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Dalla supertassa agli Enti locali, dalle pensioni all’evasione: tutti gli emendamenti alla manovra

La riscrittura della manovra approda in Senato e solleva subito dubbi sui saldi – Secondo il Tesoro mancano 4,2 miliardi – Ecco tutti i contenuti: si salvano i piccoli Comuni, l’Iva non cambia, stangata sulle coop – In agenda un Ddl costituzionale per abolire le province e dimezzare i parlamentari, ma in tempi biblici.

Dalla supertassa agli Enti locali, dalle pensioni all’evasione: tutti gli emendamenti alla manovra

Scompare la supertassa, si alleggeriscono i sacrifici per gli Enti locali e l’Iva rimane com’è. Arrivano invece nuovi interventi sulle pensioni e la famosa patrimoniale contro gli evasori. Questi i punti fondamentali del nuovo accordo fra Pdl e Lega. Dopo oltre sette ore passate a discutere nella villa di Arcore, Berlusconi, Bossi e Tremonti (presenti anche Maroni, Alfano, Cicchitto e Gasparri) hanno finalmente trovato un’intesa sulle modifiche da apportare alla manovra di Ferragosto. Ora la palla passa alle commissioni Bilancio e Affari costituzionali Senato, che lavoreranno senza sosta per riorganizzare il testo e fare in modo che possa essere approvato velocemente (soprattutto alla Camera, dove i numeri della maggioranza sono meno rassicuranti). L’obiettivo è di arrivare al via libera entro i primi di settembre per accontentare la Bce, che ci impone di varare al più presto la nuova legge da 45,5 miliardi per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013.

Non è tuttavia scontato che Bruxelles e Francoforte estendano il loro placet dal decreto del 12 agosto a questa nuova versione riveduta e corretta. Il rischio è che all’Europa sorgano gli stessi dubbi sollevati ieri dall’opposizione: dopo tutti questi stralci, i saldi sono davvero invariati? Dal Governo continuano a garantire che i conti tornano, ma sembra che i tecnici del Tesoro non siano dello stesso avviso. Mancherebbero all’appello 4,2 miliardi. Intanto il vice direttore generale della Banca d’Italia Ignazio Visco, in audizione di fronte alle commissioni di Palazzo Madama, ha sottolineato che “l’aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull’economia”.

Vediamo ora nel dettaglio quali sono le ultime modifiche apportarte alla manovra:

CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ CANCELLATO, MA SOPRAVVIVE PER I PARLAMENTARI

Scompare l’addizionale Irpef sui redditi superiori ai 90mila euro. Niente innalzamento della soglia, niente aliquota ridotta, solo un bel colpo di spugna. Per la gioia del premier, che da settimane cercava di sbarazzarsi del provvedimento che più di ogni altro lo costringeva a “mettere le mani nelle tasche degli italiani”. La vera notizia è che la supertassa non sarà sostituita dall’aumento dell’Iva (intervento che fino a ieri era dato per certo, ma che invece – come voleva Tremonti – rimane un’arma carica nelle mani del Tesoro in vista della delega fiscale). A controbilanciare il gettito del contributo di solidarietà (3,8 miliardi in tutto) dovrebbe pensarci una nuova stretta sull’evasione e il taglio delle agevolazioni alle cooperative. Il prelievo rimane invece invece invariato (doppia soglia a 90 e 150mila euro, doppia aliquota al 5 e 10%) per i parlamentari. La Lega spinge per far pagare anche i calciatori – tanto odiati da Calderoli – e ha presentato un emendamento addirittura per poter raddoppiare la tassa a questa categoria di privilegiati.

LA SUPERTASSA SUGLI STATALI NON SI TOCCA

Forse qualcuno di loro ci aveva sperato, ma il prelievo sugli stipendi dei dipendenti pubblici non è mai stato in discussione. Quelli di cui si sta discutendo in questi giorni sono gli emendamenti alla manovra bis varata per decreto lo scorso 12 agosto, mentre il contributo di solidarietà per gli statali (del 5% per la quota di reddito che supera i 90mila euro annui, del 10% oltre i 150mila) è stato introdotto addirittura con la manovra del luglio 2010. E non si tocca. Lo ha confermato il relatore Antonio Anzollini, che in queste ore sta traducendo in emendamenti le intese raggiunte ieri dalla maggioranza.  

SACRIFICI PER LE COOPERATIVE

Prima conseguenza dell’addio alla supertassa è la nuova stangata sulle cooperative che, secondo il Governo, godono di agevolazioni fiscali (fra esenzione parziale dall’Ires e deduzioni varie) per 714 milioni di euro l’anno. Una cifra che sarà drasticamente ridotta.

PENSIONI DI ANZIANITA’, UNIVERSITA’ E LEVA NON CONTANO

Stretta sui requisiti necessari ad ottenere la pensione di anzianità. Rimane la possibilità di ritirarsi dal lavoro con 40 anni di contributi, ma dovrà trattarsi di “anni di lavoro effettivo”. Dal calcolo sarà escluso il periodo passato all’università così come il tempo speso a prestare il servizio militare obbligatorio. Non sarà più possibile anticipare la pensione riscattando quegli anni, che comunque continueranno a pesare sul calcolo per l’ammontare finale dell’assegno. DUE MILIARDI IN

DUE MILIARDI IN PIU’ AGLI ENTI LOCALI, ANZI TRE

Dopo le proteste infuocate arrivate soprattutto dagli amministratori di Lega e Pdl, il Governo ha deciso di ridurre di due miliardi i tagli agli Enti locali da qui al 2013, che originariamente ammontavano a 9,2 miliardi. Lo sgravio dovrebbe essere finanziato da nuove misure anti evasione: i Comuni avranno interesse ad incrementare i controlli perché sarà consentito loro di incassare parte del gettito recuperato. Un miliardo in più, infine, arriverà dalla Robin Tax sulle società energetiche, che ormai sembra inevitabile.

LOTTA AGLI EVASORI, STRETTA SULLE “SOCIETA’ DI COMODO”

La famosa “patrimoniale sugli evasori” concepita da Calderoli si evolve. Nuove misure fiscali saranno introdotte per “eliminare l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive”. Vale a dire, i facoltosi evasori italiani non potranno più intesta la villa al maro o lo yacht a società fittizie create con l’unico scopo di non pagare le tasse. Per stanare i furbetti, bisognerà trovare il modo di confrontare tenore di vita e patrimonio dichiarato al Fisco. “E’ finita la pacchia”, commenta soddisfatto il ministro delle Semplificazioni. L’intesa c’è, ma gli emendamenti vanno ancora scritti.

LEGGE COSTITUZIONALE: VIA LE PROVINCE, DIMEZZATI I PARLAMENTARI

Abolizione totale delle Province (i cui poteri saranno trasfferiti alle Regioni) e dimezzamento del numero di deputati e senatori. Questi gli interventi che il Governo ha scelto di affidare a un futuro Ddl costituzionale. Nel migliore dei casi ci vorranno nove mesi ad approvare il provvedimento, poiché ogni modifica della Carta richiede una doppia lettura parlamentare. Inoltre, l’esito del voto è tutt’altro che scontato, considerando che un analogo progetto per la cancellazione delle province è stato bocciato in aula non più di un mese fa.

Il comunicato del Governo 

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