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Dopo l’accordo sulla Grecia e sulla spinta di Wall Street, le Borse non riescono a ritrovare slancio

Wall Street suona la carica dopo le prese di beneficio delle Borse europee in seguito all’accordo sulla Grecia – Ottime trimestrali negli Usa – Boom del portale cinese Alibaba (+42%) – Piazza Affari gira in negativo, spread in lieve risalita – Scintille di Finmeccanica e Mps, dove si rafforza la candidatura di Alessandro Profumo alla presidenza.

Dopo l’accordo sulla Grecia e sulla spinta di Wall Street, le Borse non riescono a ritrovare slancio

DOPO L’ACCORDO GRECO IL TORO TENTA LA SPALLATA. WALL STREET A QUOTA 13MILA DA’ LA CARICA.

Perché tanta prudenza? L’accordo sul debito Greco (237 miliardi il conto finale) è stato accolto con cautela, quasi con timore e scetticismo dai mercati finanziari europei: le Borse, dopo una giornata sul filo della parità, chiudono con un lieve rialzo. Migliora, ma non quanto sperato, l’euro a 1,327 (contro 1,324 di ieri e 1,3230 della mattinata). A  fine seduta il Btp decennale tratta a 5,41%, -3 punti base. Il differenziale con il Bund si restringe a 343 punti base dopo essere arrivato ad un minimo di 335 punti base. Da non trascurare, però, il fatto che sono ufficialmente finiti gli acquisti di titoli italiani e spagnoli da parte della Bce. 

Altra musica a Wall Street dove il Dow Jones ha superato nel corso della seduta quota 13mila per la prima volta dal maggio 2008 per poi chiudere a 12.965 (+0,12%). Lo Standard & Poor’s 500 chiude a quota 1362 (+0,07%), il Nasdaq invece perde lo 0,11%. 

Il rendimento massimo dei Bond biennali è stato fissato nell’asta di ieri allo 0,310%. Concorre all’ottimismo degli operatori Usa la sfilza di risultati trimestrali superiori alle attese di molte società quotate in una giornata povera di dati macroeconomici. A conferma del trend in ascesa dei consumi i conti di Macy’s, +2,7%. Il colosso retail ha chiuso il quarto trimestre con un utile per azione a 1,70 dollari, sopra le attese degli analisti a 1,65.

In serata, intanto, Wells Fargo, la banca Usa numero uno per valore di Borsa, ha acquistato un portafoglio di 11 miliardi di dollari di crediti nel settore energia da Bnp Paribas. L’istituto parigino, al pari di Socgen, sta liquidando buona parte delle sue attività Usa. Al contrario, Wells è alla seconda mega operazione in Europa dopo gli acquisti in Irlanda.

Andamento altalenante anche sui listini asiatici: Tokyo guadagna lo 0,90%, Hong Kong –0,09% segna il passo. Ma la notizia di giornata arriva da Shangai: Alibaba, il portale cinese numero 1, ha messo a segno uno spettacolare +42% dopo l’annuncio che il socio di controllo ha deciso di lanciare un’offerta per riacquistare le azioni della società.   

C’è da chiedersi perché i mercati non hanno festeggiato a dovere l’accordo tanto atteso. A condizionare gli umori hanno contribuito:

a) la difficoltà a chiudere la trattativa che si è protratta 14 ore, fino all’alba di martedì, dopo aver preso atto che per tentare una quadra dei conti, era necessaria un’ulteriore svalutazione dei crediti privati al 53,5% del valore nominale; se si tiene conto del tasso di interesse futuro, l’haircut sale al 72-73%.

b) eventuali nuovi colpi di coda della crisi greca: il Parlamento ha solo nove giorni di tempo per completare il piano promesso a Bruxelles;

c) l’emergenza del caso Portogallo. A Lisbona imprenditori, sindacati ed opposizione chiedono a gran voce di rinegoziare il piano concordato con la Ue (87 miliardi) alla luce delle condizioni strappate da Atene. 

d) le prese di beneficio dopo i forti rialzi dei listini delle passate settimane, soprattutto sul fronte dei valori bancari;

e) le tensioni macroeconomiche: aumento del greggio, dopo il blocco dell’Iran, recessione in Europa, frenata dell’economia cinese, incertezza fiscale negli Usa. Il cocktail che, secondo Nouriel Roubini, induce a pensare che, pur passata la tempesta, il bel tempo si fa attendere.  

MPS E FINMECCANICA SUPERSTAR. CONTINUA IL RALLY DELLE POPOLARI

Monte Paschi è salita dell’8,8%: la Fondazione Mps è vicina a vendere ad Equinox e Clessidra una quota della banca mentre si rafforza la candidatura di Alessandro Profumo per la carica di presidente. In lizza c’è anche Carlo Salvatori, banchiere di lungo corso che vanta un passato alla testa dell’Unipol. 

Protagonista della seduta è stata Finmeccanica +11,7%. Il rialzo, in due giorni, sfiora il 30%. Merito della pioggia di commesse (poco meno di due miliardi) accumulate dal gruppo in una settimana ma anche del possibile (ma non confermato) coinvolgimento delle Ferrovie dello Stato e della Cassa Depositi e Prestiti nel salvataggio di Ansaldo Breda.  Nel corso dell’ultima settimana la società ha raccolto quasi due miliardi di nuove commesse. Acquista così credibilità agli occhi del mercato il piano di risanamento avviato dall’ad Giuseppe Orsi. 

La riforma delle Popolari mette intanto le ali a PopMilano +4,6%, un rialzo che si aggiunge al +8% di ieri e alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna +5,7%.

Tra le banche perdono colpi i Big: Unicredit  -1,3%, Intesa Sanpaolo -2,4%. Lievi ribassi invece per Ubi -0,1% e Banco Popolare -0,5% che ieri sera ha annunciato gli effetti sui conti dell’operazione buyback su alcuni bond ibridi. L’impatto positivo sul conto economico consolidato sarà di 98,1 milioni di euro al netto degli effetti fiscali, mentre in termini di Core Tier1, la banca salirà al 6,9% dal 6,7%.

Respira Lottomatica + 4,2% nel giorno della diffusione della bozza del decreto legge che sarà discusso venerdì dal governo. Nel documento non ci sarebbe traccia della maxi tassa sulle slot machine e sui giochi di cui aveva parlato la stampa di settore la settimana scorsa.

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