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Confindustria alza stime Pil 2017 a +1,5%, ma è “emergenza giovani”

Le previsioni sul Pil salgono a +1,5% nel 2017 e +1,3% nel 2018 rispetto al +1,3% e al +1,1% indicati tre mesi fa – La ripresa è però ancora più lenta di quella del resto d’Europa – Da fine 2013 recuperato un milione di posti di lavoro, ma l’emigrazione dei giovani costa 14 miliardi l’anno

Confindustria alza stime Pil 2017 a +1,5%, ma è “emergenza giovani”

L’economia italiana accelera più del previsto e Confindustria rivede al rialzo le stime di crescita. Negli ultimi Scenari Economici, il Centro Studi dell’Associazione ha ritoccato all’insù le previsioni del Pil: +1,5% nel 2017 e +1,3% nel 2018, rispetto al +1,3% e al +1,1% indicati tre mesi fa. A fine 2018 il Pil recupererà il terreno perduto con la seconda recessione (2011-13) ma sarà ancora del 4,7% inferiore al massimo toccato nel 2008.

Le stime del CsC, inoltre, non includono gli effetti della prossima legge di Bilancio (che è attesa migliorare i saldi dello 0,5% del Pil), perché “non se ne conoscono reale ammontare e composizione”. L’esito del 2018 dipenderà anche dagli incentivi agli investimenti, dalla loro durata effettiva e dalle risorse ulteriori che verranno messe in campo.

Nonostante la dinamica del Pil più robusta di quella prevista, l’espansione dell’economia italiana rimane inferiore a quella degli altri paesi europei. Il differenziale rispetto al resto dell`Euroarea resta negativo ed elevato, anche se dimezzato: nel 2017 è pari a 0,8 punti percentuali, contro l’1,5 del 2015.

Secondo il CsC, da fine 2013 abbiamo già recuperato quasi un milione di posti di lavoro e alla fine dell’anno prossimo le persone occupate supereranno di 160mila unità il livello pre-crisi.

Ma “la bassa occupazione giovanile è il vero tallone d’Achille del sistema economico e sociale italiano – avverte il Centro studi Confindustria – Nel rapporto con la popolazione di riferimento ha una distanza di 10-17 punti percentuali, a seconda della fascia d’età, dalla media dell’Area Euro”.

Tutto ciò “sta inducendo flussi crescenti di emigrazione che producono una perdita di capitale umano stimata in un punto di Pil all’anno – circa 14 miliardi di euro – abbassando così il potenziale di sviluppo. Rappresenta una vera e propria emergenza”.

In sette anni il fenomeno ha subito un’accelerazione impressionante: si è passati dai 21 mila emigrati under 40 del 2008 ai 51mila del 2015.

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