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Commissione Ecomafie e Unioncamere: accordo sui rifiuti

Lo scopo dell’intesa è quello di prevenire fenomeni illeciti nel settore dei rifiuti

Commissione Ecomafie e Unioncamere: accordo sui rifiuti

La Commissione bicamerale d’inchiesta e Unioncamere hanno firmato un accordo volto a prevenire ed evitare fenomeni illeciti nel settore dei rifiuti.

Attraverso questa intesa, la Commissione avrà la possibilità di consultare le banche dati ambientali e quelle delle Camere di commercio. Nello specifico, la Commissione potrà avere accesso alla banca dati MUD, che contiene i dati sulla quantità di rifiuti prodotti, trasportati e gestiti dalle imprese, e all’Albo nazionale gestori ambientali che raccoglie tutte le ditte iscritte all’Albo perché operanti nella gestione dei rifiuti. La Commissione avrà inoltre accesso all’area di ricerca libera di altri registri ambientali e al Registro delle imprese.

“La consultazione delle banche dati – sottolinea Unioncamere – avverrà sempre secondo criteri di riservatezza e sarà strettamente legata alle inchieste deliberate dalla Commissione”.

La Commissione bicamerale d’inchiesta e Unioncamere potranno anche collaborare per un’integrazione dei dati riguardanti le tematiche ambientali di relativa competenza, con lo scopo di favorire l’attività di controllo e di regolazione del mercato.

«Indagare fenomeni rilevanti per la tutela dell’ambiente è il mandato costituzionale della Commissione Ecomafie. Per attuarlo, i dati sono il punto di partenza fondamentale e insostituibile. Proprio per questo il protocollo con Unioncamere è molto importante e rafforzerà l’efficacia del lavoro della Commissione», dichiara il presidente della Commissione Stefano Vignaroli.

«Tra i compiti delle Camere di commercio c’è la raccolta e la gestione di una serie di dati e informazioni di natura pubblica. Questi saranno messi a disposizione della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, per contribuire al contrasto all’illegalità in materia ambientale», ha sottolineato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. «Si tratta, ad esempio, delle dichiarazioni Mud annuali di 350mila unità locali e di circa 150mila imprese iscritte all’Albo gestori ambientali».

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