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Corea, high tech e Npl di Intesa fanno felici le Borse

I venti di pace tra Usa e Corea del Nord, il rilancio degli high tech (Netflix + 9,19%) e l’accordo di Intesa Sanpaolo hanno dato ieri nuovo slancio ai mercati – Nel 2018 Piazza Affari ha guadagnato l’8,2% e lo spread è sceso a 125 pb – Brilla anche lo scuderia Agnelli – Opa miliardia in Brasile per Enel – Elliott in vantaggio in Telecom Italia

Corea, high tech e Npl di Intesa fanno felici le Borse

Dai venti di guerra in Siria alla prospettiva di un accordo con la Corea del Nord. La geopolitica continua a dominare i listini, ma stavolta è in arrivo una buona notizia: il segretario di Stato Usa Mike Pompeo si è incontrato in segreto con i vertici di Pyongyang, la strada per un vertice tra Trump e Kim. La Borsa di Seoul festeggia: +1,9% il settore tech.

Intanto, a scaldare gli umori dei mercati asiatici, ci ha pensato la Banca centrale cinese, riducendo dell’1% la riserva obbligatoria delle grandi banche, una mossa che ha compensato l’impatto del divieto di export in Usa alzato da Washington nei confronti di ZTE, attiva nelle tlc.

Le Borse possono così riprendere il volo, trascurando i segnali negativi sul fronte dei dazi (vedi la nuova marcia indietro di Trump sull’accordo Tpp).

I listini cinesi restano però incerti: recuperano i finanziari +0,6% rimbalzando dai minimi degli ultimi otto mesi, ma l’indice Csi arretra dello 0,7% sotto la pressione delle misure Usa. A Hong Kong (+0,3%) si mettono in luce le banche (+10,4%). In terreno positivo Tokyo (+0,8%), mentre lo yen, un bene rifugio, si indebolisce su dollaro, portandosi sui minimi dell’ultimo mese e mezzo (cross a 107,3).

Grazie allo stimolo delle trimestrali i mercati americani hanno chiuso ai massimi del mese: Dow Jones +0,87%, S&P 500 +1,07%. Meglio ancora il Nasdaq (+1,74%) trascinato da Netflix (+9,19%) dopo dati record sui nuovi abbonati: 7,4 milioni, la maggior parte fuori dagli Usa. L’indice Nyse FANG dove si trovano i nomi più rappresentativi dell’high tech è salito di quasi il 4%. Twitter +11%, Alphabet +3%, Amazon +4,3%.

Il settore più debole è stato quello finanziario. In calo Goldman Sachs (-1,6%) nonostante risultati migliori del previsto. Nel dopo Borsa ha perso colpi anche Ibm (-5,7%) dopo la trimestrale.

A sollevare qualche timore è il mercato obbligazionario: continua a salire il rendimento del Treasury Bill a due anni, arrivato a 2,39%, da 2,37% di ieri. Il differenziale con il decennale, che tratta al rendimento del 2,82%, scende a 43 punti base, nuovo minimo dal 2007. Del progressivo schiacciamento della curva dei tassi di interesse, segnale di possibile frenata dell’economia, ha parlato ieri il presidente della Fed di San Francisco, John Williams. Fino a questo punto, ha detto il futuro presidente della Fed di New York, il movimento rientro nella normalità, ma se dovesse proseguire sarebbe una cosa molto seria, da prendere in considerazione.

In ripresa in prezzi del petrolio: Brent a 71,58 dollari al barile, Wti a 66,52. Oggi saranno diffusi i dati sulle scorte di greggio degli Stati Uniti, l’associazione dei petrolieri americani si aspetta un calo di un milione di barili. Intanto, a giorni, gli emissari di Arabia Saudita e Russia, si incontreranno per cementare la loro alleanza sul petrolio: l’accordo che limita la produzione è in atto da 18 mesi e sta funzionando bene.

L’EUROPA ACCELERA. MILANO +8,2 NEL 2018

La spinta in arrivo dalla Cina e dai numeri della ripresa economica ribaditi dal Fondo Monetario, ma soprattutto la forza del Toro repressa nei giorni scorsi dai timori per la Siria, oltre all’ascesa del dollaro hanno dato slancio alle Borse del Vecchio Continente.

Galoppa tra i primi della classe Milano: +1,37%, a quota 23.649 punti, sui massimi da fine gennaio. Il guadagno da inizio 2018 si porta all’8,2%, contro un lontanissimo -0,7% dell’indice Eurostoxx.

In testa alla classifica si è piazzata ieri Francoforte + 1,57% nonostante il calo oltre le attese del clima di fiducia sull’andamento dell’economia: l’indice Zew ad aprile è crollato ai minimi da novembre 2012.

LA STERLINA TORNA AI LIVELLI PRE-BREXIT

Bene Parigi +0,76% e Madrid +0,4% Londra +0,39%. La sterlina si è portata sui massimi degli ultimi 12 mesi contro Euro sui livelli pre-referendum Brexit del giugno 2016 contro dollaro Usa, sostenuto dalle aspettative positive su un rialzo dei tassi da parte della Bank of England.

Il tasso di disoccupazione in UK nel trimestre terminato a febbraio è sceso a sorpresa al 4,2% dal 4,3% del mese precedente, meglio delle stime.

FMI: CRESCITA STABILE, TROPPO ALTO IL DEBITO ITALIANO

La crescita globale manterrà un ritmo stabile nel 2018 e nel prossimo anno, sostenuta da un commercio più solido e dallo stimolo fiscale americano, che si esaurirà però all’inizio del decennio 2020. L’aumento dei dazi potrebbe ledere la fiducia sui mercati e la produzione. È quanto sostiene il ‘World Economic Outlook’ — diffuso in occasione dei meeting di primavera di Fmi e Banca mondiale a Washington — in cui restano invariate le proprie stime di crescita per il 2018 e il 2019 a 3,9%. “Le previsioni proiettano un rallentamento della crescita globale dopo i prossimi due anni”, scrive il Fmi nel report, aggiungendo che le economie avanzate saranno zavorrate “dall’invecchiamento della popolazione e dalla debolezza della produttività”.

Secondo il Fondo Monetario l’economia italiana crescerà quest’anno di 1,5%, mantenendo lo stesso ritmo tenuto nel 2017; migliora di un decimo l’ultima proiezione fornita a gennaio. Confermata a 1,1% la previsione di crescita del Pil italiano nel 2019.

LO SPREAD BTP/BUND SCENDE A 125 PUNTI

Seduta molto positiva anche per l’obbligazionario italiano, nonostante il nuovo monito dell’FMI sul rapporto debito/ pil, complicato dall’andamento demografico negativo. Il rendimento del Btp 10 anni scende a 1,76% da 1,80%e lo spread con il Bund tedesco si contrae a 124.90 punti base (-2,04%).

Oggi il Tesoro effettuerà un’operazione di concambio. Verranno offerti fino a due miliardi di euro del titolo novembre 2021 e ritirati cinque titoli: tre Btp e due Ctz sulle scadenze 2018 e 2019.

GLI NPL DI INTESA CEDUTI AL 28,7%, IL VALORE DI MERCATO

Protagonista assoluto della riunione il settore bancario. L’indice Ftse delle banche italiane ha guadagnato quasi il 2% e si porta a 12.267 punti. Bene intonato tutto il comparto europeo: Eurostoxx Banks +0,9%.

Dal primo gennaio l’indice delle banche italiane guadagna il 12% e sovraperforma nettamente il resto dell’Europa (indice Eurostoxx Banks -1%) malgrado la persistente situazione di incertezza del quadro politico interno.

Lo spunto delle banche italiane ha preso velocità dopo che la notizia che Intesa (+0,97%) ha ceduto un pacchetto di Npl per circa 10,8 miliardi di euro al 28,7% del valore lordo, prezzo superiore alle valutazioni più recenti.

“Dopo questa operazione banca Intesa è il miglior istituto europeo” ha detto il ceo Carlo Messina presentando l’accordo con Intrum Iustitiia, che prevede anche l’integrazione delle piattaforme italiane delle due società con circa 40 miliardi di euro in servicing oltre alla cessione delle sofferenze agli svedesi. Con l’operazione Intesa, che porta a casa una plusvalenza di 400 milioni, di fatto raggiunge gli obiettivi del piano al 2021 che vede uno stock di deteriorati dimezzato a 26,4 miliardi. “Questa operazione – ha aggiunto Messina – stabilizza le condizioni del mercato degli npl in Italia”.

L’accordo di Intesa ha messo le ali all’intero comparto: Unicredit +2,14%, Banco Bpm +2,91%, Bper Banca+2,13%, Mediobanca+1,71% e Ubi banca +1,46%.

Fuori dal paniere principale, in denaro Popolare di Sondrio (+7,92%), Banca Profilo (+3,65%), Carige (+2,44%) e Credito Emiliano (+2,25%). Alla festa non ha partecipato Monte Paschi (-0,04%).

Restando ai finanziari, Anima Holding +3,24% nel giorno della chiusura anticipata dell’offerta di diritti d’opzione dell’aumento di capitale. Banca Mediolanum +1,8%, FinecoBank +1%.

FCA GUIDA LA CARICA DELLA SCUDERIA AGNELLI

Altro motore del rialzo è stato il settore automotive. Fiat Chrysler sale del 3,7%, in attesa della trimestrale. Tornano a farsi sentire le voci su un’aggregazione con Peugeot (+2,5%).

Ferrari (+1,6%) accelera nel finale e chiude a 100,60 euro. Goldman Sachs ha alzato il target price a 119 euro da 118 euro. Giudizio Neutral confermato.

Bene anche Cnh Industrial (+2,9%). Per effetto di una in Usa causa vinta contro alcuni ex dipendenti in pensione, si genera un effetto positivo in bilancio pari a 550 milioni di dollari. In progresso anche Exor (+2,7%).

ENEL, OPA MILIARDARIA IN BRASILE

Si fanno onore le utility. Enel +1,49% ha lanciato un’opa su Eletropaulo, società brasiliana di distribuzione con 18 milioni di clienti. Sul piatto fino a 1,1 miliardi di euro. L’offerta migliora quella presentata in mattinata da Neoenergia, controllata del gruppo spagnolo Iberdrola.

Snam +0,4%. La cordata di cui è parte, è in pole position nella gara per acquisire la greca Desfa.

TELECOM, IL FONDO ELLIOTT IN VANTAGGIO

Nuovi capitoli della saga Telecom -1,6%. Sarà probabilmente il tribunale a decidere, nei prossimi giorni, se il voto sul nuovo consiglio si terrà il

24 aprile o il 4 maggio, come richiesto dal socio francese. Ma anche se si andasse al rinnovo completo del cda il mese prossimo, Vivendi dovrà probabilmente accontentarsi di 5consiglieri su 15, mentre alla lista Elliott, che ha il consenso dei proxy adviser e quindi dovrebbe ottenere il voto favorevole della maggioranza degli investitori istituzionali, dovrebbero

andare 10 consiglieri.

Infine, nel paniere principale si distinguono anche Moncler (+2,38%), che ha ampiamente recuperato le perdite della vigilia, Stm (+1,79%, Buzzi Unicem (+1,7%) e Italgas (+1,62%).

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