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Disastro Italia, parla Graziani: “Il primo colpevole è Ventura”

INTERVISTA AL CAMPIONE DEL MONDO DELL’82, CICCIO GRAZIANI – Dopo la clamorosa eliminazione dell’Italia contro la Svezia, l’ex centravanti di Torino, Fiorentina e Roma, accusa il ct e la Federazione: “Sapevano benissimo che era un ct a rischio, invece lo hanno blindato fino al 2020” – “Anche i giocatori hanno molte colpe, ma i giovani bravi per ripartire ci sono eccome: bisogna lanciarli”.

Il giorno dopo, se possibile, fa ancora più male. Anche a mente fredda infatti risulta incomprensibile come l’Italia sia uscita così dal Mondiale, senza riuscire a segnare nemmeno un gol a una Nazionale modesta come quella svedese. Ne parliamo con un bomber come Ciccio Graziani, uno che di reti gonfiate ne sa qualcosa, tanto più con la maglia azzurra. Per lui, che quella competizione l’ha giocata e vinta da protagonista, è stato un dolore ancor più grande assistere impotente davanti alla tv alla disfatta dell’Italia.  
 
Graziani, com’è stato il risveglio dopo l’eliminazione? 
 
“Provo un grandissimo dispiacere, fa male pensare che potevamo essere tutti lì a tifare Italia al Mondiale e ritrovarsi invece a vederla in modo completamente diverso, senza passione, senza partecipazione. In questo momento ho poco interesse verso il Mondiale perché la delusione è tanta, all’orizzonte c’è qualcosa che ci coinvolge molto di meno. Sento un grande scoramento, pensare che non ci saremo mi fa una rabbia incredibile”. 
 
Ogni fallimento ha uno o più colpevoli: cominciamo da Ventura… 
 
“Premetto che la colpa è di tutti ma lui ha sicuramente una bella percentuale: ha anteposto l’aspetto tattico alla qualità dei giocatori, una vera e propria follia. In nazionale non si allena, si seleziona, il compito di un ct è chiamare i migliori e farli giocare come nei club, non metterli al servizio delle tue idee. Fare le convocazioni in questo modo non ha alcun senso”. 
 
Qual è stato l’errore più grave che ha commesso? 
 
“Non mettere Insigne, una cosa gravissima. Ventura ha penalizzato il più grande talento del calcio italiano, uno dei pochi che salta l’uomo, che può creare superiorità numerica, uno che, sportivamente parlando, sa “uccidere” l’avversario. Lui invece l’ha ignorato completamente, a questo punto non so nemmeno perché lo abbia portato. Avevo già detto in tempi non sospetti che fare così era un suicidio, così come affidarsi al 3-5-2 con giocatori come Darmian e Candreva, costretti a farsi 80 metri di campo. Ha scommesso su un’idea e ha perso, oggi tutta l’Italia giustamente glielo rimprovera”. 
 
Passiamo a Tavecchio, l’uomo che lo ha scelto e che ha diretto tutta la campagna di qualificazione: deve andarsene anche lui? 
 
“Devono andare tutti a casa, bisogna fare un reset completo. Via lui e tutti quelli che gli stanno vicino, le persone responsabili di questo flop devono andarsene. Sarebbe bello si dimettessero ma non lo faranno, resteranno attaccati alle poltrone come da costume nostrano. Ha detto bene Malagò: gli incapaci devono farsi da parte. Ma poi chiedo: come è stato possibile rinnovare il contratto di Ventura dopo la sconfitta con la Spagna? Come ha potuto la federazione permettere una cosa del genere? Sapevano benissimo che era un ct a rischio, invece lo hanno blindato fino al 2020. Questo vuol dire avere poco rispetto anche dell’aspetto economico”. 
 
Ai giocatori che percentuale di colpa diamo? 

“Alta. Non solo non siamo riusciti a fare un gol in due partite ma nemmeno a prenderci delle punizioni dal limite e questo, secondo me, è ancora più grave. La qualità espressa è stata molto bassa, tanto che non capisco se non ci sia stata una bella componente di presunzione. Siamo andati a casa contro una nazionale modesta, purtroppo dobbiamo cominciare a ragionare sul fatto che, qualitativamente parlando, la luce s’è spenta”. 
 
Torniamo sul Ct: chi vede al posto di Ventura per ricostruire l’Italia? 
 
“Onestamente non lo so, ci stiamo ancora leccando le ferite, cercare di ragionare oggi è difficilissimo. Purtroppo avremo tempo per pensarci bene, serve riflettere su cosa ci serve per ripartire. Ancelotti, Mancini, Di Biagio sono tutte situazioni differenti, non possono essere paragonate tra loro: bisogna ragionarci a bocce ferme. Ad oggi abbiamo ancora Tavecchio e Ventura, questo è l’unico dato di fatto”. 
 
Capitolo chiuso anche per diversi senatori: alle loro spalle c’è l’Italia del futuro oppure dobbiamo prepararci ad anni difficilissimi?
 
“I giovani bravi ci sono, penso a Caldara, Rugani, Chiesa, Donnarumma, Conti. Bisogna solo avere il coraggio di lanciarli e di ripartire da loro, del resto Chiellini, Buffon, Barzagli, De Rossi avrebbero smesso comunque dopo il Mondiale. Resettiamo tutto e ricominciamo, poi vedremo i risultati ma resto convinto che il calcio italiano abbia buone risorse”.

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