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Economia, mercati e inflazione nel 2022: le previsioni di Intesa

La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha pubblicato l’outlook 2022 – Rallenta la crescita globale, ma l’Italia recupera – Inflazione transitoria, ma non scomparirà rapidamente

Economia, mercati e inflazione nel 2022: le previsioni di Intesa

La crescita globale rallenterà man mano che si ridurranno le politiche fiscali espansive, i mercati finanziari andranno incontro ad un periodo di maggiore volatilità, ma l’Italia continuerà a crescere.

IL 2022 TRA STROZZATURE E INFLAZIONE

Queste le previsioni per il biennio 2022-2023 della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, secondo cui “le prospettive dell’economia mondiale sono attualmente molto incerte” soprattutto a causa della persistenza delle strozzature di offerta  e dell’emergere di sintomi di eccesso di domanda negli Stati Uniti. Nonostante ciò, la crescita reale per l’economia rimarrà robusta anche nel 2022 (+4,6%), malgrado la pandemia e la decelerazione dei rimbalzi. “La pandemia di COVID-19 non ha smesso di influenzare l’economia globale, anche se ora ci si preoccupa meno delle conseguenze sulla domanda aggregata e più di quelle sui prezzi”, si legge nel report.

Notizie in chiaroscuro sull’inflazione, che secondo la Direzione Studi e Ricerche di Intesa, l’anno prossimo calerà “per il minor contributo dei prezzi di beni e servizi energetici. Al contrario l’inflazione sottostante potrebbe salire ancora”. In ogni caso, non vedremo scenari di “grande inflazione” come quelli vissuti negli anni Settanta del secolo scorso: “i cambiamenti nel mercato del lavoro e negli obiettivi della politica monetaria escludono una ripetizione di quell’esperienza”, assicurano gli economisti.

In questo contesto, si prevede che la svolta del ciclo di politica monetaria sarà attuata più rapidamente di quanto si ipotizzasse a settembre.

LE PREVISIONI SULL’ITALIA

E l’Italia? Per il nostro Paese la Direzione Studi di Intesa Sanpaolo prevede un rialzo del Pil del 6,2% per il 2021 e del 4,3% per il 2022. I livelli pre-Covid saranno raggiunti già entro la prima metà del 2022, “anche se l’output gap si chiuderà verosimilmente solo nel 2023, e il recupero dei ritmi di crescita pre-pandemici è rimandato, nel nostro scenario, al 2024”, sottolinea il report.

Dal lato della domanda, la crescita sarà trainata ancora dai consumi, che nel 2022 si espanderanno di oltre il 5%, mentre gli investimenti rallenteranno dopo i ritmi a due cifre di quest’anno, mantenendo però un tono molto robusto. La stima è pari a +6,3% nel 2022 dopo il +15,8% del 2021, una performance possibile grazie anche agli effetti degli incentivi fiscali e dei programmi infrastrutturali inclusi nel PNRR. All’orizzonte ci sono però dei rischi derivanti “dagli effetti delle strozzature all’offerta e dello shock energetico, nonché agli sviluppi della quarta ondata pandemica”.

L’INFLAZIONE

L’inflazione nell’area euro ha visto una rapida accelerazione negli ultimi mesi, sino a toccare il 4,9% anno su anno di novembre (massimo da quando esiste una serie comparabile ovvero almeno dal 1998). “I continui rialzi sono spiegati da fattori una tantum (il ripristino delle aliquote IVA in Germania, il rimbalzo dei prezzi dell’energia e l’aumento dei prezzi degli input per via dei problemi della catena di approvvigionamento nell’industria) e, in misura minore, dall’effetto riaperture (rincari dei prezzi dovuti al ritorno di domanda nei settori dei servizi in precedenza soggetti a restrizioni)”, analizza il report. 

Cosa succederà l’anno prossimo? La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, continua a credere che il rialzo dell’inflazione sia transitorio, “ma si prevede che non scomparirà rapidamente”. “Lo scenario previsionale include dinamiche pronunciate del prezzo dell’energia – aggiungono – L’aumento del prezzo del gas naturale e il conseguente effetto di trascinamento sul petrolio manterranno la crescita dei listini energetici a due cifre anche nel 1° semestre 2022; la discesa che seguirà dal trimestre primaverile manterrà comunque i prezzi più elevati rispetto al 2020, a causa del basso livello degli stoccaggi”.

Secondo le previsioni, l’anno prossimo l’indice generale dei prezzi dovrebbe crescere di 3,1%, in accelerazione dal 2,6% stimato nel 2021. Il contributo principale arriverà dall’indice sottostante (circa il 50%), mentre l’energia spiegherà circa il 40% della crescita dei prezzi. “Il trend nel corso dell’anno prossimo dovrebbe essere discendente, con un possibile picco a marzo ed aprile (al 3,6%) e un minimo a novembre (all’1,9%)”, conclude il report. 

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