Lisbona (le 8 in Italia) il suo intervento al Forum promosso dalla Bce. Il titolo? “La politica monetaria in uno scenario che cambia”. Ovvero, archiviata la partita elettorale, la parola passa alla banca centrale, che ha riunito in Portogallo i tecnici che in questi mesi hanno lavorato agli “strumenti innovativi” che Draghi ha promesso in funzione anti-recessione.

I mercati scommettono su un pacchetto d’urto robusto: taglio dei tassi dallo 0,25 allo 0,15%, accompagnato da interessi negativi sui depositi presso Francoforte; avvio di un nuovo Ltro ma, stavolta, impostato sul modello inglese del Funding for Lending, per favorire l’afflusso della liquidità alle imprese. Infine, nel giro di pochi mesi, il QE vero e proprio, basato anche sull’acquisto di Abs e altri tioli privati sul mercato.

PIRELLI, NELLA BICOCCA ENTRA ROSTNEFT

All’esame di Piazza Affari ci sarà anche la conclusione dell’accordo per l’ingresso di Rosneft al 50% di Camfin per 552,7 milioni. Esce Clessidra, l’altro 50% resta a Tronchetti, Intesa e Unicredit uniti in patto di sindacato prima della formazione di una Newco. Il closing avverrà entro il 30 giugno dopo di che Pirelli sarà sempre più una public company ma con un nuovo socio forte al fianco di Marco Tronchetti Provera. Nel week end Rosneft ha siglato un’altra intesa “storica”: la creazione di una jv per lo sviluppo del shale gas con la britannica Bp,

TELECOM, S’AVVICINA L’ORA X DI TELCO

S’avvicina il riassetto dell’azionariato di Telecom Italia in lieve rialzo +0,2% dopo una serie di sette sedute negative. A giugno si apre infatti la possibilità per i soci di Telco di uscire dal patto che li vincola all’interno della finanziaria che con il 22,3% del capitale è il primo azionista di Telecom Italia. 

Il presidente di Generali, Gabriele Galateri, ha confermato oggi che il gruppo assicurativo utilizzerà la finestra di giugno per uscire dal patto parasociale. Molto probabilmente lo stresso faranno anche gli altri due soci finanziari, Mediobanca (7,3% di Telco) e Intesa (7,3% di Telco). Telefonica, che possiede il 66% di Telco, non dovrebbe esercitare l’opzione per acquistare l’intera quota degli altri soci di Telco. Se Telco verrà liquidata, Telefonica diventerà il primo azionista di Telecom Italia con il 14,4%, seguita da Findim (famiglia Fossati) con il 5%. Le quote di Intesa e Mediobanca saranno dell’1,6%. Da inizio anno il titolo vanta un rialzo del 13%, contro una performance invariata dell’indice europeo Stoxx del settore tlc.

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