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Clima: 78 Ceo globali chiedono accordo ambizioso a Parigi

Nella lista dei big c’è anche Starace (Enel) con Camus (Alcatel), Baete (Allianz), Bulcke (Nestrlè), Nooyi (PepsiCo), Zhang Xi (Soho China), Mistry (Tata), Muromachi (Toshiba) e altri. Impegnano i rispettivi gruppi ad agire per ridurre l’impatto ambientale ma sollecitano i governi allo stop deforestazione, pricing della Co2 e lancio di green bond

Clima: 78 Ceo globali chiedono accordo ambizioso a Parigi

 I Ceo di 78 multinazionali globali lanciano un messaggio ai governi affinché alla prossima conferenza sul clima di Parigi, Cop21 sia raggiunto “un accordo ambizioso” che crei “posti di lavoro e crescita”. I Ceo, che guidano gruppi dal Brasile alla Cina, dalla Russia all’Europa e agli Usa per un fatturato complessivo di 2.130 miliardi di dollari, pari al Pil dell’India, hanno firmato “un messaggio aperto” sotto l’egida del World Economic Forum in cui a loro volta si impegnano sul fronte del clima. Tra i firmatari c’è anche Francesco Starace, ceo di Enel. La lista include Oliver Baete (Allianz), Philippe Camus (Alcatel), Stuart Gulliver (Hsbc), Inga Baele (Lloyds), Anand Mahindra (Mahindra) Paul Bulcke (Nestle’), Indra Nooyi (PepsiCO), Timotheus Hoettges (Deutshce Telekom) Zhang Xin (Soho China), Cyrsu Mistry (Tata), Masashi Muromachi (Toshiba), Sergio Ermotti (Ubs) e Oleg Deripaska (Rusal).

 “Il cambiamento climatico è uno delle sfide globali maggiori che determinerà il modo in cui facciamo business adesso e nei prossimi decenni”, sottolinea il documento. I Ceo auspicano che si possa capitalizzare lo slancio creato dagli impegni presi da 160 Paesi, tra cui Usa e Cina, negli ultimi mesi per fare si’ che vengano prese iniziative decise, con il supporto delle aziende, per combattere il cambiamento climatico.

“Rinviare l’azione non è un’opzione”, sottolinea il loro documento.

I ceo impegnano i rispettivi gruppi a ridurre l’impatto ambientale e le emissioni di anidride carbonica, ad agire quali ambasciatori per le misure sul clima, concentrandosi sulle soluzione e le opportunita’ economiche, a gestire i rischi climatici, includendoli nel processo decisionale e creando opportunità di crescita. I Ceo chiedono che ci sia un ‘pricing’ esplicito o implicito del Co2, perché questo innescherà investimenti a ‘bassa anidride carbonica’, che ci sia innovazione sulle fonti di energia alternative e rinnovabili, efficienza energetica, che si ponga termine alla deforestazione, che ci sia una maggiore trasparenza da parte delle aziende sui rischi del Co2 e vengano avviati progetti quali il lancio dei ‘green bond’. La richiesta rivolta ai governi in particolare è di fissare obiettivi globali e nazionali su basi scientifiche per la riduzione dei gas ad effetto serra e lo sviluppo di fonti alternative di energia.

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