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Da Industria 4.0 a Impresa 4.0: ecco la fase 2 del piano del Governo

La nuova denominazione del Piano Governativo indica l’inizio di una seconda fase incentrata su competenze e lavoro – Nel 2017 ordinativi saliti del 9%, cresce la spesa in ricerca e sviluppo mentre occorre accelerare sulla banda ultralarga – Calenda: “Nel 2018 credito d’imposta per la formazione 4.0” – Confermate e rimodulate le misure principali di Industria 4.0 – Padoan: “Consegnamo alla prossima legislatura un Paese in condizioni migliori”.

Da Industria 4.0 a Impresa 4.0: ecco la fase 2 del piano del Governo

Industria 4.0, il piano nazionale lanciato dal Governo il 22 settembre 2016 allo scopo di incrementare l’innovazione tecnologica del sistema produttivo italiano conducendolo verso la quarta rivoluzione industriale, spegne la prima candelina e cambia nome. Da oggi comincia Impresa 4.0, una denominazione che vuole indicare proprio l’inizio di una nuova fase.

Come ha spiegato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, aprendo la presentazione sui risultati del primo anno di attuazione del piano e sulle linee guida per il 2018 tenutasi alla Camera dei deputati cui hanno partecipato anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, quello dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e il titolare del Lavoro, Giuliano Poletti, con Impresa 4.0 il raggio d’azione si amplia, passando dalla manifattura in senso stretto ai servizi e dando inizio a “un secondo capitolo caratterizzato da un perimetro più ampio dove saranno protagonisti le competenze e il lavoro”. Non solo, come ha precisato il numero uno del Mef il nuovo nome indica anche una più marcata attenzione verso il tessuto produttivo italiano e verso la microeconomia.

Ma prima di pensare al futuro, occorre dare uno sguardo al passato più prossimo, vale a dire al primo anno di applicazione di Industria 4.0, un piano che – come sottolinea la nota diffusa al termine del convegno – “ha dimostrato di essere efficace nel sostenere le imprese che investono in innovazione e avanzamento tecnologico”

Industria 4.0: i risultati del 2017

I risultati della prima fase del piano Industria 4.0 appena conclusa sono stati illustrati dal ministro Calenda. “Da gennaio a giugno l‘andamento degli ordinativi (dei macchinari innovativi, ndr.) è in crescita di circa il 9% in linea con l’obiettivo che era molto sfidante”. Una percentuale che testimonia come “gli incentivi stanno funzionando”, sottolinea il titolare del Mise. Per quanto riguarda il mercato interno dei beni strumentali, il settore “macchinari e altri apparecchi” ha registrato un rialzo dell’11,6%, quello delle “apparecchiature elettriche ed elettroniche un incremento del 10,7%, mentre le altre categorie hanno segnato un rialzo del 6,1%.

Si è inoltre verificato un “abbattimento fortissimo delle scorte”, segno che la produzione sta salendo, e nei primi otto mesi del 2017 “le aspettative sugli ordinativi sono ai massimi livelli dal 2010”. “La sensazione degli imprenditori – ha spiegato il Ministro – è che ordineranno di più, la percezione è che aumenteranno gli ordini e questo è molto importante per valutare se il prossimo anno queste misure vanno tenute in maniera da assecondare questo ciclo, oppure non vanno tenute, rischiando pero’ che questa cosa scenda in maniera significativa”.

Parlando della spesa in ricerca e sviluppo, nel primo semestre del 2017, come sottolineano le slide mostrate durante la presentazione, arrivano dati positivi sia sul numero di imprese che incrementeranno la spesa in questo settore, sia sulla percentuale di crescita della spesa (da indagine campionaria +10%/+15%)

Gli investimenti in early stage invece nei primi sei mesi dell’anno in corso hanno fatto segnare una crescita contenuta (+2%), inferiore alle attese.

Al primo settembre 2017 i contratti di sviluppo finanziati sono in totale 102, di cui 88 al Sud e 14 al Centro Nord. Calenda ha sottolineato l’importanza di dare “priorità al Mezzogiorno che usa molto meno gli incentivi nonostante lì la crisi sia stata più violenta. Al Sud va ricostruita la base industriale tramite investimenti di natura negoziale che coinvolgano anche grandi player internazionali”.

Gli investimenti previsti ammontano a 3,6 miliardi di euro, tra cui spiccano il settore alimentare (21%), dell’automotive (17%) e della meccanica (15%). Le agevolazioni concesse sono pari a 1,9 miliardi (1,7 al Sud e 200 milioni al Centro-Nord) e creati/salvaguardati più di 52mila posti di lavoro.

Uno dei capisaldi del piano industria 4.0 è senza dubbio la banda ultralarga. In totale sono stati stanziati interventi pubblici pari a 3,5 miliardi di euro per infrastrutture e incentivi alla domanda di famiglie e imprese. Lo scopo è quello di raggiungere gli obiettivi di copertura prefissati al 2020. “I bandi (per la posa della fibra nelle aree bianche, ndr) sono stati lanciati, ma una cosa è assegnarlo e una è fare delivery secondo i tempi, c’è un faro di attenzione molto molto significativo”, ha precisato il ministro Calenda riferendosi ai due bandi assegnati a Open Fiber.

In riferimento al Fondo di Garanzia, nei primi 8 mesi del 2017 si è registrato un incremento del 10,7% dell’importo garantito “Abbiamo messo nel fondo 900 milioni e sta funzionando. Il finanziato sta infatti crescendo tantissimo”, evidenzia Calenda.

Un neo da non sottovalutare riguarda però i ritardi nella costruzione dei Competence Center, il cui bando dovrebbe essere aperto entro la fine del 2017.

Impresa 4.0: credito d’imposta per la formazione 4.0

Come specificato nel corso della presentazione, “Impresa 4.0 diventerà Lavoro 4.0, Competenza 4.0”. Uno dei dei capisaldi della fase due sarà il credito d’imposta per la formazione 4.0 che con la legge di Bilancio 2018 sarà a disposizione delle imprese che effettueranno una spesa incrementale in formazione. Il credito di imposta, ha chiarito il ministro, si applicherà “solo alle spese relative ai costi del personale che ha sostenuto corsi di formazione con focus su almeno una tecnologia Industria 4.0 e pattuiti attraverso accordi sindacali sulle seguenti tematiche: vendita e marketing; informatica; tecniche e tecnologie di produzione”.

Per quanto riguarda le altre misure, in base a quanto si legge nel documento diffuso dal ministero dello Sviluppo Economico “a fronte dei risultati riscontrati sui principali indicatori manifatturieri, nel 2018 verranno rifinanziate le principali misure previste nel primo anno, rivedendo le aliquote e i perimetri degli incentivi, compatibilmente con le risorse di finanza pubblica disponibili”.

Padoan: “Consegneremo alla prossima legislatura un Paese migliore”

“Non ci sono slide sulla finanza pubblica, ma se ci fossero vedremmo una finanza pubblica difficile, che però migliora” ha spiegato il titolare del Mef parlando sia di “un indebitamento in miglioramento costante”, sia della “cessazione della salita del debito, mentre in tutti gli altri paesi continua a salire”.

Per quanto riguarda il debito pubblico, Padoan ha sottolineato: “Abbiamo l’etichetta di Paese ad alto debito, però ha smesso di salire e speriamo presto di vedere un’inversione di tendenza che sarebbe un segnale molto importante”, ha aggiunto.

Un altro dato positivo da considerare è quello relativo al Pil, anch’esso in salita: ”Siamo solo all’inizio di un processo che ci deve portare a un livello anche meglio di dove eravamo. Abbiamo superato i livelli della crisi, ma siamo ancora lontani rispetto al mondo pre-crisi”.

“Forse dove c’è un miglioramento relativamente più intenso – ha continuato Padoan – è sul lato occupazione e questo è un indicatore indiretto che c’è un miglioramento strutturale”. Il ministro ha infine ribadito che gli ultimi due governi consegneranno “alla prossima legislatura un Paese in condizioni sicuramente migliori”.

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