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Dopo la carne, il pesce vegano: così salviamo gli oceani

Dopo il successo della “finta carne”, inizia a decollare anche il mercato delle ricette vegetali sostitutive del pesce: i prezzi sono gli stessi di quello vero, ma tenderanno a scendere.

Dopo la carne, il pesce vegano: così salviamo gli oceani

Mangiare pesce allo stesso prezzo prezzo del pesce, ma… senza mangiare pesce. Ebbene sì, quello che da tempo è già successo con la carne (la startup americana Beyond Meat è stato il caso del 2019 a Wall Street) sta succedendo anche col pesce: sostituirlo con prodotti alternativi, rigorosamente vegetali, dando la stessa sensazione (o giù di lì) al palato e salvando i pesci, quelli veri, che se la vedono brutta tra mari sempre più inquinati dalla plastica e caccia selvaggia (per la FAO una specie marina su tre è a rischio estinzione). Se il mercato della finta carne vale già miliardi di dollari nel mondo (negli Usa sono scesi in campo anche i vip a fare da testimonial e il veg burger ha conquistato pure fast food e supermercati), quello del finto pesce deve ancora decollare ma non è per questo meno affascinante. Anzi.

Basta girare qua e là sui siti delle aziende che si sono date a questo virtuoso e redditizio business per scovare veri e propri capolavori di fantasia e originalità. Ad esempio Ocean Hugger Foods, il cui slogan è semplice ma incisivo (“Save oceans, eat plants”), propone un sushi di tonno che è in realtà è pomodoro lavorato con zucchero, salsa di soia e olio di sesamo. Il gioiellino si chiama Ahimi (marchio registrato) ed è un trionfo di salutismo: solo 15 calorie, 100% vegano, gluten free ma anche OGM free e nel dubbio pure kosher. La stessa azienda propone anche Unami, sempre un sushi ma stavolta di finta anguilla, e cioè di melanzana con salsa di soia, mirin (una sorta di sakè dolce giapponese da cucina), zucchero, olio di riso, olio di alga e persino polvere della pianta asiatica konjac (altamente benefica).

Un altro sito di seafood “plant made” è Good Catch: vende, con consegna anche tramite Amazon, tonno in scatola che in realtà non è altro che un mix di proteine di piselli, soia, lenticchie, fave, ceci e fagioli condite con alghe. Ingredienti 100% vegetali anche per il fish burger, venduto in confezioni da due e condito con cipolla verde, sedano, sale marino e pepe: il prodotto si conserva nel congelatore e si cuoce velocemente in padella. Le calorie sono 160 per hamburger, con 21 grammi di proteine e 0% di colesterolo. Ancora: Plant Based Foods si è inventata un caviale senza uova di pesce, ma in questo caso il prodotto non è esattamente un campione di freschezza visto che usa addensanti e conservanti.

Per quanto riguarda i prezzi, finora quelli del finto pesce sono in linea con quelli del pesce vero, tra i 20 e i 30 dollari al chilo a seconda del prodotto, ma come avvenuto per la carne di finto manzo sono destinati a scendere. Insomma in un futuro nemmeno troppo lontano stiamo per mangiare meglio, spendere meno e fare un favore all’ambiente. “La sfida ora – ha detto Jen Lamy, che si occupa di pesce sostenibile per il Good Food Institute, ong statunitense che promuove i sostitutivi degli alimenti a base animale – sarà quella di replicare la consistenza del pesce, come è stato per la carne: perché una cosa è creare una crocchetta di pesce o un sushi, un’altra un filetto di salmone”.

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