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Draghi dà il benvenuto alla Lituania e bacchetta l’Europa: “Prendete esempio Vilnius”

Da Vilnius Draghi dà il benvenuto nell’euro alla Lituania – “La Lituania dimostra che l’aggiustamento è politicamente fattibile, ma bisogna agire con coraggio e rapidità” – Per l’Eurozona rischi da geopolitica e da lentezza dei governi sulle riforme – Bce “unanimemente determinata” ad adottare “ulteriori misure non convenzionali”.

Draghi dà il benvenuto alla Lituania e bacchetta l’Europa: “Prendete esempio Vilnius”

Da Vilnius Mario Draghi rilancia la sua battaglia alla deflazione: la Bce è pronta a ulteriori misure non standard. Il presidente dell’Eurotower ha infatti ribadito che il consiglio direttivo della Bce resta “unanimemente determinato” ad adottare “ulteriori misure non convenzionali” per fronteggiare i rischi posti da un periodo troppo lungo di bassa inflazione. Ad esacerbare la caduta del tasso d’inflazione nelle parole di Draghi anche il forte apprezzamento dell’euro nei mesi passati. L’euro ha reagito scendendo ai minimi di due anni sotto 1,27 dollari.

SuperMario si trova nella capitale lituana per dare il benvenuto al Paese baltico nell’euro: il primo gennaio 2014 la Lituania diverrà il 19esimo Paese dell’area Euro e questa mattina le Banca centrale della Lituania, insieme alla Bce e alla Commissione europea, ha organizzato una conferenza nella capitale baltica. “Con l’ingresso della Lituania nell’euro tutti e tre i Paesi baltici saranno presto parte dell’Unione monetaria. Questa è una grande ricchezza per l’Eurozona, anche perché dimostra la sua attrattiva”, ha detto Draghi nel suo discorso sottolineando che “l’adozione dell’euro potrebbe dare stabilità alla Lituania nell’attuale clima geopolitico”.

Il Paese, fino a poco tempo fa conteso nell’area di influenza russa, è preso da Draghi come vero e proprio esempio di percorso virtuoso. Non molto tempo fai Paesi baltici erano nel pieno di una profonda recessione. Nel 2009 il Pil della Lituania crollò di circa il 15%. Oggi, al contrario, si tratta di una delle economie a più rapida crescita dell’Europa. Lo scorso anno il Pil è salito del 3,3% mentre nell’area euro si è contratto dello 0,4%. In modo piuttosto eccezionale, è stato il messaggio di Draghi, il Paese è riuscito a rilanciare l’economia senza un supporto esterno. Allo stesso tempo il deficit che nel 2009 era al 9,4% è caduto al 2,1% e ci si attende un ulteriore declino. “L’area euro beneficia dell’ingresso della Lituania in almeno due modi – ha voluto far notare Draghi – In primo luogo, ha mostrato che l’aggiustamento non solo è necessario ma anche possibile, persino senza la svalutazione della valuta; in secondo luogo, la decisione della Lituania di entrare nell’area euro ha dimostrato che  la nostra valuta comune è attraente”.

Insomma, poche chiacchiere. L’ingresso della Lituania è l’occasione per dare una tiratina d’orecchie ai big europei. Perché andando oltre ai dati economici, affonda Draghi, la storia di successo mostra che l’aggiustamento “è politicamente fattibile”: nonostante il consolidamento il Paese non è stato praticamente toccato da proteste pubbliche sulle misure governative.

Come è stato possibile? si domanda lo stesso presidente della Bce. “Nella mia opinione – ha poi risposto – possiamo tracciare una lezione importante dall’esperienza baltica: il governo non solo ha agito in modo coraggioso ma lo ha fatto anche immediatamente. Ha usato la crisi per implementare il consolidamento necessario riuscendo così a convincere le persone della necessità delle misure”.

C’è di più. Oltre a essere stata politicamente astuta, la mossa rapida e coraggiosa è stata la chiave per “rafforzare la fiducia degli investitori” e permettere ai Paesi baltici di riprendersi velocemente dalla recessione.D’altra parte Draghi lo ripete da tempo: la crescita ripartirà solo dopo che verrà ripristinata la fiducia, ed è proprio per questo che ha avviato l’imponente programma di Asset quality review e di stress test sulle banche europee i cui risultati sono attesi per ottobre prima che a inizio novembre la Bce assuma il ruolo di supervisore europeo del sistema bancario. Ma da sole le azioni della Bce non bastano. Che si chiamino Tltro, Qe o Abs. Acquistano tempo. Ma non risolvono i problemi strutturali.

Sempre da Vilnius Draghi rilancia così l’allarme sui rischi per l’Eurozona: “La ripresa – ha detto in un’intervista al quotidiano lituano Verslo Zinios – sembra aver perso slancio di recente e ci sono rischi evidenti posti dalle tensioni geopolitiche e da riforme insufficienti da parte dei governi, che invece devono agire con decisione”. Alcuni dei fattori che le stime della Bce sull’inflazione hanno sottovalutato, ha concluso Draghi,  sono  “la disoccupazione elevata e le dimensioni della capacità produttiva inutilizzata”.

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