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Carne vegana e non solo: come investono le startup del Food

In cosiddetto Foodtech ha raccolto nel 2019 finanziamenti per 20 miliardi di dollari: la consegna a domicilio è un mercato saturo ma crescono le cucine virtuali e le fattorie verticali.

Dell’exploit della carne “non carne”, o carne non di origine animale che dir si voglia, First&Food ne ha parlato a suo tempo. Il fenomeno ha preso poi ulteriore ampiezza, al punto da diventare il nuovo paradigma alimentare del 2019. Solo per fare un esempio, l’americana Beyond Meat, quotata in Borsa e valutata 7,1 miliardi di dollari, l’anno scorso ha fatturato 265 milioni, ben il triplo dell’anno precedente. Una grossa performance, per un settore che comunque deve ancora decollare del tutto e che incontra non poche perplessità da parte dei consumatori. E’ proprio grazie al boom della carne “alternativa” che nel 2019 le startup del foodtech, secondo quanto calcolato da AgFunder, piattaforma di venture capital specializzata in agro-industria, hanno raccolto la cifra monstre di 20 miliardi di dollari.

Il dato in realtà è in leggera flessione, a causa del rallentamento degli investimenti nel settore delle app per la consegna di cibo a domicilio, un mercato ormai dominato dai soliti noti Deliveroo, JustEat e Uber Eats. Ecco perché questo preciso ambito ha dimezzato i finanziamenti rispetto al 2018, raccogliendo “solo” 2,4 miliardi. Tuttavia qualche spunto interessante c’è stato, come il miliardo raccolto da DoorDash o i 400 milioni incassati da Cloud Kitchens, la startup creata proprio dal fondatore di Uber, Travis Kalanick. Cloud Kitchen peraltro potrebbe essere il pioniere di un nuovo trend del mondo del food e cioè delle cucine virtuali (dark kitchen), locali condivisi dove cucinare appositamente per le consegne a domicilio, abbattendo dunque i costi di gestione rispetto ad un vero e proprio ristorante tradizionale. La nuova creatura di Kalanick è infatti già valutata 5 miliardi.

Ma la star del momento, anche dal punto di vista finanziario, è l’hamburger senza carne. A parte Beyond Meat (che sostiene che la sua carne provoca il 90% in meno di emissioni rispetto a quella normale), è da segnalare anche la success story di Impossible Foods, l’azienda che produce carne senza proteine animali e che ha da poco stretto una partnership con la catena di fast food Burger King. Impossible Foods ha raccolto l’anno scorso 800 milioni di dollari, molti dei quali attraverso la partecipazione di vip come Jay-Z, Katy Perry o Serena Williams. Nel 2019 è esploso anche il cosiddetto Novel Farming, con 745 milioni di dollari di finanziamenti ricevuti (+38%). La startup francese Ynsect (il cui impianto peraltro è quasi del tutto automatizzato) ha raccolto 125 milioni per occuparsi di allevamenti di insetti per nutrire gli animali.

Altra grande novità del 2019, le fattorie “verticali”. Già molto diffuse in Giappone e negli Usa, si tratta in pratica degli orti urbani. In Giappone ad esempio, attraverso particolari sistemi di aerazione e di illuminazione, ha preso piede la moda di coltivare direttamente in casa, il che consente, rispetto ad esempio alla coltivazione in serra, di moltiplicare di 54 volte la produzione di basilico. In questo ambito è da segnalare l’exploit della tedesca Infarm, che ha raccolto 134 milioni di dollari e siglato una partnership con la catena di distribuzione inglese Marks and Spencer, per rifornire alcuni dei punti vendita. Una menzione infine va fatta per la startup Nuro, che fabbrica robot per la consegna di cibo: fondata da Dave Ferguson e Jiajun Zhu, ex capo progettisti delle auto a guida autonoma di Google, ha raccolto finanziamenti per quasi 1 miliardo di dollari.

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