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Colore Regioni: Lombardia resta arancione, Lazio in bilico

Venerdì il verdetto: si va verso un allentamento delle misure in Veneto, Emilia e Calabria. Roma e Milano dovrebbero restare arancioni, Alto Adige (e forse Sicilia) ancora in rosso.

Colore Regioni: Lombardia resta arancione, Lazio in bilico

Come ogni venerdì, sta per arrivare il verdetto sui colori delle zone delle Regioni italiane: a seguito del monitoraggio settimanale dell’Iss, è quasi pronta l’ordinanza del ministero della Salute e la sensazione, stando ai dati finora disponibili, è che si vada incontro ad un allentamento delle misure in diverse regioni, con l’Italia che si appresta a diventare di un rosso sempre più “sbiadito”, tendente piuttosto all’arancione o al giallo.

Già oggi, le Regioni con il livello di restrizioni più alto sono solo due, Sicilia e Alto Adige, mentre la maggior parte sono in zona arancione: Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Puglia, Calabria e Sardegna. Di queste, alcune sarebbero in procinto di passare in giallo: quasi certo questo destino per Veneto, Emilia-Romagna e Calabria (cioè per circa 22 milioni di italiani), mentre rischiano di restare arancioni Lazio, Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo.

Rimarrà invece certamente in zona arancione la Lombardia, mentre le Regioni che oggi sono già in zona gialla (Trentino, Toscana, Campania, Molise e Basilicata) vi resteranno sicuramente, così come potrebbe passare da rossa ad arancione la Sicilia. Più probabile invece che rimanga in rosso l’Alto Adige, che così da domenica prossima potrebbe quindi diventare l’unica area del Paese con il livello di restrizioni più elevato. Va ricordato che per il cambio di colore il Dpcm prevede che solo “la permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive” comporti la nuova classificazione.

Rimane in molte zone d’Italia, soprattutto nelle zone arancioni e rosse, la tensione sulla riapertura ristoranti, dopo l’iniziativa “IoApro”, lanciata due settimane fa a livello nazionale ma che finora non ha raccolto più di tante adesioni.

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