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Editoria digitale, tutte le scintille dell’estate 2015

L’estate di quest’anno è stata piena di novità per l’editoria digitale – Ecco i 15 fatti più importanti secondo il parere di un esperto – Dai giganti di Internet al crowdfunding e dal mobile marketing nelle aziende italiane alla sfida dello smartphone agli eReader – I brand sono i nuovi editori?

Le 15 cose notevoli comparse sul radar di Enrico Lanfranchi

Enrico Lanfranchi viene da una lunga esperienza nel digital publishing dove ha ideato e curato prodotti pioneristici e d’avanguardia. Oggi è uno dei maggiori conoscitori dell’esperienza e dell’evoluzione dei nuovi media nell’ambito dell’editoria. La sua lista degli avvenimenti più significativi del mese può essere un radar con il quale orientarsi all’interno di un comparto dei media che si trova in una fase di radicale trasformazione piena di difficoltà, incertezze, ma anche di opportunità sia per chi ha già delle posizioni consolidate sul mercato sia per chi vi si affaccia con l’idea di restarvi. Di seguito la hit parade di questi due caldissimi mesi estitvi del 2015.

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1. Telecom Italia, attraverso Telecom Italia Digital Solutions, ha acquisito la società Alfabook (dal Gruppo Hoplo)

L’operazione consente al Gruppo Telecom Italia di avvalersi delle competenze maturate da Alfabook tramite il sito proprietario Scuolabook.it. La nuova offerta Kit Scuola Digitale di Telecom Italia include infatti la piattaforma Scuolabook Network, che permette l’integrazione e la produzione di contenuti editoriali anche in logica SGC (Self Generated Content). La soluzione di didattica digitale Scuolabook Network è stata anche adottata nell’ambito del Progetto Scuola Expo, realizzato in partnership con Telecom Italia. La collaborazione con Alfabook si completa con l’offerta TIMYoungCollege, rivolta agli studenti, che comprende un bonus per l’acquisto di libri scolastici e manuali in formato digitale.

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2. Sfruttamento economico e pagamento delle royalties sulle informazioni editoriali e giornalistiche da parte dei grandi colossi digitali

Nel 2015 per i media video:

Netflix (fruizione film e serie tv da web) pagherà circa 3 miliardi di dollari in tasse e licenze all’industria televisiva e cinematografica;
Hulu (rete televisiva via cavo e via web) pagherà 192 milioni di licenza per la sola serie di South Park;
Spotify verserà il 70 per cento delle proprie entrate alle etichette musicali che detengono i diritti sul catalogo delle canzoni.

Per l’industria editoriale non cinematografica e televisiva:

Facebook è riuscita a firmare accordi GRATUITI, senza versamento di royalties con “New York Times”, “Buzzfeed” e “The Atlantic”, per la pubblicazione dei loro articoli attraverso la sua nuova funzione “articoli istantanei”.
Lo stesso genere di accordo gratuito è stato firmato da Apple News, Snapchat Discover e da una nuova e imminente funzione di Google.

Gli editori hanno utilizzato l’informazione digitale come “una sorta di esperimento, avanzando perché altri lo facevano” e perché “non potevano permettersi di non avanzare”, agendo sempre più frettolosamente perché non comprendevano la tecnologia. Il risultato finale è stato catastrofico, da macello; uno scenario definitivo in cui i nuovi editori digitali sono una frazione rispetto alle loro dimensioni analogiche.” Nel mondo dei media video “i licenziatari di eventi sportivi, programmi televisivi, film e persino canzoni. Sport, televisione e film hanno dovuto cambiare ben poco i propri accordi, rinnegando l’idea che questi contenuti potessero essere forniti gratuitamente.”

Da sottolineare che Apple ha avviato la creazione di  una redazione giornalistica propria per lo creazione e lo sfruttamento diretto dell’informazione, sostituendosi agli editori.

Il foglio | Linkiesta

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3.  Kindle Textbook Creator (Beta)

Amazon ha rilasciato un tool per convertire un pdf  o un file di Microsfot Word in un file da poter leggere sulla famiglia di e-reader Kindle e sulle applicazioni per dispositivi mobili. È un tool pensato soprattutto per i libri di testo che presentano complessità grafiche e d’impaginazione non riproducibili con i formati standard mobi e epub.

Le caratteristiche del tool.

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4.  Il Fire si è bruciato: fallimento dello smartphone Amazon con 4 fotocamere

Secondo il “Wall Street Journal”, Amazon sta rinunciando a proseguire nel progetto legato alla creazione e allo sviluppo dello smartphone Fire con 4 telecamere, lanciato a luglio 2014: i pessimi risultati commerciali hanno spinto alla chiusura del settore di ricerca.

Più in dettaglio.

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5.  Alle Pepoli libri digitali e autoprodotti A finanziarli ci pensa il crowdfunding

Claudia Balbi sul “Corriere della Sera” (Bologna) segnala il progetto di Archilabò, cooperativa sociale impegnata sul fronte dell’insegnamento ai ragazzi con Dsa, per le scuole medie Carlo Pepoli:  la pubblicazione di libri di testo digitali creati in classe dai ragazzi (mediante iPad o computer) con la supervisione di professori. Ogni paragrafo viene scritto di lezione in lezione fino a dar vita, nell’arco dell’anno scolastico, a un libro che verrà poi messo online e distribuito gratuitamente. Il primo ebook che verrà realizzato sarà di Geografia, sotto la guida del prof. Gabriele Benassi e si ispirerà ai principi del Life Long Learning. Ben settantasette enti privati hanno fatto donazioni sulla piattaforma di crowdfunding online di Telecom «WithYouWeDo», raccogliendo 35.353 euro.

Corriere della Sera

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6. Il mobile marketing nelle aziende italiane

Il Report 2015 dell’Osservatorio School of Management del Politecnico di Milano, analizza i settori con migliori performance e strategie più efficaci nell’uso di cellulari e smartphone. Nel 2014 si è registrata una grande crescita del mercato: in Italia si connettono a Internet dallo smartphone oltre 15 milioni di persone, e considerando anche i tablet si arriva a 16,4 milioni. Gli italiani passano più tempo a navigare dallo smartphone che non dal pc (90 minuti contro 70). Fra i giovani fino a 24 anni si sale a due ore giornaliere di navigazione da smartphone, ora utilizzato anche nel processo d’acquisto.

Fra le aziende l’evoluzione verso il mobile è diversa a seconda dei settori: ottimo grado strategico nei negozi fisici con il potenziamento del punto vendita, della relazione con i clienti. L’alimentare è ancora indietro: nel largo consumo la situazione è eterogenea ma cresce la consapevolezza del mobile come canale di individuazione dei clienti e di conoscenza del consumatore. L’approccio è strategico avanzato nelle imprese finanziarie e nel settore automobilistico. Tra le aziende Media & Entertainment il mobile è considerato strategico per vendita diretta, acquisizione clienti, conoscenza e fidelizzazione, ma si lavora ancora su user experience e offerta servizi.

Per saperne di più.

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7. La crescita delle scuole private nei Paesi in via di sviluppo

Rifacendosi a un articolo dell’”Economist”, De Mauro riconosce che le scuole private della rete BridgeInternationalAcademies, soprattutto grazie all’utilizzo di un materiale didattico di buon livello in formato digitale su tablet, nei paesi in via di sviluppo sono in notevole crescita e stanno svolgendo un’importante funzione pubblica. Punti di forza di queste risorse digitali sono il carattere standardizzato e il costo contenuto.

Leggi su Internazionale.

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8. Lo smartphone soppianterà gli eReader

Lo smartphone soppianterà gli eReader come strumento di lettura degli ebook. Calano le vendite dei dispositivi ma aumentano i lettori di ebook: nel 2013 erano 1,9 milioni (+18,9% sull’anno precedente), secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’Associazione Italiana Editori. A crescere è anche la fetta digitale nel mercato dell’editoria: +16% dal 2012 al 2013.  A questo proposito Nielsen, pur confermando il primato degli eReader sul mercato della lettura digitale, registra che il 54% di chi acquista ebook dichiara di averli letti, almeno una volta, dal telefono. Con dimensioni dello schermo più grandi – obiettivo al quale si stanno applicando i produttori – lo smartphone ha infatti una potenzialità di lettura ben maggiore rispetto al tablet e può rispondere alle esigenze di più larga fetta di mercato.

La Stampa.

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9.  ABA English, corso con film, vocabolario e grammatica per iPhone

Imparare l’inglese di  ABA English è un’app disponibile su App Store della American & British Academy: la sua peculiarità è nel metodo di apprendimento, basato su filmati che riproducono situazioni reali e dialoghi della vita di tutti i giorni. Un metodo, quindi, stimolante e al tempo stesso flessibile e adattabile alle più diverse esigenze.

Alla prima visualizzazione i video hanno i sottotitoli in italiano, vengono quindi proposti esercizi di ripetizione delle frasi e il confronto con la pronuncia dei protagonisti,  infine è possibile sostituire uno dei personaggi. Come ultimo step vi sono le lezioni vere e proprie: sempre a partire dai dialoghi del film vengono focalizzate regole grammaticali-sintattiche (legate, ad esempio, ai verbi) o riflessioni lessicali (legate alle parole utilizzate). Ogni unità si chiude con una verifica.

La metodologia di ABA English permettere quindi di imparare l’inglese nell’ordine naturale e senza sforzo, partendo dalla comprensione e dalla produzione orale per passare poi alla produzione scritta e alle conoscenze grammaticali. Anche la grammatica è proposta in formato video ed è spiegata dai docenti di ABA English.

All’inizio del proprio percorso di apprendimento la persona sceglie un livello, compreso fra quello base a quello molto avanzato. La prima lezione, che include un film e si conclude con una verifica, è completamente gratuita e permette di testare la metodologia di apprendimento di ABA English. Se si vuole proseguire, bisogna stipulare un piccolo abbonamento che consente di accedere a contenuti esclusivi a prezzi accessibili: è possibile infatti avere un insegnante di inglese a disposizione per qualsiasi chiarimento. Alla fine del corso è rilasciato  un certificato.

L’app può essere scaricata direttamente dall’App Store. ImpararelingleseABAEnglish, corso con film, vocabolario e grammatica (AppStore Link).

Leggi la recensione di iphonari.

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10.  Editoria, record “New York Times”, abbonati digitali oltre 1 milione

La transizione del “New York Times” verso il digitale sta dando frutti. Il prestigioso quotidiano ha detto di avere superato per la prima volta il milione di abbonati online il 30 luglio. Il ‘pay wall’ fu lanciato ufficialmente il 28 marzo del 2011. Agli abbonati online si aggiungono quelli che pagano per ricevere l’edizione cartacea del giornale e che hanno accesso libero al sito Internet (sono 1,1 milioni). In realtà le strategie di vendita delle informazioni rendono difficile il mantenimento dei margini nel digitale.

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11.  Google e gli editori spagnoli

L´introduzione, il 1 gennaio 2015 in Spagna, della “Google Tax”  per gli aggregatori di notizie online ha avuto risultati disastrosi nel paese iberico, provocando come reazione la  totale chiusura dei siti di aggregazione. Piuttosto di versare una royalty agli editori, gli aggregatori  hanno infatti preferito chiudere i siti (sono stati chiusi Google News, Planeta Ludico, NiagaRank, InfoAliment e Multifriki).

Maggiori informazioni.

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12. I brand sono i nuovi editori?

Nel mondo anglosassone si assiste a fenomeni di marketing editoriale da parte di aziende molto distanti dall’industria culturale: Casper, un’azienda che produce materassi, ha lanciato Van Winkle’s, magazine online dedicato alla cultura del sonno, dal taglio editoriale a metà tra il lifestyle e l’approfondimento scientifico, con una spruzzata di tecnologia qua e là. A guidare la testata l’ex direttrice del “New York Observer”, Elizabeth Spiers, e altri noti giornalisti americani. La creazione e lo sfruttamento diretto dell’informazione ha spinto anche Apple a creare una propria redazione giornalistica.

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13. Ricerca dell’istituto Ovum sul futuro dell’editoria

“Il digitale domina la scena, ma per l’editoria nel 2020 la stampa continuerà a essere la principale fonte di guadagno”: questo il titolo che sintetizza i risultati dell’analisi realizzata da Charlotte Miller sui dati contenuti nel  ‘Digital Consumer Publishing Forecast’, pubblicato dall’Istituto di ricerca Ovum.

A livello aggregato, combinando i guadagni provenienti dai giornali, dai libri e dalle riviste su più di 50 mercati nel mondo, si stima che nel 2020 solo il 24% dei profitti verrà dal digitale, partendo dall’attuale 14%, con una crescita annua del 13% che raggiungerà i 74 miliardi di dollari nel 2020, partendo dai 41 del 2015.

L’incremento dei profitti che provengono dal digitale dovrebbe a sua volta riguardare il libro più dei giornali e delle  riviste, come risulta dai grafici riportati su The media briefing.

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