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Def senza numeri, ok del Cdm: Pil +1% nel 2024, il Superbonus fa salire il debito. Giorgetti: “Taglio cuneo 2025 priorità”

Via libera del cdm al Def in versione light, senza la parte programmatica: “Concordato con la Ue”. Nella Nadef il Pil per il 2024 era al +1,2%. Debito al 137,8% quest’anno, poi in aumento fino al 2026. Giorgetti: “Se necessario interverremo ulteriormente sul Superbonus”

Def senza numeri, ok del Cdm: Pil +1% nel 2024, il Superbonus fa salire il debito. Giorgetti: “Taglio cuneo 2025 priorità”

Pil 2024 in crescita dell’1%, debito in salita e deficit confermato. Questi i numeri contenuti nel cosiddetto Def light approvato dal Consiglio dei ministri questa mattina dopo un’ora di riunione insieme al decreto legislativo sulle imposte indirette (ad eccezione dell’Iva) che porta significative novità in materia di imposte di successione e donazioni. Il Documento di economia e finanza, come anticipato, contiene i dati tendenziali, ma non il consueto quadro programmatico, vale a dire i dati e le cifre necessarie per valutare quali effetti abbiano avuto le misure varate dal governo Meloni. Il motivo? Il nuovo Patto di stabilità che rivede il calendario e la forma dei documenti da presentare all’Ue: “nella fase attuale – spiega Palazzo Chigi – mancano ancora le indicazioni operative su come dovrà essere impostato il Piano”, ed è quindi “stata concordata a livello europeo la possibilità di sospendere le vecchie procedure per evitare di svuotare l’atto politico di contenuto”. 

“Il termine per la presentazione del nuovo Def, il programma strutturale fiscale, è stabilito per il 20 settembre, ma è nostra volontà presentarlo anche prima, quando saranno disponibili tutti gli elementi, a partire dalla traiettoria tecnica” prevista per la “metà del mese giugno dalla Ue”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella conferenza stampa successiva al cdm. “Questo Def tiene conto delle decisioni, della rivoluzione delle regole bilancio fiscali in sede europea. Mancano le disposizioni attuative, le istruzioni per costruire il percorso”, ha ricordato. Insorgono però le opposizioni che sottolineano come sia la prima volta che un Governo non uscente non fornisce indicazioni su come andrà la politica economica del Paese.

I numeri del Def: Pil +1% nel 2024, il Superbonus fa salire il debito

Quelli contenuti nel Def, fa sapere il Governo, sono numeri “il più possibile realistici, non gonfiati né troppo impostati alla prudenza”, al netto della congiuntura internazionale “volatile a causa dei conflitti in atto”.

Nel dettaglio, nel 2024 il Pil italiano crescerà dell’1%, lo 0,2% in meno rispetto a quanto previsto nella Nadef. La crescita sarà poi del 1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027. Si tratta di “previsioni assai complicate da fare per un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato”, ha chiarito il ministro.

Parabola ascendente per il già elevatissimo debito pubblico italiano, previsto al 137,8% quest’anno, al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026. Nel quadro programmatico indicato nella Nadef in autunno il debito calava progressivamente dal 140,1% del 2024 al 139,9% del 2025, fino al 139,6% del 2026. A spingere al rialzo il debito sono “i riflessi per cassa del Superbonus nei prossimi anni” ma successivamente al 2026 “comincerebbe a scendere”, ha sottolineato Giorgetti.  

Il deficit viene invece confermato al 4,3% per quest’anno assicurando all’Italia una procedura per “deficit eccessivo”, ammette il ministro dell?Economia, ma scenderà al 3,7% il prossimo anno, al 3% chiesto dall’Europa nel 2026 e al 2,2% nel 2027.

Per quanto riguarda i prezzi al consumo, in conferenza stampa il numero uno del Mef ha detto: “L’inflazione ormai è arrivata a livelli assai bassi, inferiori rispetto a quelli medi europei: siamo sotto al 2%, 1,6% nel 2024, 1,9% nel 2025 e 2026. Questo significa che per l’Italia siamo a livelli che giustificherebbero decisioni da parte Bce per un allentamento sul fronte dei tassi”.

Giorgetti: “Taglio cuneo priorità, se serve interverremo ancora il superbonus”

“La decontribuzione che scade nel 2024, intendiamo assolutamente replicarla nel 2025, questo è il vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il Programma strutturale”, ha detto Giorgetti in conferenza stampa. “Quando si farà la legge bilancio si troveranno forme per confermare” la decontribuzione, ha aggiunto, “perché è la priorità numero uno”.

Il numero uno del Mef ha poi risposto a una domanda sul superbonus: “Voglio riportare esattamente gli obiettivi programmatici della Nadef, la proiezione del 2025 e 2026: se necessario interverremo ulteriormente sul decreto legge oggi all’esame Parlamento”.

Sul superbonus “adesso tiriamo una riga, abbiamo i dati definitivi. Quello che non cessa adesso – ha proseguito Giorgetti – è la verifica e il controllo della bontà di questi debiti derivanti dal superbonus, che ha già portato, ad oggi, a circa 16 miliardi di crediti annullati e sequestrati a vario titolo. Questa operazione di verifica circa la bontà di tutti questi crediti vantati, o dichiarati tali, presso lo Stato continuerà e credo sia una delle parti più importanti dell’operazione di accertamento e di verifiche fiscali che dobbiamo fare quest’anno”. 

“Ovviamente al ministero stiamo pensando come si possa ulteriormente andare in direzione dei tagli di spesa. Non auspicavamo il disastro del superbonus anche se credo di averlo evocato in questa sede diverse volte. Questo complica il quadro, onestamente”, ha aggiunto.

In conferenza stampa si è parlato anche del taglio dell’Irpef, con il viceministro Maurizio Leo che ha affermato: “Vedremo quante risorse arriveranno dal concordato preventivo biennale. Se saranno sufficienti, amplieremo il taglio dell’Irpef anche al ceto medio”.

Giorgetti sulla proroga del Pnrr

Rispondendo al commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, che questo mattina ha definito “fissa” la scadenza al 2026 del Pnrr, Giorgetti ha affermato: “Io faccio il ministro dell’Economia, Gentiloni fa il commissario, Lagarde fa il governatore della banca centrale: posso esprimere il mio auspicio, è una bestemmia? Tra colleghi ministri tutti quanti ci diciamo questo, la commissione rimane ferma, chissà la prossima forse valuterà diversamente”.  “Io la proposta l’ho già portata, mi consigliano di non insistere io invece insisto ma da quando è stato approvato il Pnrr è scoppiata una guerra in Europa, forse qualcuno non se ne è accorto”, ha continuato. 

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