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Economia blu: l’Europa investe 800 milioni di euro nella difesa del mare. Dal 6 marzo mostra a Napoli

La Conferenza mondiale sugli oceani traccia nuove strade per proteggere le acque e i traffici mercantili. L’UNESCO porta a Napoli una mostra interattiva sulla salute dei mari

Economia blu: l’Europa investe 800 milioni di euro nella difesa del mare. Dal 6 marzo mostra a Napoli
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La salute degli oceani e del mare fa ingresso nella strategia climatica dell’Ue. Alla Our Ocean Conference di Panama l’Unione ha annunciato un investimento di 800 milioni di euro solo per quest’anno a difesa delle acque. La cifra più grande mai stanziata per intervenire sui mari e sui fondali . «La più grande risorsa dell’oceano non è materiale, ma è data dalla fonte illimitata d’ispirazione e di benessere che ne traiamo » disse una volta l’oceanografo francese Jacques Cousteau. Gli oceani servono alla vita e il loro stato di salute ha impatti moltiplicatori sull’economia globale. Dinanzi al progressivo inquinamento, all’invasione delle plastiche, ai ghiacciai che si sciolgono, l’Unione europea annunciando una spesa così massiccia al summit di Panama ha inteso collegare l’operazione ambientale all’economia ed ai traffici del mare. L’economia blu è un grande tema; va decarbonizzata e nel mondo ci sono oggi 29 progetti aperti. Molte volte questi progetti vengono sottovalutati dagli Stati che non hanno accesso diretto agli oceani. Ma le loro economie sono, comunque, collegate ai grandi traffici ed alle strategie delle Compagnie di navigazione. Il segnale di queste interrelazioni ambiente- economia lo fornisce la stessa Conferenza che dal 2014 ha mobilitato più di 100 miliardi di dollari. È , invece, il tempo di « pulire le acque marine e dolci, ripristinare gli ecosistemi e gli habitat degradati e decarbonizzare l’economia blu”, scrive Bruxelles in una nota.

L’economia blu serve alla crescita

È stata la Banca Mondiale a ricordare che l’economia blu ha sostanza “nell’ uso sostenibile delle risorse oceaniche per la crescita economica, per il miglioramento dei mezzi di sussistenza e dei posti di lavoro preservando la salute degli ecosistemi oceanici ». È tutto riunito sotto la voce economia del mare che muove interessi per 150 miliardi di euro
Un giudizio realistico dietro il quale c’è il problema dei diritti sulle acque internazionali. Pochi giorni fa il Canada ha rivendicato con proprio addendum contro la Russia, nuovi diritti sulle acque del Mar Baltico. É ritornato, così, di attualità il tema delle zone economiche non esclusive di nessuno Stato. L’Onu ha invitato i Paesi partecipanti a Panama a sottoscrivere un patto di pacifico rispetto. Al contrario proprio nelle zone “ prive di diritti “, da alcuni mesi sono riprese le trivellazioni delle Company in cerca di idrocarburi. Ci sono, però, Società energetiche che affiancano le organizzazione internazionali nelle campagne di sensibilizzazione per la salute dei mari.

A Napoli la Mostra dell’ Ocean&Climate Village
La tedesca E.ON, per esempio, è partner della Mostra itinerante Ocean&Climate Village realizzata dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (IOC-UNESCO). E.ON Italia da parte sua è impegnata nell’ iniziativa Energy4Blue per far crescere l’impegno, che evidentemente richiede soldi, per bonificare le acque e aiutare la transizione ecologica lungo le coste. Da lunedì 6 marzo la Mostra arriva a Napoli al Castel dell’Ovo e vi resterà fino al 12 marzo. Tra i promotori oltre al Comune di Napoli, E.ON, CNR Stazione Zoologica Anton Dhorn, Università Federico II. La mostra è dedicata all’oceano e al clima e viene presentata come un viaggio interattivo per conoscere gli abissi e la vita del mare. Molti gli incontri e dibattiti tra cui uno dedicato all’economia blu che è tra le mission della IOC- UNESCO sin 1960, dove il benessere di cui parlava Cousteau è declinato in molti modi.

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