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Come si elegge il presidente della Repubblica? Via al voto

Oggi pomeriggio prima votazione per il nuovo Presidente della Repubblica – Chi sono i “grandi elettori”? Come funziona la procedura? Quali sono i requisiti per essere eleggibili? Com’è la situazione in Parlamento? Ecco tutto quello che c’è da sapere

Come si elegge il presidente della Repubblica? Via al voto

La domanda è sempre la stessa alla fine di ogni settennato: come si elegge il Presidente della Repubblica? Ora che parlamentari e delegati regionali si apprestano, dal pomeriggio di lunedì 24 gennaio, a scegliere il nuovo Capo dello Stato, i dubbi sulla procedura sono all’ordine del giorno. Per fortuna, fugarli è semplice. Basta sfogliare la Costituzione fino all’articolo 83, che ai primi due commi spiega chi sono i grandi elettori.

1) CHI ELEGGE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?

“Il Presidente della Repubblica italiana è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato”.

In tutto, quindi, a eleggere il Presidente della Repubblica sono 1.009 persone: 630 deputati, 321 senatori e 58 delegati regionali. Questa però è l’ultima volta che le operazioni impegnano una platea così ampia, visto che – come previsto dalla legge costituzionale confermata via referendum nel 2020 – dalla prossima legislatura i seggi parlamentari saranno dimezzati.

2) COME SI ELEGGE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?

Il terzo comma dell’articolo 83 spiega invece come funziona la procedura per l’elezione:

“L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”.

Per avere rapidamente il nome del nuovo Capo dello Stato servirebbe quindi un ampio accordo parlamentare, che in questa occasione è invocato più del solito, perché la maggioranza di governo comprende tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia e quindi uno scontro potrebbe mettere a rischio l’esecutivo.

Al momento, l’unico nome su cui sembrano poter convergere tutte le forze politiche è quello di Mario Draghi. Se però il presidente del Consiglio si trasferisse al Colle, bisognerebbe trovare per Palazzo Chigi un altro nome in grado di tenere insieme l’attuale maggioranza. Una missione tutt’altro che semplice.

3) QUALI SONO I REQUISITI PER ESSERE ELEGGIBILI?

Se invece nelle prime tre votazioni non si arriverà a mettere d’accordo almeno due terzi di parlamentari e delegati, ossia 673 elettori su 1.009, dalla quarta chiama si procederà a maggioranza assoluta: l’asticella scenderà quindi a 505 voti e a quel punto potrà succedere di tutto. O meglio, non proprio di tutto, perché l’articolo 84 della Costituzione fissa tre requisiti per essere eleggibili alla carica di Presidente della Repubblica: avere cittadinanza italiana, godere dei diritti civili e politici e aver compiuto i 50 anni d’età.

4) QUANTO TEMPO CI VORRÀ?

Quanto ai tempi, alcuni commentatori prevedono che quest’anno la fumata bianca arriverà dopo quattro giorni, ma naturalmente non è detto che andrà così, anche perché la procedura sarà molto più lenta del solito: di norma si fanno due votazioni al giorno, una di mattina e una di pomeriggio, ma stavolta le misure anti-Covid imporranno di limitarsi a una.  

Fin qui, nella storia della Repubblica, l’elezione più laboriosa è stata quella del democristiano Giovanni Leone, che nel 1971 richiese ben 23 scrutini in 15 giorni. La più rapida, invece, è stata quella di Carlo Azeglio Ciampi, conclusa in appena due ore e 40 minuti grazie a un accordo trasversale fra Veltroni, Fini e Berlusconi. Il record di preferenze, comunque, rimane di Sandro Pertini, che nel 1978 ottenne l’82,3% dei voti.

5) QUANTI VOTI HANNO CENTRODESTRA E CENTROSINISTRA?

Infine, i numeri del Parlamento chiamato a eleggere il successore di Sergio Mattarella. Sulla carta, il centrodestra conta su 452 grandi elettori, mentre la somma di Pd, Movimento 5 Stelle e Leu arriva a 408, che sale a 463 se si considerano anche i 44 di Italia Viva e i 5 di Azione-Più Europa. Saranno quindi decisivi i 94 grandi elettori provenienti dal gruppo del Misto o non iscritti ad alcuna componente.

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