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Clima, Cop26: l’Italia aderisce alla maxi-alleanza con Rockefeller e Ikea

Si tratta di una maxi-alleanza globale per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. ll fondo della Global Energy Alliance avrà una dotazione iniziale di 10 miliardi, ma l’ambizione di arrivare a 100 miliardi

Clima, Cop26: l’Italia aderisce alla maxi-alleanza con Rockefeller e Ikea

Accelerare la transizione energetica nei Paesi meno sviluppati. È l’obiettivo della Global Energy Alliance for People and Planet, un fondo da 10 miliardi di dollari con Rockfeller Foundation, Ikea Foundation, Earth Foundation di Jeff Bezos e altre istituzioni finanziarie internazionali, tra cui l’Italia in qualità di co-investitore. Ad annunciarlo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani durante la Cop26, la conferenza sul cambiamento climatico di Glasgow.

Nel dettaglio, l’alleanza nasce dell’esigenza di aiutare i paesi più poveri nell’affrontare i costi della transizione ecologica per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette. Sebbene questi paesi siano attualmente responsabili solo del 25% delle emissioni globali di CO2, la loro quota di emissioni potrebbe crescere fino al 75% entro il 2050. Nonostante ciò, questi paesi attualmente ricevono solo il 13% dei finanziamenti per l’energia pulita. Tale tendenza può essere invertita solo se le fonti fossili vengono abbandonate.

Si parte con un’elargizione di 10 miliardi di dollari, ma l’ambizione è di arrivare a mobilitare nel prossimo decennio 100 miliardi di dollari – in capitale pubblico e privato – con tre obiettivi principali: raggiungere un miliardo di persone con energia pulita e rinnovabile; evitare e prevenire quattro miliardi di tonnellate di emissioni di carbonio e di porre le condizioni per creare oltre 150 milioni di posti di lavoro in attività connesse alla transizione ecologica.

L’Italia metterà 10 milioni di euro, “una piccola cifra rispetto a quella che possono muovere i grandi gruppi privati”, ha precisato Cingolani. “Ma a noi non si chiedono soldi, quanto piuttosto un contributo di idee e una funzione di garante. In pochi mesi il Mite ha dato una mano alla nascita di questa iniziativa”.

Questo fondo, ha sottolineato il ministro, “è nato anche con un piccolo contributo di idee italiane: siamo co-investitori come ministero della Transizione ecologica con un impegno finanziario di 10 milioni” e l’Italia è in prima linea di una “gruppo di dieci Stati che stanno entrando nel fondo. Si tratta di Stati che condividono l’impegno ad abbattere le disuguaglianze sociali: un aspetto senza il quale la lotta al cambiamento climatico è monca”, ha concluso il ministro

A guidare l’alleanza sono la Rockefeller Foundation e Ikea mentre Italia, Regno Unito e Danimarca aderiscono come co-organizzatori. Fra i partner di investimento vi sono anche la African Development Bank Group, la Asian Development Bank, la Banca Europei degli investimenti, la Inter-American Development Bank, la International Finance Corporation, il Cdc Group del Regno Unito, lo US International Development Finance Corporation e la Banca Mondiale. Anche il Bezos Earth Fund ha dichiarato che donerà 500 milioni di dollari all’iniziativa. Il fondo per l’ambiente creato dal patron Bezos ha già impegnato 1 miliardo per il ripristino degli ecosistemi e della riforestazione, una cifra simile è invece stata destinata all’abbattimento dei gas serra emessi dall’agricoltura. Alla somma si aggiunge un altro miliardo di dollari, per conservare il 30% delle aree incontaminate della terra e del mare.

Inoltre, il Ministero della Transizione ecologica ha deciso di stanziare un budget annuale di circa 3-4 milioni di euro per rendere fissa tutti gli anni la conferenza dei giovani sul clima, la Youth4Climate, organizzata dal governo italiano a settembre a Milano prima della PreCop26.

Si conclude così la sessione che ospita i capi di Stato e di Governo a Glasgow. Dal 3 novembre sarà dato spazio ai negoziatori, con l’obiettivo di redigere un documento finale prima dell’evento conclusivo, fissato per venerdì 12 novembre. A quasi trent’anni dalla prima Conferenza sul clima siamo forse a un cambio di rotta decisivo per rispondere concretamente alla sfida del cambiamento climatico.

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