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Dalle Banche centrali liquidità al sistema finanziario. E le Borse volano

Accordo fra la Bce e le Banche centrali di Canada, Inghilterra, Giappone, Svizzera e Stati Uniti – Gli istituti metteranno in campo misure coordinate per assicurare liquidità alle Banche – Alla notizia le Borse si impennano: Milano guadagna il 4,19%, Londra il 2,90%, Parigi il 3,86% e Francoforte il 4,58%.

Dalle Banche centrali liquidità al sistema finanziario. E le Borse volano

La Bce ha annunciato di aver concordato assieme a Banca del Canada, Banca d’Inghilterra, Banca del Giappone, Federal Reserve e Banca Nazionale della Svizzera “azioni coordinate” per migliorare le rispettive capacità di assicurare liquidità al sistema finanziario.

L’obiettivo è “attenuare le tensioni dei mercati e così mitigare le restrizioni sull’approvvigionamento di credito a imprese e famiglie”. Tutto questo, spiega un comunicato diffuso dalla Bce, punta a sostenere l’attività economica. Al diffondersi della notizia le Borse hanno preso il volo: Milano guadagna il 4,19%, Londra il 2,90%, Parigi il 3,86% e Francoforte il 4,58%.

Nel dettaglio, sono state concordate delle condizioni in comune sui rifinanziamenti in dollari che verranno erogati nei rispettivi sistemi. Gli istituti centrali hanno inoltre approntato meccanismi di interscambi valutari con cui, eventualmente, potranno fornire liquidità in qualunque valuta. Si tratterebbe di una mossa preventiva perché, al momento, “non appare necessario offrire rifinaziamenti in altre valute che non siano il dollaro”.

L’iniziativa trova un precedente in quello che avvenne l’8 ottobre del 2008, quando, dopo il fallimento della Lehman Brothers, le istituzioni reagirono con una manovra coordinata. In quel caso, tuttavia, era previsto anche un taglio dei tassi di interesse, che oggi sarebbe pressoché impossibile. Banche come la Fed e la Boe hanno già tassi minimi, prossimi allo zero.

PECHINO DA’ UNA MANO ALLE BORSE
RIDOTTA LA RISERVA OBBLIGATORIA DELLE BANCHE CINESI

Dopo un avvio debole le Borse europee recuperano rapidamente le posizioni grazie a Pechino La Banca centrale cinese infatti ha ridotto a sorpresa le riserve obbligatorie degli istituti di credito. Francoforte guadagna l’1,69%, Milano l’1,38% (indice Ftse/Mib) a quota 14.828, Parigi l’1,58%. Più timida Londra. La decisione di Pechino, che avrà come conseguenza una maggiore circolazione di liquidità a sostegno dell’economia, ha anche portato in positivo i future di Wall Street: ora i contratti sul Dow Jones segnano +0,3%, quelli sul Nasdaq. Situazione ancora tesa sul mercato dei titoli di Stato dove continua a salire il rendimento dei Btp decennali, arrivato poco fa al 7,24% (+6 punti base). Lo spread con il Bund tedesco resta a quota 500 punti.

I ministri finanziari dell’Eurogruppo, ha detto Jean Claude Juncker, stanno valutando seriamente l’opzione di aiutare Italia e Spagna, utilizzando i soldi della banca centrale da “girare” al Fondo monetario internazionale, anche se soltanto come prestiti di ultima istanza. Il divieto per la Bce di finanziare direttamente i governi dei Paesi membri Ue verrebbe aggirato utilizzando il canale del Fmi come vettore.

Partite in calo, le banche hanno ripreso quota: Intesa sale dell’2,77%, Ubi +1,84%, Unicredit +2,07%, rialzi consistenti per PopMilano +4,69% e Banco Popolare +3,4% dopo le operazioni sul patrimonio.

Prosegue anche oggi il rialzo di Azimut +3,5%. Fra le blue chip di Piazza Affari sale solo Fondiaria-Sai +1,2% dopo le indiscrezioni sulla prossima vendita di partecipazioni finora strategiche. Generali  guadagna lo 0,77%. Inversione di tendenza in mattinata anche per Atlantia che sale dello 0,55% e Telecom Italia +1,48% %. Il titolo Telecom Italia Media +13,48% è stato sospeso al rialzo dopo le indiscrezioni su un interesse di Tarak Ben Ammar: il finanziere franco-tunisino ha smentito le voci.

Finmeccanica, alla vigilia del cda, registra una perfetta parità. Sono in ripresa Fiat +1,17, Fiat Industrial +1,84% e Pirelli +1,04%. Luxottica avanza dell’1,71% dopo l’acquisizione in Brasile. Tra le blue chips l’unico titolo che resta in rosso è Stm -0,80%. Seat cade in ribasso dell’ 11,1% dopo la decisione presa ieri sera del cda di non pagare la cedola ai bond Lighthouse. Il cda ha deciso di prorogare fino al 14 dicembre prossimo il termine per l’accettazione degli accordi di ristrutturazione.

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