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Debito, tasse, crescita: ecco il programma della coalizione Monti

PROGRAMMI ELETTORALI – La stella polare rimane il rigore dei conti, ma i montiani puntano anche a tagliare la pressione fiscale, sfoltendo Imu, Irap e Irpef, riducendo però anche la spesa pubblica – Ecco tutte le proposte per rilanciare investimenti e occupazione.

Debito, tasse, crescita: ecco il programma della coalizione Monti

Conti pubblici in ordine e taglio del debito con un ampio programma di dismissioni. Riduzione della spesa e sfoltimento progressivo delle tasse, in particolare di Imu, Irpef e Irap. Sostegno agli investimenti e nuove misure (soprattutto fiscali) per favorire l’occupazione dei giovani e delle donne. Infine, lotta senza quartiere a evasione e corruzione. Sono questi i punti fondamentali contenuti nell’Agenda Monti, il programma delle forze che sostengono la candidatura del Premier uscente alle elezioni politiche di fine mese (oltre a “Scelta civica”, il movimento guidato dal Professore e composto da esponenti della società civile, ne fanno parte anche Udc e Fli). Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. 

PAREGGIO DI BILANCIO E DEBITO PUBBLICO

Il rigore dei conti è certamente la stella polare nel cielo dei montiani: “Finanze pubbliche sane, a tutti i livelli”, questo lo slogan della coalizione guidata dal Premier uscente. Nessun dubbio quindi sul pareggio di bilancio a livello strutturale, che dovrà essere conseguito inderogabilmente entro il 2013, nel rispetto degli impegni europei. 

Quanto al debito pubblico, il programma prevede che sia ridotto di un ventesimo ogni anno a partire dal 2015 per la parte eccedente il 60% del Pil. Lo strumento fondamentale lungo questa strada sarà un piano di dismissioni da 130 miliardi di euro durante l’arco della legislatura, ripartiti in 30 miliardi di euro di dismissioni del patrimonio mobiliare (a partire ad esempio da Bancoposta) e 100 del patrimonio immobiliare. 

FISCO

Con la discesa dello spread e il conseguente calo degli interessi da pagare sul debito, la lista Monti ritiene possibile ridurre progressivamente la pressione fiscale. Il piano prevede di tagliare Imu, Irpef e Irap. 

Oltre ai risparmi garantiti dalla discesa del differenziale, l’operazione sarà finanziata con il “blocco della spesa pubblica corrente, al netto degli interessi – ha spiegato Monti nel corso della campagna elettorale -. Lo Stato non spenderà un euro in più rispetto al 2012. Significa -4,5% nell’arco dei cinque anni”. Il taglio dei costi della politica sarà tra i primi obiettivi nel processo di contenimento della spesa. Prevista anche una razionalizzazione della spesa sanitaria e un incremento di quella per l’educazione pari a circa otto miliardi di euro durante la legislatura.

In questo modo si punta a ridurre l’Imu già da quest’anno, “aumentando la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro – ha precisato ancora il Professore -, raddoppiando le detrazioni per i figli a carico da 50 a 100 euro per figlio e introducendo una detrazione di 100 euro per anziani soli e persone con disabilità, il tutto fino ad un massimo di 800 euro. Il costo sarà di 2,5 miliardi”. Niente da fare invece ogni altra forma di patrimoniale e di condono.

Per quanto riguarda l’Irap, Monti ha promesso che dal 2014 sarà “ridotta e favorevole al lavoro: via il monte salari dalla base imponibile. Il totale della riduzione Irap a fine legislatura sarà pari a un dimezzamento dell’attuale carico fiscale sul settore privato. Sono 11,5 miliardi di imposta in meno in cinque anni sulle aziende, con priorità alle piccole e medie imprese”. Nel 2017 il gettito Irap sarà quindi inferiore di circa 11,2 miliardi rispetto al livello attuale. Non è prevista invece alcuna modifica per le aliquote Ires. 

Sempre dal 2014, il Premier uscente ha garantito “meno Irpef: vogliamo ridurla significativamente a partire dai redditi medio bassi, con l’aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la diminuzione delle aliquote a partire da quelle più basse. Complessivamente, nella legislatura, si tratta di 15 miliardi e mezzo in meno, corrispondente ad una riduzione del rapporto tra gettito e Pil del 2%”.

Infine, non è previsto alcun aumento dell’Iva, ma “dopo il 2013”: il rincaro di un punto sulla terza aliquota apartire da luglio sarà quindi inevitabile. 

Quanto alla possibilità di un nuovo intervento sui conti pubblici, Monti ritiene  che, “anche se nel 2013 il Pil andasse peggio di quanto previsto tempo fa e se fosse negativo, questo non porterebbe di per sé la necessità di una manovra, perché l’obiettivo di bilancio è in termini strutturali, non per ciclo. Quindi io escludo la manovra, ma non escludo niente in certi casi di esiti del voto”.

CRESCITA 

Oltre al taglio della pressione fiscale, la strategia della lista Monti per riattivare la crescita si fonda su altri due pilastri: da una parte il sostegno alla ricerca e all’innovazione, dall’altra l’intensificazione degli investimenti (+0,8% nel corso della legislatura) e il credito strutturale d’imposta. Prevista inoltre una nuova tornata di liberalizzazioni e semplificazioni, soprattutto per ridurre il carico burocratico su cittadini e imprese. 

Si punta inoltre a favorire lo sviluppo di reti di “business angels” che sostengano finanziariamente la nascita di start up, introducendo anche misure che aiutino le aziende a trovare finanziamenti. Sul fronte delle esportazioni, l’obiettivo è creare una Export Bank che fornisca assicurazioni commerciali, risorse e servizi finanziari alle imprese.

LAVORO

Arriviamo così al capitolo lavoro, su cui i montiani si pongono tre obiettivi fondamentali per andare oltre i risultati ottenuti con la riforma Fornero: semplificazione normativa, detassazione della produttività con tanto di spostamento della contrattazione collettiva verso i luoghi di lavoro e superamento del dualismo fra lavoratori protetti (dipendenti) e non protetti. 

In particolare, si propone la sperimentazione (sulla base di accordi-quadro regionali) di un nuovo contratto di lavoro a tempo indeterminato con meno costi previdenziali e fiscali e più flessibilità (la tutela del posto dovrebbe crescere nel tempo).

Sul fronte dei giovani, la lista di Monti propone la detassazione per le imprese che assumono under 30, mentre l’idea in favore delle donne consiste nel detassare selettivamente il reddito da lavoro femminile, aumentando il congedo parentale per gli uomini e la disponibilità di servizi di cura per l’infanzia e per le persone anziane. 

Quanto agli ammortizzatori sociali, i montiani vogliono consentire alle imprese che licenziano di sostituire il contratto di lavoro con un contratto di ricollocazione, che includerebbe un servizio di assistenza per la ricerca della nuova occupazione. Il costo sarebbe coperto per tre quarti con i contributi del Fondo sociale europeo, combinato con un trattamento complementare di disoccupazione a carico dell’impresa.

EVASIONE E CORRUZIONE 

Nell’Agenda Monti si legge che “l’azione di contrasto all’evasione ?scale deve essere proseguita attraverso interventi ?nalizzati a identi?care innanzitutto le grandi aree di illegalità. E’ inoltre essenziale introdurre meccanismi di tracciabilità dei pagamenti”, incentivando soprattutto la moneta elettronica.

L’intero ammontare così ottenuto confluirà nel Fondo per il recupero dell’evasione (attivo dal 2014) e sarà usato per ridurre le tasse alle imprese e ai lavoratori. I montiani prevedono che queste misure possano portare l’incremento del recupero a un tasso dell’8% annuo.

Per combattere la corruzione, invece, “va introdotta una coerente disciplina del falso in bilancio – si legge ancora nell’agenda – e completata la normativa sull’anticorruzione, l’antiriciclaggio e l’autoriciclaggio”. Infine, “va rivista la riduzione dei termini di prescrizione per garantire in modo più adeguato l’azione di prevenzione e contrasto di diversi gravi reati”.

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